Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

N1 - 2021

comune, s. m.

"Il momento più importante della vita democratica"

Intervista al Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi (direttore del Dipartimento delle istituzioni) che guarda alle prossime elezioni comunali con un occhio... di riguardo

Autori: Redazione
Autori foto: Elizabeth La Rosa
Data: 09 marzo 2020

“Le elezioni comunali rappresentano – nel contesto federalista svizzero – il momento più importante della vita democratica. Per noi il livello istituzionale più prossimo al cittadino, cioè quello comunale, è un bene da valorizzare, se vogliamo che la collettività abbia una crescita dinamica, propulsiva. È per questo motivo che guardo alle ormai prossime elezioni nei Comuni con un occhio di particolare riguardo”. Sono queste le parole con cui esordisce il Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, in un'intervista raccolta da ArgomenTi nel marzo 2020 sulle elezioni comunali organizzate nel nostro Cantone.

NelSimposio Cantone/Comuni, svoltosi al Palazzo dei Congressi a Lugano il 4 febbraio 2020, lei ha definito una sorta di “roadmap” per i Comuni nella nuova legislatura…”

In estrema sintesi, possiamo dire che nel prossimo quadriennio per i Comuni potrebbero esserci molte novità: la possibile nascita di nuove realtà comunali attraverso nuovi processi aggregativi; una nuova assunzioni di compiti e competenze e da ultimo un assetto funzionale diverso dell’ente comunale”.

Ci spieghi più nel dettaglio.

Il primo tema riguarda la dimensione dei Comuni. Con il Piano cantonale delle aggregazioni il Cantone aveva definito un suo “disegno” nell’ottica aggregativa, sottolineando però che ogni progetto doveva, deve e dovrà nascere dal basso, senza imposizioni cantonali. Per questo motivo durante il prossimo quadriennio spero possano giungere direttamente dai Comuni nuovi stimoli e nuovi progetti. Noi saremo pronti a seguire e a sostenere questa progettualità.

Questo è il primo asse della riforma che tocca i Comuni. Il secondo asse è invece costituito dai compiti da affidare al Comune. E qui rientra il progetto Ticino 2020 voluto dal Governo che in questi mesi sta entrando nella fase decisiva. Proprio poche settimane fa il Consiglio di Stato ha valutato positivamente la decisione del Comitato strategico del progetto «Ticino 2020» di proseguire con la verifica di fattibilità della nuova ripartizione dei compiti e dei flussi tra Cantone e Comuni. Entro la fine dell’anno sarà pronta la proposta condivisa, che sarà successivamente sottoposta a consultazione e, se del caso, in seguito approvata dal Governo e dal Parlamento.

Pare di capire che gli assi della riforma per i Comuni non siano terminati…

Esatto. Vi è un terzo asse, ossia il funzionamento del Comune. È un grande cantiere anche questo. Il Dipartimento delle istituzioni con la sua Sezione degli enti locali sarà impegnato assieme a tutte le istanze interessate – penso ovviamente quindi ai Comuni e ai Patriziati con le loro associazioni – per individuare quali elementi introdurre in quella che sarà la revisione del quadro legislativo che regge il funzionamento del Comune. Una riflessione che durerà per tutto il 2020. Nelle nostre intenzioni vorremmo poi giungere al termine della legislatura comunale con l’approvazione da parte del Gran Consiglio della revisione delle norme legislative.

Pare di capire che gli assi della riforma per i Comuni non siano terminati…

Esatto. Vi è un terzo asse, ossia il funzionamento del Comune. È un grande cantiere anche questo. Il Dipartimento delle istituzioni con la sua Sezione degli enti locali sarà impegnato assieme a tutte le istanze interessate – penso ovviamente quindi ai Comuni e ai Patriziati con le loro associazioni – per individuare quali elementi introdurre in quella che sarà la revisione del quadro legislativo che regge il funzionamento del Comune. Una riflessione che durerà per tutto il 2020. Nelle nostre intenzioni vorremmo poi giungere al termine della legislatura comunale con l’approvazione da parte del Gran Consiglio della revisione delle norme legislative.

Cosa vuole dire ai futuri municipali e consiglieri comunali che entreranno in carica dopo il voto?

Vorrei ribadire l’impegno che ho assunto nel corso del Simposio di febbraio a Lugano. Impegno che tocca la metodologia da mettere in campo: se vogliamo davvero definire i rapporti tra Cantone e Comune nel rispetto dei principi di sussidiarietà, di equivalenza fiscale, di federalismo asimmetrico e di partecipazione solidale, tenendo conto della nuova realtà socioeconomica ticinese non possiamo esimerci da compiere un grande sforzo nella direzione del dialogo. Infatti, a prescindere da quelle che sono le riforme dell’istituto comunale, ciò che le due legislature passate in qualità di Direttore del Dipartimento delle istituzioni mi hanno insegnato è costituito dal fatto che i rapporti tra i due “governi” (cantonale e comunale) sono messi in difficoltà da un dialogo insufficiente.

Questa constatazione si è rafforzata dopo aver incontrato personalmente molti Municipi. Sono stati moltissimi i sindaci e i municipali che mi hanno ringraziato per essere andato a casa loro a discutere. Perché a livello generale manca un dialogo – aperto, franco e costruttivo – che non può essere demandato alla carta da lettera o a intermediari. Bisogna avere il coraggio di sedersi allo stesso tavolo di lavoro. Stare assieme per parlare e ascoltare. Solo da un ascolto attivo si potrà sperare di avere soluzioni che possano soddisfare entrambi i livelli istituzionali. E in ultima istanza, che possano soddisfare il cittadino, che costituisce il nostro referente ultimo e più importante. Posso quindi dire agli attuali e ai futuri amministratori dei nostri Comuni che mi impegnerò affinché il dialogo diventi sempre di più il modus operandi per giungere alle opportune decisioni, non solo per gli ambiti di mia competenza, ma pure per quelli che toccano tutta l’attività del Governo”.