Lo scoppio della Prima guerra mondiale non colse di sorpresa la Svizzera, che attuò una serie di misure a partire dall'agosto 1914: il primo del mese decretò la mobilitazione generale, il 3 agosto il Parlamento conferì pieni poteri al Consiglio Federale ed elesse Ulrich Wille generale, il 4 fu proclamata la neutralità elvetica.
Militarmente, l’organizzazione fu appena sufficiente: le lacune in merito all’equipaggiamento e alla condizione dei militi – i cui ranghi furono ridimensionati dall'influenza spagnola, che causò circa 75.000 morti su territorio nazionale – furono evidenti.
Anche per la politica sociale le misure furono insufficienti: per il soccorso ai soldati e alla comunità si fece affidamento su associazioni e sulle iniziative dei sindacati. Il costo della vita aumentò, la natalità diminuì e le crescenti disparità salariali prepararono il terreno per i seguenti scioperi: gli sforzi del Consiglio federale non garantirono un’economia di guerra in grado di impedire una crisi sociale legata all’aumento dei prezzi e all’inflazione. Nonostante il coinvolgimento nella guerra economica, l’economia nazionale sviluppò nuovi settori di profitto e la piazza finanziaria uscì rafforzata dal conflitto.