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N3 - 2018

sensibilizzazione

"Rendiamo accessibile l’inaccessibile". In altre parole: fare tanto con poco

A tu per tu con Simone Mignami, specialista di accessibilità per l’Area dei servizi amministrativi e gestione del web

Autori: Giada Moratti
Autori foto: Elizabeth La Rosa
Data: 14 giugno 2018

Simone Mignami ha trenta anni ed è specialista di accessibilità per l’Area dei servizi amministrativi e gestione del web della Cancelleria dello Stato. Simone è ipovedente dall’età di undici anni, momento in cui gli è stata diagnosticata la retinite pigmentosa: una malattia genetica che colpisce la retina e degrada la vista fino a condurre alla cecità. Ingegnere informatico laureato alla SUPSI nel 2015, dopo un anno di lavoro come assistente presso l’istituto Information Systems and Networking (ISIN), nel 2017 ha iniziato la sua carriera come specialista di accessibilità per l’Amministrazione cantonale (vd www.ti.ch/accessibile). Qui si occupa di sviluppo web, ma anche di accessibilità. Uno dei suoi obiettivi è quello di rendere il portale dell’Amministrazione accessibile a tutti: il progetto «Web per tutti», ideato dall’Area e promosso in collaborazione con il Servizio dell’informazione e della comunicazione del Consiglio di Stato, ha come obiettivo proprio quello di abbattere finalmente le barriere informatiche, di ristrutturare le pagine del portale in modo da ottenere delle pagine accessibili, semplici e intuitive a beneficio della totalità della popolazione.

Parlando in termini di accessibilità quale credi sia il problema maggiore nella costruzione web del sito dell’Amministrazione cantonale (AC)? In che ambito riscontri più difficoltà quando ti capita di lavorare con le pagine dell’AC?

Uno dei problemi maggiori, a mio avviso, è la grande quantità e varietà di attori che producono contenuti. Questo rende difficile sensibilizzare tutti in maniera adeguata a costruire pagine accessibili.
Prendiamo ad esempio i file PDF derivati da scansioni di documenti: se non si attiva la tecnologia OCR (Optical Character Recognition) le pagine sono semplici fotografie, inaccessibili alle persone con disabilità visive, oltre che molto più pesanti in termini di byte.

«Simulando comportamenti e adoperando tecnologie proprie delle persone con disabilità, identifico delle barriere di accessibilità»

Non dimentichiamo il fatto che sei un informatico e che stai lavorando ad una banca dati contenente le modifiche che andrebbero fatte per sistemare le pagine dell’AC. Potresti spiegarci come avviene il processo di analisi delle pagine?

«Sono informatico, ma in realtà non faccio l'informatico. Esserlo mi permette solo di capire il codice e parlare la lingua di chi lo scrive tutti i giorni. L’accessibilità si basa su delle linee guida riconosciute a livello internazionale. Siccome le analisi devono essere coerenti e ripetibili, abbiamo realizzato un protocollo d'azione che indichi passo-passo come muoversi. In sintesi, navigo le pagine di ogni Dipartimento e identifico dei "servizi"; possono essere delle pagine con informazioni o complessi moduli da compilare.
Qui ho introdotto un nuovo approccio, leggermente diverso dallo standard: invece di iniziare dalla soddisfazione di ogni singola linea guida, che di per sé può non essere sinonimo di completa accessibilità, parto dal punto di vista dell'utente. Simulando comportamenti e adoperando tecnologie proprie delle persone con disabilità, identifico delle "barriere di accessibilità", cercando di rispondere a tre domande:

1. Riesco a capire cosa il servizio vuole che io faccia?
2. Riesco ad adoperare il servizio?
3. Il risultato dell'operazione è accessibile?

Le mie osservazioni finiscono poi nella banca dati che ho creato, che mi permette in un secondo momento di generare dei rapporti destinati a chi poi andrà concretamente a eseguire le riparazioni.
I benefici di questo approccio sono una maggior efficacia della risoluzione dei problemi, perché mette l'utente con disabilità al centro del processo. E naturalmente una miglior efficienza, applicando una lista di priorità alle barriere in funzione di quanto incidono sull'utilizzo del servizio».

«Pochi sanno che, quando fu ideato il codice per costruire le pagine web, si pensò già a una forma di Internet inclusiva e senza barriere. Da allora abbiamo tutti gli strumenti adatti allo scopo e dobbiamo solo sapere come attivarli»

Oggettivamente (ma soprattutto per i profani dell’informatica che potrebbero spaventarsi sentendo parole come “aggiornamento”, “ridisegnare”, “cambiamento di codici” e cose del genere), quanto è impegnativo fare passi tecnici verso l’accessibilità web? Si tratta di fare una transizione onerosa e complessa o è più facile di quello che si pensa?

«Pochi sanno che, quando fu ideato il codice per costruire le pagine web, si pensò già a una forma di Internet inclusiva e senza barriere. Da allora abbiamo tutti gli strumenti adatti allo scopo e dobbiamo solo sapere come attivarli. Il bello è che, nella maggior parte dei casi, non ci si accorge quando sono messi in funzione, perché vanno silenziosamente ad aiutare solo chi ne ha realmente bisogno.
Il mio compito è di ispezionare le pagine e proporre delle modifiche per attivare qua e là alcune istruzioni: è un lavoro minuzioso, ma nella maggior parte dei casi assolutamente non invasivo.
Per esempio, sapevate che in tutte le pagine c'è un grosso link che si attiva solo per le persone che hanno difficoltà motorie o visive? Magari ci siete passati decine di volte senza farci caso: andate su www.ti.ch e, appena la pagina appare, premete il tasto tabulatore (o Tab) sulla tastiera. In cima appare quello che in gergo si chiama uno "skip link", che permette a chi naviga con la tastiera di arrivare subito al contenuto principale senza dover navigare tutti i menu».

Le disabilità comprendono un esteso raggio di tipologie e, considerando le disabilità di tipo temporaneo o situazionale, ci si rende conto che chiunque è potenzialmente a rischio. Una pagina accessibile è quindi davvero una pagina più semplice per tutti?

«Assolutamente sì: in questo modo tutti beneficiano di una pagina web accessibile, solo che è difficile accorgersene. Pensiamo ad esempio ai "checkbox", quei quadratini con i quali mettere o togliere un segno di spunta. Sono accompagnati da un'etichetta, un testo che ne spiega lo scopo, per esempio "ho letto e accetto i termini di utilizzo del servizio". Molti sviluppatori si dimenticano di collegarli nel codice della pagina, e perciò per attivarli è necessario cliccare esattamente il quadratino. Quando lo sono, invece, possiamo attivarlo anche toccando il testo, che è più grande. Provate a farlo col cellulare mentre siete su un bus sobbalzante e capirete quanto può essere difficile, anche senza avere un handicap motorio».

«Curare l'accessibilità significa avere la capacità di mettersi nei panni dell'altro, capire come agire perché questa persona possa usufruire di una risorsa, reale o digitale»

Perché, in fondo, è così importante sensibilizzare le persone al tema dell’accessibilità?

«Il tema dell'accessibilità non è confinato solo al web, ma si applica a tutta la nostra vita quotidiana. Tutti noi inconsciamente siamo promotori di accessibilità. Quando un passante ci chiede informazioni, ad esempio, cerchiamo di essere il più chiari possibile perché riesca a trovare quello che sta cercando. Oppure, se abbiamo dei bambini, tenderemo a sistemare i loro giocattoli in basso dove possano raggiungerli facilmente. Curare l'accessibilità significa avere la capacità di mettersi nei panni dell'altro, capire come agire perché questa persona possa usufruire di una risorsa, reale o digitale. Ma non possiamo certo immaginare tutte le possibili situazioni, soprattutto quelle particolari e magari sconosciute di chi vive con un handicap.
Ecco perché la sensibilizzazione è importante: perché basta poco per rendere la vita più semplice al prossimo.
Un esempio su tutti? Essendo ipovedente, non avete idea di quanto sia imbarazzante (e antipatico) per me, incontrare qualcuno che mi saluta per strada e non aver idea né di chi sia né se si rivolga a me. Ora che lo sapete, provate a salutarmi nei corridoi con un semplice "Ciao Simone, sono Giovanni"».



E per chi vuole vederci più chiaro…

Benché di uso comune e all’apparenza non troppo difficile come parola, questo termine nasconde dietro la sua immediatezza un mondo intero. Esistono diversi tipi di accessibilità e, se per definizione, qualcosa di «accessibile» è qualcosa di “chiaro”, “intelligibile” e la “caratteristica di ciò cui si può facilmente accedere”, nella realtà dei fatti non è sempre così. Non lo è soprattutto per quanto riguarda il mondo digitale. L’accessibilità di cui stiamo parlando è infatti proprio quella legata alle pagine internet, ai mezzi di comunicazione online: l’accessibilità web appunto.

Riuscire ad ottenere una reale accessibilità di questo tipo porta a conseguenze tutt’altro che banali; rendere delle pagine accessibili significa eliminare tutte quelle barriere informatiche che ostacolano gli utenti con disabilità nell’uso di tecnologie digitali – ormai fondamentali per lo svolgimento di attività quotidiane, dal lavoro allo svago. Non tenendo conto di questa categoria di persone, spesso si riscontrano delle carenze nella progettazione dei software e dei contenuti dei siti web, i quali non rispettano i principi della progettazione universale e dell’usabilità, nonché della possibilità di utilizzare dispositivi specificamente realizzati per favorire l’uso dei computer da parte degli utenti con disabilità (come per esempio le tecnologie ausiliarie, gli screen reader, i sintetizzatori vocali o la possibilità di navigare tramite tastiera).

L’Organizzazione mondiale della sanità stima che la percentuale di persone con handicap al mondo si aggiri attorno al 15% (in Svizzera circa 1,8 milioni di persone) ma il valore va esteso poiché non esistono soltanto tipologie di disabilità permanente. A essa si aggiungono infatti disabilità temporanee (come per esempio una tendinite) e disabilità situazionali (come può esserlo il rumore del traffico che ci impedisce di ascoltar l’audio di un video), in cui chiunque può incappare. I benefici apportati da un nuovo e accessibile disegno di un sito web hanno dei benefici sui motori di ricerca e sull’utilizzo in generale della pagina, che diventa immediatamente più semplice, veloce e performante per tutti i suoi utilizzatori. Studi svolti a livello nazionale nel 2016 hanno mostrato come, su differenti campioni concernenti i siti cantonali, i siti dei comuni più importanti, i portali di informazione, le pagine delle università, quelle di aziende para pubbliche come la Posta o la Swisscom o le pagine su cui fare acquisti online sono caratterizzati da diverse lacune legate al tema dell’accessibilità. Anche se qualcosa si muove e il problema è riconosciuto, il ritmo è troppo lento. L’accessibilità è un tema che riguarda tutti, quindi facciamo sì che chiunque possa raggiungerlo.

Per saperne di più tenete d’occhio le novità che appariranno nell’intranet dell’AC e visitate il sito www.ti.ch/accessibile