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Autori: Stefan Lehmann
Data: 26 maggio 2009

Articolo di Stefan Lehmann, Presidente de La Spada nella Rocca

Tra le antiche mura vita nuova

Da oltre dieci anni l'associazione di Bellinzona La Spada nella Rocca mette in scena la vita del Medioevo al tempo di Federico I Barbarossa (1122-1190). Anche quest'anno il castello di Montebello e il castello di Sasso Corbaro saranno animati durante la Pentecoste - venerdì 29, sabato 30 e domenica 31 maggio - con un programma intenso. Una rievocazione storica di prim'ordine, ricercata da fedeli visitatori di ogni dove e animata da oltre 250 figuranti.

Anno Domini 1176

La Spada nella Rocca rievoca una lontana primavera del 1176. Storicamente dal 1174 Federico I Barbarossa era di nuovo in Italia per sedare le riottose città settentrionali, alleatesi nella potente Lega Lombarda. Nulla di nuovo, trattandosi già della sua quinta discesa in Italia per stabilire una supremazia duratura. Pochi giorni prima della decisiva battaglia di Legnano (29 maggio 1176), dunque nel cuore del mese di maggio, l'imperatore tedesco - le cui forze erano stremate da un altro infruttuoso anno di combattimenti - si ricongiunse con le truppe fresche condotte dall'arcivescovo Filippo di Cologna lungo il valico del Lucomagno. La Spada nella Rocca rievoca questo passaggio di truppe e inscena la possibile sosta dell'Imperatore Federico I Barbarossa proprio a Bellinzona, il cardine delle sue aspirazioni italiane.

La storia vivente

La rievocazione di periodi storici è un fenomeno all'inizio inglese, nato poco più di trent'anni fa, e che attecchisce in Italia poco più di venti anni fa, dapprima soprattutto in Piemonte e Lombardia.
La living-history - la storia vivente - tenta la ricostruzione di un preciso momento storico con un massimo di accuratezza. In genere fanno da sfondo le grandi battaglie, spesso spettacolari come nei film -  la rievocazione della celebre battaglia di Hastings (1066) attira oltre 1500 combattenti in costume -, ma anche il passaggio di personaggi importanti. In questi casi gli eventi sono piuttosto brevi e a ricorrenza annuale. Le rievocazioni storiche possono peraltro essere d'ogni epoca e trovarsi in ogni continente, rievocando dall'antichità fino alle guerre napoleoniche, dal Giappone dei samurai agli Stati Uniti della Guerra di Secessione. Talora, come nel caso del Ribe Vikingcenter, la rievocazione diventa addirittura permanente oppure ha per oggetto un progetto ben preciso, come la costruzione con materiali e tecniche del tempo di un castello a Guédelon.
Seppure un fenomeno vasto, non è per questo senza regole! Per coloro che praticano è fondamentale l'assoluta fedeltà all'originale. Una ricerca dei dettagli che sfocia nello studio approfondito dei libri di storia e di archeologia, passando per lunghe visite nei musei.

Non folclore, bensì rievocazione

Anche se lo sfondo storico fosse ben conosciuto proporre una rievocazione, in questo caso medioevale, al grande pubblico rappresenta un compito molto arduo. Trattandosi di eventi relativamente recenti e raramente seguiti da professionisti in molti casi si tratta tuttora di interpretarne la raison d'être.
Non basta quindi riunire persone in costume e ancor meno bisogna assordare il pubblico con assonanze new age o canti gregoriani e neppure inscenare fantasiose battaglie campali.
E certamente bisogna anche tenere conto di un senso comune associato al Medioevo. Consciamente, o più spesso inconsciamente, il pubblico si aspetta ben determinate cose. A non offrirle, in determinati casi anche quando evidentemente fasulle, potrebbe sortire addirittura l'effetto di invalidare quanto di buono rimane. Questo non vuol dire che non si possa presentare il "vero medioevo", ma simili processi non possono essere radicali, sebbene siano necessari. Alla base deve esservi un cammino di educazione e di trasmissione culturale, duraturo e regolare nel tempo.
Per chi scrive la rievocazione è una fondamentale occasione per trasmettere cultura. Il visitatore va incoraggiato, come dovrebbe accadere in ogni buon museo, ad addentrarsi in un cammino di approfondimento e di scoperta. Durante questo processo diviene un viaggiatore nel tempo che non solo deve potersi calare familiarmente in un ambiente a lui poco noto, ma deve soprattutto superare le prime, banali osservazioni. Bisogna indurlo a porsi domande, a toccare con mano le ricostruzioni, ad assaggiare sapori e ad assaporare fragranze e, infine, a scavare nel bacino di conoscenze dei figuranti in costume presenti. Infatti, non di rado, questi appassionati la sanno ben più lunga di molti professionisti del settore.

L'undicesima edizione

L'undicesima edizione de La Spada nella Rocca si svolgerà venerdì 29, sabato30 e domenica 31 maggio. Essa prenderà particolarmente a cuore l'aspetto divulgativo e culturale.
Per la prima volta saranno dunque posati alcuni pannelli esplicativi, simili a quelli delle sale dei musei, che serviranno ad illustrare ai visitatori determinate zone e attività oltre a dare loro un ideale percorso di riscoperta.
La rievocazione medioevale allontanerà il più possibile le infrastrutture di appoggio moderne, in particolare le zone di ristoro, creando così uno stacco fisico tra medioevo e modernità che speriamo piacerà al pubblico.
L'edizione propone peraltro anche appuntamenti completamente nuovi, come il settore delle attività per i gruppi oppure l'inedita scena teatrale durante la serata di sabato "Il giudizio dell'eretica catara".
Ma anche appuntamenti sperimentati sono stati ristudiati, come ad esempio la famosa cena medioevale, rinnovata nelle sue portate oppure la battaglia campale di domenica, ora trasformata in un momento di allenamento delle truppe di Federico I Barbarossa e che si svolgerà sia sabato che domenica.