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N3 - 2018

sensibilizzazione

Giovani, sport e territorio: un tris vincente da riscoprire e (ri)valorizzare

Come fare? Ce lo spiega Giada Tironi, responsabile comunicazione e promozione dell’Ufficio dello Sport

Autori: Giada Moratti
Autori foto: Elizabeth La Rosa
Data: 14 giugno 2018

Giada Tironi: giovane e intraprendente responsabile della comunicazione e promozione dell’Ufficio dello Sport a Bellinzona, membro di Gioventù e Sport, ambasciatrice del programma “Cool & Clean” in Ticino, monitrice con all’attivo diversi brevetti G+S, laureata (Bachelor in comunicazione aziendale e Master in economia e comunicazione all’Università della Svizzera italiana). In tre parole? Vulcano di idee. Giada apre ad ArgomenTi le porte del mondo sportivo ticinese e racconta come sta provando a sensibilizzare giovani e meno giovani alla riscoperta del nostro territorio.                                
«Grazie al programma 'Cool & Clean' lavoriamo sulla sensibilizzazione in sette diverse aree. Il risultato è una prevenzione a 360° legata all’ambito sportivo»

Ci racconti un po’ di cosa si occupa esattamente qui all’Ufficio dello Sport.

«Sono la responsabile delle attività dell’Ufficio dello sport e di Gioventù e Sport, ma mi occupo anche di organizzare dei corsi di formazione per monitori. Partecipo a tantissimi gruppi inter- e intracantonali o con altri enti, attivi soprattutto nell’ambito della prevenzione in Ticino. Ultimamente ho iniziato anche a occuparmi dello sport scolastico e, tra tutte queste cose, ho frequentato un corso di “Management delle organizzazioni sportive” per approfondire quello che già avevo acquisito all’università nell’ambito sportivo. A settembre inizierò invece un CAS (Certificate of Advanced Studies) alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) sempre legato al management di eventi e attività sportive».

La parola chiave di questo numero estivo di ArgomenTi è “sensibilizzazione”. Quanto è importante questo sostantivo nella sua quotidianità, nel lavoro che svolge soprattutto a contatto con i giovani e nelle tematiche che tratta?

«Molto. Noi lavoriamo in un contesto prettamente sportivo ma spesso altre entità come Radix o ProJuventute, che si occupano di un po’ tutti gli ambiti della sensibilizzazione (sociale, famiglia, scuola e sport), si rivolgono a me per approfondire l’ambito sportivo. Inoltre, sono rappresentante cantonale del programma nazionale “Cool & Clean”. Questo programma lavora sulla sensibilizzazione in sette diverse aree: non riguarda quindi solo la tradizionale prevenzione legata ad alcool, fumo e droghe, ma tocca anche social media, alimentazione, motivazione personale e fairplay. Il risultato è una prevenzione a 360° legata all’ambito sportivo».

«Lo sport è una delle attività sociali che insegna più valori in assoluto ma alla base deve esserci sempre il divertimento»

“Cool & Clean” è un progetto nazionale nato oltre dieci anni fa. Come viene promosso in Ticino?

«Come s’intuisce dal nome, il programma “Cool & Clean” ha lo scopo di promuovere uno sport leale, pulito e corretto. La comunicazione è rivolta a monitori, organizzatori di eventi sportivi e società perché sono loro a trasmettere il sapere ai ragazzi. In questo contesto, in qualità di ambasciatrice rappresento un punto di riferimento per le loro domande. Altrimenti, tramite la piattaforma o l’applicazione, gli interessati possono fare tutto da soli: ottenere il materiale informativo, i gadget, il materiale espositivo e tutto quello che necessitano per promuovere i valori fondamentali di Cool & Clean. Il programma è promosso da SwissOlympic (ombrello di tutte le associazioni e federazioni nazionali sportive) in collaborazione con l’Ufficio federale dello sport, insieme al programma G+S. In Svizzera esiste da 15 anni e in Ticino abbiamo un ambasciatore ufficiale solamente dal 2013. È stata proprio il mio predecessore a far sì che “Cool & Clean” fosse incorporato nel Cantone, perché non ovunque è così. Spesso è infatti una federazione privata a occuparsene».

C’è un buon seguito in Ticino rispetto a questo progetto?

«Sì. Il programma lo conoscono davvero tutti e soprattutto chiunque abbia fatto un G+S di aggiornamento o di formazione. Il monitore svolge quest’attività per passione e la cosa importante da far capire è che aderendo ad un programma del genere il carico di lavoro non aumenta: bisogna solo trasmettere i valori alla base del progetto. Momentaneamente gli iscritti in Ticino sono circa 400 tra singoli gruppi, società e federazioni. Inoltre, tutte le strutture sportive (stadi, campi da tennis, ecc.) hanno adottato le politiche “Cool & Clean”, allestendo per esempio zone riservate ai non fumatori. Lo sport è una delle attività sociali che insegna più valori in assoluto, legati sia ai giochi di squadra, sia quelli individuali. Bisogna però ricordarsi che la cosa più importante deve sempre rimanere una: divertirsi».

«Con il progetto 'Inverno in tasca' abbiamo dimostrato che se i giovani hanno un’idea che è possibile portare avanti, bisogna lanciarsi e provare»

Ma lo sport l’accompagna anche fuori dall’ufficio e dal suo ruolo di ambasciatrice. Ci parli del progetto “Inverno in tasca”, che ha creato con due suoi amici e colleghi sciatori.

«Volentieri! L’inverno scorso ho conosciuto Eros Mercolli (monitore ed esperto di sci) e, parlando, ci siamo trovati d’accordo sulla situazione difficile che le stazioni sciistiche ticinesi stanno vivendo e sulla constatazione che, malgrado lo sci faccia parte della nostra cultura sin da piccoli con le settimane bianche e gli sci club, il ticinese pratica sempre meno gli sport invernali. A noi poi si è aggiunto Nedy Sbardella, anche lui esperto di sci. Siamo tutti consapevoli che sciare è un hobby caro, a partire dall’attrezzatura per finire con il pranzo sulle piste, così abbiamo pensato di fare qualcosa per sviare il problema e portare un po’ di aria fresca alle stazioni sciistiche. Già una decina di anni fa si era tentato di fare una cosa del genere con la Ticino Card, che voleva raggruppare tutte le stazioni del Cantone; l’abbonamento aveva però un prezzo inaccessibile (650 franchi). L’idea era quindi quella di offrire qualcosa di concreto e di più conveniente.
È nato così “Inverno in tasca”, un unico abbonamento per accedere alle 13 stazioni sciistiche ticinesi (piccole e grandi) per un totale di 147 km a un prezzo di 199 franchi per gli adulti e 159 franchi per i giovani sotto i 16 anni. Lanciato il 5 marzo secondo i principi del crowdfunding e dell’economia di scala, il nostro obiettivo è quello di prevendere 25'000 abbonamenti entro il 30 giugno, altrimenti il progetto non potrà partire (e i soldi saranno quindi restituititi a tutti coloro che hanno già riservato il loro abbonamento). “Inverno in tasca” non è a scopo di lucro e i soldi raccolti con la vendita degli abbonamenti andranno poi reindirizzati alle varie stazioni sciistiche per coprire i costi di gestione.
Di fondo la volontà è quella di sensibilizzare le persone nei confronti del territorio e di far loro riaprire gli occhi sulla bellezza del posto in cui vivono e sulle grandi possibilità che offre in estate e in inverno. Ma si parla anche sempre di movimento e benessere».

Immagino che per l’organizzazione di un progetto del genere siano molti gli attori da coinvolgere…

«Più di quanti si pensa e la parte più difficile è stata mettere d’accordo tutte le stazioni e coinvolgere tutti gli attori del mondo del turismo: le organizzazioni turistiche regionali, gli enti regionali di sviluppo, l’Ufficio dello sviluppo economico e Ticino Turismo. Con determinazione e fatica ce l’abbiamo fatta e abbiamo raccolto un piccolo budget per lanciare l’iniziativa».

Malgrado il nome, “Inverno in tasca” non si limita ai mesi invernali, giusto?

«Esatto, e i vantaggi sono numerosissimi! Con l’investimento di questi 199 franchi si possono avere dei vantaggi per tutto l’anno e vivere la natura (e non solo) del Ticino a 360°. Oltre agli impianti di risalita ticinesi e ad alcune stazioni fuori Cantone, Inverno in tasca coinvolge i negozi di sport in cui avere sconti, centri acquatici e spa, impianti utilizzabili d’estate per passeggiate ed escursioni e tanto, tanto altro. È vero che l’estate è alle porte e l’inverno sembra lontano, ma per motivi di tempo bisognava muoversi con largo anticipo per riuscire a stampare le tessere e per dare il tempo alle stazioni di riorganizzarsi e ripensare alla promozione in base all’esito dei risultati dell’iniziativa».

Quanto è importante che siano persone giovani a promuovere messaggi e progetti del genere, che riaprano gli occhi sul Ticino?

«Secondo me siamo riusciti ad arrivare dove siamo arrivati e a mettere tutti d’accordo proprio perché eravamo e siamo dei “signor nessuno”, perché non avevamo interessi politici o economici di nessun tipo: eravamo talmente genuini che i sostegni sono arrivati. Se i giovani hanno un’idea e se è possibile portarla avanti, bisogna provare. Il Ticino è una piccola realtà, molto complessa e diversificata; non è sempre semplice, ma se una persona ha un sogno perché non provare a realizzarlo? Noi ci abbiamo provato e, comunque andrà, abbiamo raggiunto già un grandissimo obiettivo: mettere tutti d’accordo».