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N3 - 2017

appartenenza

Thoma con cappa magna, feluca e scettro

Autori: Mattia Bertoldi
Data: 03 settembre 2017

Una vita da usciere

Sergio Thoma ricopre la funzione da quasi vent’anni. Ecco la sua storia

Cappa magna, feluca e scettro: sono questi gli strumenti del mestiere del 51.enne Sergio Thoma, alle dipendenze della Messaggeria governativa dal 1991 ma attivo anche come usciere dal 1998. «È una funzione unica nel nostro Cantone, non c'è nessun altro come me» rivela con un pizzico di orgoglio. E a ricordare il ruolo, su iniziativa del Cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri, da qualche settimana a questa parte la sua divisa rossoblù è esposta dietro a una teca nella sala del protocollo, a fianco di quella del Consiglio di Stato.

Signor Thoma, come è arrivato a prendere il posto del suo predecessore, Dante Clerici?

«In seguito al suo pensionamento, il ruolo è rimasto scoperto per alcune settimane. C'è stato un sondaggio interno da parte dell'allora Cancelliere dello Stato Giampiero Gianella e io ero tra i sette-otto candidati. Quando un venerdì sera sono stato convocato nel suo ufficio per un primo colloquio e mi ha chiesto se volevo diventare usciere, non ho esitato un attimo: ho risposto subito di sì, e dopo qualche settimana ero al fianco della signora Masoni a rappresentanza del Consiglio di Stato alla Mustermesse Basel (MUBA). Ricordo anche la mia prima volta in Gran Consiglio: ero un po’ impacciato, ma per fortuna l’allora presidente Chiara Simoneschi-Cortesi mi ha aiutato con alcune dritte».

Cosa l’ha spinta ad accettare la carica?

«Per me è un ruolo molto importante, vuoi per la sua unicità, vuoi per la possibilità di essere in continuo contatto coi nostri politici: è bello essere al fianco dei nostri governanti. Inoltre, penso dipenda anche dal fatto di aver seguito in precedenza una carriera militare, raggiungendo il grado di aiutante di Stato maggiore. E in questi anni posso dire di aver maturato un certo… attaccamento anche a questa divisa».

O "divise", visto che ormai siamo abituati a vederla sui giornali in diverse vesti...

«Esatto. Quella forse che rimane più impressa nella memoria è la cappa magna rossoblù, da indossare all'esterno del Palazzo delle Orsoline in occasione di visite e partecipazioni ufficiali. All'interno dell'edificio, invece, indosso una livrea nera e guanti bianchi. Durante le sedute del Gran Consiglio, inoltre, mi occupo di lavori amministrativi come rispondere al telefono, distribuire la documentazione ai parlamentari, redigere le liste d'entrata e d'uscita, occuparmi dell'urna in caso di voto segreto».

Nel corso della sua carriera ha partecipato a decine di eventi e ricorrenze. Quali quelli più memorabili?

«Ognuno è memorabile a modo suo, e per me è stata una fortuna poter assistere da così vicino a eventi così importanti: la visita del Governo a Expo 2002 a Bienne per il ruolo di ospite del Ticino, i festeggiamenti per il Bicentenario del cantone, la trasferta a Milano per Expo 2015 e (nello stesso anno) il ricordo della battaglia di Marignano, solo per citarne alcuni. Ci sono state però anche occasioni più tristi, come per esempio i funerali di Giuseppe Buffi e Michele Barra, o quelli dei ragazzi ticinesi periti a Marrakech. Momenti commoventi».

Momenti che lei mantiene vivi, e non solo nella memoria.

«A casa cerco di catalogare tutto: articoli di giornale e fotografie, soprattutto. Una galleria di ricordi che mostro sempre volentieri, e con un pizzico di fierezza».

Ricorda un aneddoto divertente, in questa avventura lunga 18 anni?

«Non sempre il ruolo dell'usciere viene riconosciuto. Una volta stavo accompagnando l’allora Consigliere di Stato Gabriele Gendotti a un evento, quando siamo stati intercettati da una giornalista della Radiotelevisione della Svizzera italiana: pensava fossi un giullare di corte! Ma lo capisco, è per via dei colori sgargianti della mia divisa che sono molto apprezzati dal pubblico e soprattutto dai bambini».

Quale, invece, il politico ticinese a cui si è più affezionato?

«Devo dire che provo nei confronti di tutti un po' di soggezione: cerco sempre di non andare oltre ciò che il mio ruolo prevede. Ma con i Consiglieri di Stato Norman Gobbi e Paolo Beltraminelli, devo ammettere, c'è intesa e abbiamo un rapporto molto schietto».