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Autori: Mattia Bertoldi
Data: 27 ottobre 2016

Possono tre pastori australiani cambiare la vita di una persona? Secondo Maura Lazzeri, assistente di direzione per il Dipartimento delle istituzioni, la risposta è "senz'altro sì"

Una passione che cambia la vita

Si chiamano Lexie, Uira e Sysma e sono i tre esemplari di pastore australiano che riempiono le giornate della nostra giovane intervistata. Campionessa ticinese della sua categoria nei programmi agility, ci racconta del suo ruolo all'interno della Società Cinofila Bellinzona e dintorni e di come questo le abbia permesso di migliorarsi anche sul posto di lavoro.

Impossibile non notarli. Entrando nell’ufficio di direzione del Dipartimento delle istituzioni ci sono Lexie, Uira e Sysma che occhieggiano beati dai due schermi di Maura Lazzeri, assistente di direzione. Sono tre esemplari femmine di pastori australiani che hanno cambiato la vita della giovane collaboratrice dell’ufficio presieduto dal Direttore del DI Norman Gobbi. «Lexie ha quattro anni: l’ho adottata non appena sono andata ad abitare da sola. Uira e Sysma, rispettivamente tre e cinque anni, sono invece del mio compagno Claudio».

Le ha adottate dopo esservi conosciuti?
«No, a dire il vero ci siamo conosciuti dal veterinario (ride). Lexie e Sysma hanno un manto molto simile e non sono molti i pastori australiani in Ticino. Abbiamo iniziato a parlare di loro e da lì è nata la nostra relazione».

Una relazione condita anche da un po’ di sano agonismo «Sì, è vero. Il pastore australiano è un cane da lavoro molto dinamico, non si accontenta della semplice passeggiata o di una scampagnata. Per questo motivo io e Claudio siamo iscritti a due diverse società cinofile e ci alleniamo per le gare di agility, vale a dire percorsi a ostacoli che i cani devono affrontare nel minor tempo possibile e, se possibile, senza sbagliare. Io e Lexie abbiamo esordito nel 2014, e negli ultimi due anni abbiamo affrontato gare anche in Svizzera tedesca. E in qualche occasione, abbiamo dovuto rivaleggiare con Claudio e uno dei suoi cani».

Chi vince di solito?
«Be’, io sono campionessa ticinese nella mia categoria…»

Un successo che le è valsa una cena, o un premio in famiglia? «Quello no, ma diciamo che quando una prevale sull’altro c’è sempre un buon motivo per prendersi un po’ in giro.»

Lei lavora per l’Amministrazione cantonale sin da giovane: prima l’apprendistato, poi sette anni di impiego per l’ispettorato scolastico e infine, dallo scorso luglio, al DI. In che modo questa attività sportiva l’ha aiutata a crescere professionalmente? «Sono due gli aspetti della mia personalità che ho avuto modo di sviluppare. Da un lato la creazione di una relazione simbiotica tra uomo e animale mi ha insegnato a leggere i segnali non verbali non solo dei cani, ma anche degli altri padroni che competono con me. Riuscire a focalizzarsi con Lexie durante una gara, mentre tutt’intorno gli altri cani latrano e abbaiano, richiede inoltre molta concentrazione».

E il secondo aspetto?
«Da due anni sono istruttrice per la Società Cinofila Bellinzona e dintorni dove ho appreso a rapportarmi con ogni genere di persona. Ho dovuto adattarmi al loro livello e al loro retroterra, individuando le migliori strategie comunicative per far passare un messaggio».

Quanto tempo le prende un impegno del genere?
«Di norma, un allenamento la settimana più le gare. Ma io e il mio compagno ci siamo resi conto che il legame tra noi e i nostri cani va oltre. Faccio un esempio: Lexie soffre di una leggera forma di epilessia, e ho notato che ha degli attacchi solo quando io non sto bene o sono giù di morale. Sembra percepire ciò che io provo, e questa per me è una grandissima dimostrazione di quanto viviamo in simbiosi».

Anche il vostro tempo libero, quindi, dipende molto dalle esigenze dei vostri cani…
«Quasi totalmente. Anche in vacanza, non ci muoviamo se non abbiamo la garanzia che i nostri cani potranno venire con noi. Certo, ci sono anche dei lati negativi � per esempio quando piove e non hai proprio voglia di uscire, perché dopo dovrai anche asciugare loro il pelo e le zampe. Ma insieme abbiamo instaurato una routine: quando mi sveglio so esattamente dove si trova Lexie, dove Sysma aspetta un biscotto e dove Uria vuole una carezza. Abitudini a cui siamo così affezionati che né io, né Claudio riusciremmo a stare lontani da loro per più di un paio di giorni».