Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

N1 - 2017

Frontiera

Autori: Janine Hosp
Data: 15 gennaio 2017

La lotta per i turisti della spesa

In italiano, un reportage della Neue Zürcher Zeitung dalla zona di confine fra Svizzera e Germania

Vi proponiamo un recente reportage della NZZ firmato da Janine Hosp dalla zona di confine fra Svizzera e Germania, dove due Città tedesche e i loro grandi centri commerciali si contendono i denari dei consumatori di due Paesi – mentre un investitore turgoviese si prepara a entrare nel mercato, per sovvertirlo e cavalcare l’onda dello shopping transfrontaliero… controcorrente.

In questi giorni che precedono il Natale, moltissime auto targate CH sono incolonnate davanti al centro commerciale LAGO, fino a raggiungere l’uscita autostradale. Siamo di fronte alla star dei centri commerciali: in nessun altro posto la comunità degli inquilini è tanto soddisfatta. «E in nessun altro posto il ricavo per metro quadrato è così altro», conferma Peter Hermann, manager della struttura. Ciò è dovuto anche alla clientela elvetica. Non vengono fatte cifre concrete. Basta dire che ogni terzo cliente arriva dalla Confederazione.

Tuttavia, non è escluso che colonna d’auto si dimezzi, nei prossimi due anni. A 30 minuti di distanza da Costanza – più precisamente a Singen – è infatti pianificata l’apertura di un altro centro commerciale, battezzato CANO. Con i suoi 16.000 metri quadrati, diventerà ancora più grande del concorrente – e dal giorno della pubblicazione ufficiale dei piani, i rapporti fra le due Città si sono fatti disarmonici. Il Parlamento di Costanza ha ufficialmente incaricato il Governo cittadino di procedere giuridicamente contro il progetto. L’Esecutivo spera sia possibile raggiungere una soluzione pacifica. Le vicissitudini delle settimane passate, tuttavia, indicano che non sarà facile; prima gli esperti della Città di Costanza hanno accusato gli esperti della Città di Singen di sminuire il Piano regolatore e pronosticare ricavi troppo modesti, poi si è giunti a una richiesta ufficiale della Città di Costanza, che pretende dai vicini un ridimensionamento del nuovo centro commerciale a 10.000 metri quadrati.

Singen vuole attrarre gli zurighesi

Singen non intende comunque acconsentire alla richiesta: «I metri quadrati rimangono 16'000», afferma il sindaco Bernd Häusler; il centro commerciale deve avere queste dimensioni affinché sviluppi una sufficiente attrattività – sufficiente per attirare anche gli zurighesi.

Ufficialmente Costanza giustifica la propria ingerenza negli affari del vicino sostenendo che il centro commerciale non corrisponde al Piano di sviluppo del paesaggio. Quali timori e quanta rabbia nasconda il comunicato stampa del Governo cittadino, tuttavia, lo si vede bene leggendo il protocollo di una seduta alla quale hanno partecipato il sindaco e i rappresentanti dei partiti. Il tema di fondo della discussione sono i soldi. Il rappresentante della SPD teme che vi sarà una concorrenza rovinosa, se la clientela svizzera dovesse spostarsi. Si parla anche, in generale, della competizione economica fra le due Città. Il rappresentante dei Freie Wähler si lamenta del fatto che Singen miri a scalzare i vicini dal rango di «centro superiore»: «Questo dispiace molto a Costanza». A termine della seduta, gli esperti chiedono ulteriori perizie.

Effettivamente al sindaco di Singen è stato chiesto di rendere la sua città un «centro superiore», ma lui sostiene di non essere interessato – anche se, discutendone, non riesce a nascondere la propria simpatia per questa prospettiva. La giovane e piccola Singen che declassa Costanza, la vecchia Reichstadt che scrisse la storia con il suo Concilio dal 1414 fino al 1418… Bernd Häusler in effetti si lascia scappare che Singen ha quasi raggiunto Costanza, a livello economico: «E questo centro commerciale potrebbe ulteriormente rafforzarci».

I tedeschi si oppongono

Fra i due centri di shopping litiganti, tuttavia, potrebbe ben presto arrivare anche un inaspettato terzo incomodo – un concorrente sull’altro lato del confine. A Wigoltingen, su suolo turgoviese, è infatti in fase di pianificazione un nuovo grande outlet. La versione finale del progetto finale prevede che questo centro sia grande come quelli di Singen e Costanza, messi insieme: 30.000 metri quadrati. Di conseguenza, questa mega-struttura non solo potrebbe intercettare i turisti della spesa svizzeri sulla loro strada per la Germania, ma magari addirittura attirare cittadini tedeschi nel Canton Turgovia. L’outlet, che si chiamerà delreich , promette alla clientela una costruzione elegante, all’interno della quale saranno venduti vestiti e scarpe di marchi di lusso a prezzi ridotti.

Alla prima occasione utile, le autorità germaniche hanno già sollevato le proprie obiezioni ufficiali contro il progetto. I visitatori potrebbero creare code fino a Costanza, si è giustificata l’associazione Hochrhein-Bodensee delle Città di Costanza, Singen e Radolfzell. La presidentessa in carica, la consigliera cantonale Marion Dammann, ammette tuttavia che l’associazione vuole in primo luogo evitare che i ricavi attuali delle Città tedesche vadano persi. In particolare, Costanza e il suo commercio al dettaglio potrebbero essere «lievemente disturbati», con la conseguenza che svariati negozi potrebbero chiudere i battenti.

Jürg Klopfenstein, un investitore dell’outlet turgoviese, non può che scuotere la testa: «I tedeschi accettano volentieri i franchi svizzeri, ma se capita che siano loro a portare qualche euro nella Confederazione, allora tutti si oppongono». A suo dire, l’intervento delle autorità tedesche è un atto di arroganza, da parte di chi non avrebbe il diritto di intromettersi. Ciononostante, Klopfenstein si dice «felice delle obiezioni da parte della Germania». Ogni protesta, infatti, non soltanto fa accorrere i media di tutta la Svizzera, ma invoglia nel contempo a fare la spesa a Wigoltingen, informando i consumatori tedeschi sul prossimo arrivo di un’offerta alternativa.

Il rischio del tasso di cambio

Secondo i piani di Klopfenstein, che lavora al progetto dal 2005, l’outlet potrà aprire le proprie porte non prima del 2020. I promotori stanno lavorando a stretto contatto con i gestori del centro Fashion Fish a Schönewerd e – secondo i risultati delle prime indagini – già oggi sarebbero in grado di affittare i primi 20.000 metri quadrati delle superfici di vendita. L’intenzione è di investire nel complesso 140 milioni di franchi, e di occupare 250 persone.

Ad ogni modo, quale dei tre centri commerciali vincerà e quali perderanno dipenderà da una dimensione che nessuno può influenzare: il tasso di cambio. Solo perché nel 2016 vi è stato un leggero indebolimento del franco svizzero, il LAGO ha perso il 2% della propria cifra d’affari, ammette il manager Peter Herrmann, e ha quindi deciso di prepararsi in anticipo ad affrontare la concorrenza – investendo altri 6 milioni di euro.


L’INTERVISTA – Il turismo della spesa è in calo

Nella zona di confine sono stati costruiti troppi negozi – a causa degli svizzeri, sostiene Bertram Paganini.

«Il turismo della spesa stagna» comunicavano gli uffici doganali tedeschi per il 2015. Vale anche per il 2016?

Non disponiamo ancora di dati ufficiali; tuttavia, grazie a informazioni che ricevo dai commercianti e dalle dogane, so che non solo sta stagnando ma che è addirittura in calo. Va detto che quando a inizio 2015 la Svizzera ha abbandonato il tasso di cambio fisso abbiamo raggiunto un picco, perciò non penso che riusciremo a replicare quei valori.

Ma il franco non è più debole di un anno fa.

Durante il 2015 abbiamo a tratti assistito a un tasso di cambio 1:1, che aveva un effetto di richiamo ben diverso. Inoltre, il commercio al dettaglio svizzero si sta molto impegnando: è messo sotto pressione non soltanto dai turisti della spesa, ma anche da Aldi e Lidl, che si perseguono una politica dei prezzi aggressiva e continuano a espandere la loro rete. La spesa è ancora nettamente meno cara in Germania, ma per quanto riguarda ad esempio i prodotti elettronici la differenza di prezzo non è più così grande. Soprattutto gli svizzeri che vivono lontani dalla frontiera non si spostano più così spesso in Germania, perché non conviene più fare tanta strada.

Quanto è importante la clientela svizzera per la zona di frontiera?

È molto importante. La cifra d’affari del commercio al dettaglio della nostra Regione si aggira attorno ai 4,5 miliardi di euro, e supponiamo che 1,6 miliardi provengano da cittadini svizzeri – In termini più semplici, parliamo di 4 euro ogni 10 incassati.

A Singen intendono costruire un grande centro commerciale. C’è il pericolo che tra poco i negozi saranno vuoti?

Già oggi abbiamo delle sovraccapacità, soprattutto nei settori dell’arredamento e dei prodotti alimentari. Il CANO renderà ancora più dura la concorrenza, ma partiamo dal presupposto che la situazione si inasprirà principalmente per la stessa Singen, senza danneggiare gli operatori di Costanza.

E quale influsso potrà avere il progetto dell’outlet nel Canton Turgovia?

Dipende dall’offerta. Negozi con vestiti, scarpe e prodotti alimentari saranno sicuramente visti come una reale concorrenza per il commercio al dettaglio di Costanza.

Ha detto che già attualmente vi sono sovraccapacità. Pensa sia a causa degli svizzeri?

Sì. Nella regione abbiamo 1,3 milioni di metri quadrati di superfici di vendita. Senza il turismo della spesa sarebbero soltanto 800 mila.

Cosa succederebbe se si indebolisse il franco?

Tutta la regione ne risentirebbe. Il tasso di cambio è un’importante dimensione: gli svizzeri acquistano qui perché è meno caro. Ad ogni modo, quando fu introdotto l’Euro eravamo confrontati a un tasso di cambio di 1,65 e siamo riusciti a sopravvivere, anche se a quei tempi gli svizzeri spendevano 500 milioni di euro anziché gli attuali 1.6 miliardi. Certo, ai tempi avevamo qualche centinaio di migliaio di metri quadrati di superficie di vendita in meno…

Bertram Paganini è responsabile della sede di Costanza della Camera dell’industria e del commercio della regione Hochrein-Bodensee.