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N2 - 2018

realizzazione

Autori: Redazione DT
Autori foto: Redazione DT
Data: 10 aprile 2018

Traffico stradale: risanamento fonico all’avanguardia

Intervista a Giovanni Bernasconi, capo della Sezione della protezione dell’aria dell’acqua e del suolo

Il Dipartimento del territorio, accanto alla strategia che mira a velocizzare i lavori per l’allestimento del catasto del rumore stradale, sta adottando dei progetti di risanamento fonico su tutto il territorio cantonale. Ne parliamo con Giovanni Bernasconi, capo della Sezione della protezione dell’aria dell’acqua e del suolo.

Giovanni Bernasconi, in quale misura il Cantone Ticino è interessato dall’inquinamento fonico prodotto dal traffico stradale?

Le strade sono una delle fonti più importanti dal profilo dell’inquinamento fonico: basti considerare che abbiamo circa mille chilometri di strade cantonali, oltre alle strade nazionali e alle strade comunali. Delle prime, tre-quattrocento chilometri necessitano di un risanamento, mentre che sono una settantina i chilometri di strade comunali che dovranno essere oggetto d’intervento. Ciò detto, da una parte la rete è molto estesa, mentre dall’altra, la conformazione del territorio cantonale, non aiuta. Infatti, la stessa fa sì che quasi tutte le fonti (strada cantonale, autostrada, ferrovia, insediamenti,…) si concentrino sul fondovalle.

E il traffico veicolare, in continuo aumento, non aiuta…

Proprio così. La sua crescita è stimata in circa il 2% all’anno sulle autostrade, rispettivamente l’1% sulle strade cantonali.

Come definirebbe il concetto di rumore?

Premesso che ci si rende conto del rumore quando dà più fastidio, ovvero, per esempio - tornando al traffico - durante le ore di punta, si tratta di una questione in parte oggettiva e in parte soggettiva. La percezione del rumore è un tema molto interessante, nel senso che il rumore è sempre quello che fanno gli altri, mentre noi facciamo…musica! In genere, il rumore è quel suono che non porta nessuna informazione rilevante, in quanto fuori contesto.

Negli scorsi mesi il Dipartimento del territorio ha acquisito la fotografia acustica dei vari Comuni in funzione del rumore stradale. Sono emerse sorprese rispetto a ciò che vi aspettavate in termini di dati?

No. Diciamo, piuttosto, che abbiamo avuto delle conferme. Avevamo calcolato per tutto il Ticino un 30% di popolazione esposta. Sulla base di un calcolo preliminare, i catasti sinora misurati attestano questa percentuale attorno al 25%.

Dalla fotografia acustica del Cantone, ai sistemi che permettono di ridurre le emissioni inquinanti dal punto di vista fonico, per esempio la pavimentazione fonoassorbente…

La fotografia acustica è il primo passo. Il secondo, invece è il progetto di risanamento vero e proprio che, pur tenendo conto del probabile incremento del traffico per i prossimi vent’anni, deve proporre degli interventi per attenuare e ridurre l’esposizione al rumore della popolazione. È un compito difficile, questo, poiché gli stessi sono molto onerosi. Evidentemente, l’asfalto fonoassorbente è un intervento molto importante in quanto agisce alla fonte. Di conseguenza, tutti beneficiano di questo effetto di riduzione.

E, in questo senso, la tecnologia è in evoluzione…

Certamente! Soltanto fino a qualche anno fa, gli asfalti fonoassorbenti davano un decibel di riduzione, che è poco; oggi abbiamo degli asfalti che danno, mediamente, tre decibel di riduzione, il che, a livello di rumore corrisponde a una riduzione del traffico del 50%.

A partire da quale velocità questo genere di asfalto si rivela particolarmente efficace?

Fino a dieci-quindici anni fa si diceva fosse efficace a partire da una velocità di ottanta chilometri orari. Oggi, grazie all’evoluzione tecnologica, questo genere di asfalto si rivela efficace anche a basse velocità, ovvero nei centri abitati anche al di sotto dei cinquanta.

E i ripari fonici? Giocano un ruolo altrettanto importante?

Diciamo che i ripari fonici, con una riduzione di quindici-venti decibel, a dipendenza del punto di ricezione, hanno un’efficacia più elevata rispetto all’asfalto fonoassorbente, perlomeno a livello locale e puntuale.

Chiudiamo con uno sguardo al futuro. Su che cosa occorre ancora lavorare?

A mio avviso, occorre agire, in particolare a livello di pianificazione, anticipando i problemi e preservando delle aree di quiete. Senza dimenticare, però, che il rumore sarà sempre presente e che, soprattutto, il comportamento di ciascuno di noi è fondamentale.

Per maggiori informazioni: www.oasi.ti.ch e www.ti.ch/rumore