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N1 - 2019

elezione

Autori: Mattia Bertoldi
Data: 11 marzo 2019

«Nella busta di voto, una fetta di prosciutto»

A colloquio con Stefano Salvadè (CSI) tra aneddoti e ricordi

«La prima novità di queste elezioni cantonali? I nuovi scanner!» Stefano Salvadè (vice-direttore del Centro Sistemi Informativi, o CSI) si prepara al 7 aprile 2019 con il sorriso sulla bocca: dopo dodici anni di onorato servizio, i vecchi apparecchi sono stati sostituiti con macchine meno costose ma più efficienti. Insieme a lui ripercorriamo il percorso di una scheda elettorale nel giorno di voto e scopriamo le sorprese nelle quali incappano ogni anno i funzionari al momento di aprire le buste.

Ma partiamo dall’inizio. Scoccano le 12 del 7 aprile 2019: cosa succede?

«Le pattuglie di polizia (comunale o cantonale, in base al Comune) prelevano le schede in cassette chiuse e sigillate. Queste vengono trasportate al Palasport di Bellinzona, dove oltre 150 persone attendono negli uffici di spoglio. Domenica 7 aprile (giorno dello spoglio per l’elezione del Consiglio di Stato) e lunedì 8 aprile (per il Gran Consiglio) saranno più di 220 i dipendenti dell’Amministrazione cantonale in servizio».

Quanti sono gli uffici di spoglio, e come funzionano?

«Sono sei in tutto (uno è di riserva) e ognuno è presieduto da un giudice di pace, affiancato da due assessori giurati; questi aprono le cassette e verificano che sia tutto in ordine. In caso positivo, la cassetta viene appoggiata su un tavolo dove quattro funzionari amministrativi dell’Amministrazione cantonale avranno il compito non solo di aprire le schede, ma anche di verificare che non vi siano scritte estranee e che possano essere lette dagli scanner. Dopodiché creeranno dei mazzetti da cento schede l’uno, tutte a faccia in su. Di solito, è questo il momento in cui ci sono le maggiori sorprese».

In che senso?

«Ricordo un anno in cui qualcuno ha votato per corrispondenza e ha inserito una fetta di prosciutto crudo nella busta di trasmissione della scheda. In un altro caso, una persona aveva riempito di note la sua scheda, creando una filastrocca o un gioco di parole accanto al nome di tutti i candidati. Alcune facevano anche molto ridere, e bisogna dire che la fantasia degli elettori ha pochi limiti in tal senso».

L’ha conservata?

«Impossibile. Per legge, tutte le schede di voto vengono conservate secondo i termini di legge e poi distrutte. Nessuna eccezione. Inoltre, quella scheda fu annullata per evidenti segni di riconoscimento».

Se la scheda non presenta scritte o appunti strani, cosa succede?

«Prima di scansionare le schede di un dato Comune è necessario leggere il corrispondente codice a barre apposto sulla cassetta, per ‘inizializzare’ lo scanner; i plichi da cento schede l’uno vengono poi inseriti nei nuovi scanner, che abbiamo testato nelle ultime settimane. La macchina è programmata per rilevare in ogni quadratino un eventuale annerimento, che viene così trasformato in un voto. Se la macchina rileva un numero eccessivo di voti preferenziali (per esempio 91 anziché 90 su una scheda di voto per il Gran Consiglio), questi vengono annullati in automatico dal sistema e si terrà conto solo del voto di lista. È importante sottolineare che la macchina analizza solo gli annerimenti nei quadratini corrispondenti a liste e candidati: se un elettore si sbaglia e mette la crocetta al di fuori di quel perimetro (per esempio sul nome del candidato), la scheda non può essere rilevata dagli scanner e pertanto viene tolta dal plico per essere ripresa (ovvero, conteggiata) manualmente. Da notare che dieci collaboratori sono istruiti appositamente per svolgere questa attività».

E se uno mette una croce per sbaglio, e vuole ‘cancellare’ quel voto riempiendo il quadratino di nero?

«Lo scanner non distinguerebbe la differenza tra il riempimento e le altre crocette, e lo conteggerebbe come voto. In questi casi, come detto, la scheda viene tolta dal plico di schede che passa nello scanner per essere ripresa manualmente. In caso di altri errori di compilazione, i cittadini possono annunciarsi in Comune e richiedere una nuova scheda di voto».

Ma torniamo agli scanner. In quanto tempo un macchinario del genere elabora una scheda?

«Nel caso del Gran Consiglio, dove bisogna contare un massimo di 90 crocette per i voti preferenziali più una crocetta per il voto della lista o sulla dicitura ‘Scheda senza intestazione’, il tempo richiesto per processare una scheda è inferiore a un secondo».

Che cosa allora potrebbe ritardare il conteggio dei voti?

«Innanzitutto il trasporto delle schede verso Bellinzona, che può dipendere da eventuali difficoltà viarie. Poi bisogna considerare lo stato delle schede: se una scheda è contestata perché presenta dei segni poco chiari, giudice di pace e assessori giurati possono richiedere l’assistenza dell’ufficio di accertamento che dovrà pronunciarsi sulla scheda. Bisogna poi tener conto anche di eventuali danneggiamenti fisici della scheda: quando si votò per le aggregazioni di Lugano e Mendrisio, alcune buste del voto per corrispondenza furono aperte con un apribuste che lacerò parte delle schede di voto, rendendone impossibile la lettura tramite scanner perché li avrebbero inceppati».

Come andò a finire?

«Tutte le schede danneggiate furono riprese a mano nel sistema».