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News extra

Autori: Mattia Bertoldi
Data: 25 ottobre 2017

“Il collezionismo è una questione di cuore”

Massimo Pelloni lavora per l’Ufficio della Migrazione (settore giuridico), ma ha anche un'altra passione: quella per la sua Alfa Romeo 2000 Spider del 1972

Massimo Pelloni, 47 anni di Bellinzona, lavora dal 2001 per l’Amministrazione cantonale e il Dipartimento delle istituzioni. Oltre al suo impiego all’Ufficio della Migrazione (settore giuridico), è attivo anche su un altro fronte: quello del collezionismo, in formato mini e maxi. “Da una parte sono un appassionato modellista e mi interesso soprattutto di modelli in scala 1:43. Dall’altra, sono un amante delle automobili d’epoca e felice possessore di un’Alfa Romeo 2000 Spider del 1972”.

Immaginiamo che la passione per i modellini sia stata la prima a emergere.

“Esatto, e ancora ricordo il primo esemplare: un’Alfetta GT che mi ha regalato la nonna per i buoni risultati della pagella di prima elementare. Avevo solo sette anni, ma ricordo di aver esposto quel modello nella mia prima cameretta, giocandoci prudentemente in maniera da non rovinarla. Infatti, l’ho ancora”.

Quante automobili sono passate sui suoi scaffali, dopo quella mitica Alfetta?

“Circa un migliaio. Ci sono modelli comuni e altri più rari, ma il più delle volte la spesa è modica. Io colleziono soprattutto modelli italiani: Alfa Romeo, Lancia, Maserati e Lamborghini, per esempio, con lo sfizio di qualche Porsche, di tanto in tanto. Mi capita però anche di acquistare altri modelli, in occasione per esempio di un dono: a un ex insegnante di religione della scuola elementare che guidava una Renault 5 ho regalato una riproduzione della sua vecchia automobile in scala”.

Le è mai capitato di pensare: “basta, ora vendo tutto”?

“No, mai. In qualche caso ho ceduto dei piccoli lotti di modellini per acquistarne uno di maggior pregio. Per il resto il collezionismo è soprattutto una questione di cuore. Io amo raccogliere gli esemplari e raggrupparli in vetrine da novanta pezzi, dove li espongo secondo una linea filologica-temporale: c’è quindi un settore dedicato alle Alfa ante-guerra, un altro a quelle del periodo 1950-70 e un altro ancora riservato ai modelli recenti fino a quelli attuali, così da poter scorgere l’evoluzione del marchio. Ci sono però amici che prediligono raccogliere i loro pezzi in base al nome di chi ha disegnato la carrozzeria, o secondo altri criteri. A ognuno il suo insomma, ed è bello vedere anche come si comporta chi comincia una collezione: il mio consiglio è quello di partire da un esemplare di piccolo valore, per poi ampliare la raccolta. Nel frattempo, inoltre, è necessario studiare, leggere molto e soprattutto – per i modelli antichi degli anni 50’ e 60’ chiamati in gergo “obsoleti” – imparare a distinguere i falsi che purtroppo rovinano il mercato”.

In questi giorni ha già messo gli occhi su qualche nuovo esemplare?

“Ora mi sto interessando a un’Alfa Romeo Touring 8c Superleggera Spyder, un’automobile realizzata in soli tre esemplari in tutto il mondo! Ma se il modello reale è inarrivabile, il modellino potrebbe presto entrare nella mia collezione. Un artigiano milanese ha infatti avviato una produzione di modellini in resina per un centinaio di esemplari in totale; spero di poterci mettere sopra le mani come regalo di Natale”.

Il passaggio dal modellismo alla realtà le è però riuscito, qualche anno fa…

“Dopo aver avviato la mia collezione di modellini e aver messo da parte qualche risparmio, a 33 anni ho potuto acquistare un’Alfa Romeo 2000 Spider del 1972, che ancora posseggo. Mi sono poi iscritto all’associazione Soci Alfa Vécc Ticino (www.alfavecc.ch) grazie alla quale prendo parte a eventi, scampagnate ed eventi benefici. I momenti che preferisco sono le visite ai mercatini tradizionali, in nord Italia o a Lucerna, dove è possibile scovare pezzi di ricambio altrimenti introvabili, anche su Internet. Per quanto riguarda il modellismo, mi piace però affidarmi anche al nostro negozio di riferimento in Ticino: il Mini-Mondo, a Sant’Antonino”.

Quali sono i punti in comune tra la sua passione e il lavoro per l’Amministrazione cantonale?

“Non è facile individuare delle somiglianze, ma direi che il rigore che metto nel collezionismo è applicabile anche in una biblioteca giuridica, soprattutto quando bisogna catalogare dei volumi o sistemare un archivio. Anche il lavoro nella mia associazione di riferimento mi ha portato dei benefici a livello professionale: parlare in pubblico e saper gestire un colloquio sono delle competenze che ho sviluppato grazie al lavoro in seno al club”.

Quali precauzioni prende quando tira fuori la sua automobile dal garage?

“La prima regola del collezionista di automobili d’epoca è di lasciare chiusa nell’autorimessa l’automobile da novembre a marzo, ovvero quando le strade si riempiono di sale contro il ghiaccio. Il motivo è semplice: la ruggine! Poi ci sono i collezionisti più feticisti, che prima di mettersi alla guida chiamano Locarno-Monti per chiedere rassicurazioni sulle condizioni meteorologiche. Io non sono però a quel livello: ho affittato un box in periferia e la uso in determinate occasioni, ma se un giorno prende la pioggia non me ne faccio un cruccio”.

Quali sono i momenti più indimenticabili al volante?

“Di sicuro aver aiutato delle persone a rendere i loro momenti speciali… ancor più speciali. La mia Alfa è stata protagonista di una festa di compleanno per i 20 anni della figlia di un amico, ma ha trasportato anche due spose fino alla chiesa in occasione di altrettanti matrimoni”.

Quindi l’ha data in prestito?

“Ah no. Il patto è questo: se volete l’auto per un evento, prendete anche l’autista. La mia Alfa non la cedo a nessuno! Unica eccezione? Il mio meccanico”.