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N1 - 2020

attenzione, s. f.

Autori: Micole Gotti
Data: 22 giugno 2020

Il giusto connubio tra economia e cultura

Elisabetta Calegari ci racconta come è nato "Arte e storia", trimestrale di Ticino Management

Lo stretto legame tra cultura ed economia è noto: recentemente, anche DECS e DFE – grazie a una collaborazione interdipartimentale – hanno lanciato un’apposita campagna, “Economia e Cultura”, volta a indagare il rapporto tra queste due dimensioni nel Cantone Ticino. Al crocevia di questi due mondi si situa anche Arte e storia, un periodico della Società editrice Ticino Management: una pubblicazione di carattere storico e culturale, dunque, nata però da una rivista dedicata al panorama economico della nostra regione: «Ticino Management si è sempre occupata di cultura, ma quest’interesse veniva poco riconosciuto visto che, ovviamente, era considerata soprattutto una rivista economica e commerciale. A inizio anni Duemila i direttori Valerio De Giorgi e Bettina Müller hanno quindi deciso di creare un periodico dedicato a questo tema».

Nasce in questo modo Arte e storia, alimentato dalla volontà di proporre e valorizzare tematiche legate al territorio della Svizzera italiana. Originariamente dedicato all’arte e alla storia dell’arte, il periodico con il tempo ha ampliato i temi – mantenendo tuttavia il suo orientamento: «L’obiettivo è dare un taglio regionale ma non provinciale» spiega Calegari, «le tematiche sono legate al territorio, ma non devono per forza essere del territorio: questo ci permette uno sguardo più ampio».

Dopo gli esordi in forma miscellanea, con il tempo Arte e storia è evoluto verso quella monografica: una scelta – dettata da maggior semplicità organizzativa e dalla volontà di garantire la qualità dei contenuti – rivelatasi vincente, soprattutto grazie alla realizzazione di una collana, una “collezione nella collezione”, dedicata agli svizzeri in Italia. «In maniera abbastanza casuale, in occasione delle Colombiadi di Genova, ci hanno contatto alcuni genovesi residenti in Ticino proponendoci di scrivere alcuni articoli sugli Svizzeri a Genova e sull’importanza della città ligure per la Svizzera. Abbiamo accettato: non si trattava ancora di un numero monografico, ma di alcuni articoli che ne costituivano il nucleo forte».

Anche il console di Milano Marco Cameroni lancia qualche tempo dopo un’idea simile: il numero 22 viene così dedicato agli svizzeri a Milano e presentato al Centro svizzero, suscitando un grande interesse: la collana era ormai lanciata. L’entusiasmo per le vicende degli svizzeri nelle principali città italiane – Torino, Venezia, Firenze, Roma – trasforma nuovamente il volto della rivista, orientandola verso un profilo specialistico: «È stata un’arma a doppio taglio» confessa la direttrice, «i numeri sono stati molto apprezzati in ambito scientifico, ma il livello di difficoltà dei contenuti era notevolmente aumentato: così facendo la cerchia di pubblico, per forza di cose, si restringe. Nostro malgrado quest’aspetto, unito ad altre circostanze, ci ha imposto di abbandonare la serie e tornare ai numeri monografici».

Numeri che continuano a proporre temi di carattere culturale e scientifico, ma con taglio più divulgativo: l’apparato di note è ridotto per non appesantire la lettura, la bibliografia è essenziale e l’accento viene posto sulla cura grafica e materiale del volume. I contenuti sono spesso debitori della collaborazione e dell’entusiasmo dei suoi lettori, grazie a contributi tematici e offerte di materiali, tra cui figurano anche inediti di valore: è il caso dei diari del globetrotter di Curio, Giacomo Facchinetti, o della cartina cinquecentesca sui baliaggi in territorio ticinese. «Spesso i numeri nascono così, chiacchierando con amici e conoscenti che a volte sono in possesso di materiali inediti» spiega Calegari «e quando non succede, siamo noi a cercare temi particolari, allargando lo sguardo al territorio nazionale e alle sue bellezze, come i castelli, le abbazie o i siti UNESCO». La testata ha saputo inoltre dimostrare una notevole flessibilità editoriale, presentando numeri d’anniversario o reinventandosi in qualità di catalogo di mostra, come in occasione dell’esposizione degli incunaboli della Biblioteca Salita dei Frati.

Una rivista che si avvale di collaborazioni, talvolta casuali e fortuite, e che riesce persino ad oltrepassare i confini cantonali grazie a lettori storici o studiosi all’estero (così è nato, ad esempio, il volume sull’architetto Trezzini a San Pietroburgo), ma che si fonda sull’entusiasmo di una redazione che, in realtà, deve concentrarsi sulle due testate principali: «Bisogna davvero amarli questi numeri, cercare sempre lo spunto... d’altronde è un lavoro che ci permette molta creatività» spiega la direttrice, mostrando con orgoglio lo scaffale traboccante di volumi. La qualità del lavoro svolto trova conferma anche nelle cifre (sono circa 5'000 le copie distribuite in abbonamento per ogni numero) e nel sostegno ricevuto, sia da privati che da istituzioni. A seguito di un momento di riflessione dettato dalla difficile situazione del panorama editoriale, Arte e storia uscirà nuovamente a settembre con un numero dedicato alla Valposchiavo, ricco di contributi sulla storia, sull’arte e sulla cultura della valle italofona, «una nuova chicca per lettrici e lettori interessati e attenti, ma non necessariamente per addetti ai lavori, secondo la nostra filosofia di sempre», conclude Calegari.