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Diego Ricco

Abbandonare il Ticino per poi decidere di tornare

Professione
musicista e imprenditore

Anno di nascita
1976

Comune d'origine
Lugano

Attuale residenza
Vezia

Ha soggiornato fuori Cantone dal
1995 al 2009, per lunghi periodi

Dove
Zurigo, Milano, Spagna (Barcellona) e Stati Uniti d'America (Boston)

Partire e vivere all'estero per poi scegliere consapevolmente di tornare in Ticino: è stato questo il percorso di Diego Ricco, musicista poliedrico che ha saputo farsi strada su più fronti anche grazie alla sua grande voglia di aggiornarsi e viaggiare. Il primo periodo al di fuori dei confini cantonali lo ha vissuto a Zurigo dal 1995 al 1997, quando ha studiato matematica per poi spostarsi a Milano per un altro biennio, dal 2000 al 2002. Sono quindi seguiti soggiorni nelle città di Barcellona (2005-2006) e di Boston, dove ha scelto un indirizzo accademico in composizione musicale al prestigioso Berklee College of Music (2007-2008). "Ho sempre cercato di raccogliere il maggior numero di opportunità in giro per il mondo e tra una formazione e l'altra ho potuto viaggiare molto. Ma alla fine di ogni esperienza, tornavo in Ticino per consolidare quanto appreso e ricaricare le batterie".

Di che cosa ti occupi attualmente?
"Sono attivo come musicista, compositore e gestisco un'azienda specializzata nella fornitura e nell'installazione di impianti audio e video. Insegno inoltre matematica".

Fino al 2009, anno in cui ti sei trasferito in pianta (più o meno) stabile in Ticino, hai sempre alternato lunghi periodi all'estero e brevi permanenze nel nostro Cantone. Nostalgia di casa?
"Forse sì, ma non è stata quella la molla che mi spingeva a tornare. Trascorrere un periodo a casa ogni tanto mi ha permesso di metabolizzare le esperienze vissute, mantenere un legame con il territorio e crearmi una rete di contatti in ambito musicale".

Cosa ti ha spinto ad abitare per così tanto tempo in luoghi così diversi?
"È stata soprattutto una questione di opportunità, ho sempre cercato di raggiungere all'estero degli obiettivi ai quali non avrei potuto aspirare rimanendo in Ticino. Insomma, trovavo là delle cose che qui non ci sono. Un'esperienza molto arricchente, che mi ha dato molto: ho imparato a relazionarmi con gli altri e ho abbracciato nuove culture. Per questo consiglio a tutti di andare all'estero, ma non in vacanza: bisogna vivere almeno sei, dodici mesi fuori dai nostri confini per entrare in un contesto sociale sconosciuto e iniziare a  comprendere un modello di vita diverso dal proprio".

E alla fine, sei tornato in Ticino...
"Sì, ma sono stato io a scegliere consapevolmente il Ticino, e non semplicemente perché è dove sono nato. Mi spiego meglio: una volta vissute diverse realtà in giro per il mondo, è più facile rendersi conto delle potenzialità e dei difetti del luogo da cui si è partiti. Complessivamente ho trascorso più di sei anni all'estero, e a conti fatti il nostro Cantone è il territorio che mi offriva più opportunità e garanzie dal punto di vista  professionale e umano. Inoltre, bisogna anche considerare il fattore età: a 20-25 anni ho accettato fatiche e dimostrato una certa flessibilità, ora ho altre esigenze".

Quali?
"Un sistema politico e burocratico funzionale ed efficiente, per esempio. Rispetto a molti altri Paesi, qui è molto semplice avviare una propria attività, senza contare che la situazione economica svizzera, tutto sommato è ancora molto stabile. A questi fattori si aggiungono una certa tranquillità di fondo, il buon clima e la vicinanza alla famiglia. Riassumendo tutto, insomma, il Ticino mi offre ottime possibilità di crescita".

La tua è un'attività poliedrica: è difficile stare dietro a tutto?
"Di sicuro è molto stimolante. Nella mia vita ho sempre fatto tante cose, seguito molti progetti. Credo che sia anche per questo motivo che sono partito così spesso, sempre alla ricerca di cose che qui non puoi replicare - nemmeno in scala. Un esempio: il jazz. Se vuoi studiarlo, devi andare negli Stati Uniti dove è nato, non ci sono storie. Qui puoi creare scuole, organizzare corsi e concerti, ma è là che si respira il vero jazz".

Il trasferimento in Ticino è definitivo?
"Nella mia vita ho sempre cercato di tenere tutte le porte aperte, fin dall'età di 19 anni. Per questo non escludo niente e chissà: forse un giorno potrei ripartire".

Per saperne di più:

(Intervista raccolta nel maggio 2013 da Mattia Bertoldi)