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Geoffroy Baylaender

Tra Londra e Lugano, un frontaliere diverso dal solito

Professione
webdesigner

Anno di nascita
1987

Comune d'origine
Cadempino

Attuale residenza
Cadempino

Ha soggiornato fuori Cantone dal
2011 (a tempo parziale anche in Ticino)

Dove
Londra

Attivo professionalmente tra il Ticino e l'Inghilterra, Geoffroy Baylaender si occupa di webdesign. Da un paio d'anni a questa parte lavora per la Jannuzzi Smith, studio di design con uffici a Lugano e a Londra che tra le altre cose cura la comunicazione del Festival del film di Locarno."Tutto è cominciato nell'inverno del 2011 quando mi sono recato nella capitale britannica per imparare l'inglese e svolgere uno stage lavorativo come webdesigner in questo studio. Sono quindi stato assunto e oggi trascorro circa quattro/sei mesi in Ticino (quasi sempre nella stagione calda, in concomitanza con il Festival) e il resto dell'anno nella capitale inglese".

Hai deciso tu di partire per la capitale britannica oppure ti sei lasciato convincere da chi ti sta vicino?
"Sono stati in tanti a consigliarmi di andare oltre i confini cantonali, se mai ne avessi avuto l'opportunità; alcune di queste persone avevano trascorso un periodo all'estero, altre no. Certo ci possono essere delle difficoltà o degli ostacoli da affrontare e superare, ma oggi ho capito che ne vale veramente la pena. A mia volta, quindi, consiglio caldamente di realizzare un viaggio di studio o frequentare uno stage professionale all'estero. L'ho proposto anche a mio fratello minore qualche tempo fa, quando gli si è parata davanti la possibilità di partire."

Lo spostamento da un ufficio all'altro ti dà la ghiotta possibilità di confrontare periodicamente una realtà internazionale come quella di Londra con quella più contenuta del Ticino. Che cosa ti ha dato questa metropoli?
"In Inghilterra vivo uno scambio culturale enorme. Essendo una grandissima città (quasi la popolazione della Svizzera) e un punto di arrivo per migliaia di persone, si ha la possibilità di conoscere tante culture e realtà diverse. Dal punto di vista professionale sembra di viaggiare a mille all'ora grazie alle decine di conferenze che vengono organizzate ogni mese. Sono molti i luoghi di scambio e incontro dove conoscere professionisti rinomati, come ad esempio gli amministratori delegati di Google+ o del canale britannico di Twitter - a me è capitato. Dal punto di vista degli hobby, avendo la passione del ballo e dello stile swing, ho potuto trovare pavimenti dove far scivolare le mie scarpette al punto da lucidarli".

Quali invece gli aspetti negativi legati al trasferimento, anche se periodico?
"Un aspetto importante è sicuramente quello di dover rinunciare a determinate cose che portavo avanti da anni, se non da decenni. Ero appena diventato arbitro nazionale di basket quando mi si è presentata l'opportunità di lavorare all'estero, e quindi ho dovuto rinunciare a intraprendere una carriera sportiva a quel livello. Ero inoltre responsabile di un gruppo oratoriano di Lugano, ma non potendo più garantire una presenza fissa sono diventato un responsabile passivo. Ma forse l'aspetto più impegnativo è lasciare la famiglia e gli amici dietro di sé. Bisogna tuttavia ammettere che oggi giorno - grazie alla tecnologia - è più facile rimanere in contatto, quindi la nostalgia non si fa sentire troppo".

Oltre ai legami affettivi, quali sono gli altri aspetti ticinesi che fanno parte della tua vita londinese?
"Devo ammettere che leggo spesso i giornali ticinesi online giusto per rimanere un po' informato sugli avvenimenti del nostro Cantone. Avendo un capo originario del Grigioni italiano e dei partner lavorativi ticinesi, inoltre, il legame con la mia terra d'origine è sempre molto saldo. Sento tuttavia la mancanza della nostra geografia (qui è quasi tutto piatto, senza montagne né laghi), del dialetto e della cucina. A casa cerco di riprodurre i piatti della nostra tradizione, ma il risotto alla luganiga e la cacciagione risultano molto ardui da cucinare".

La tua visione del Canton Ticino è cambiata in questi due anni?
"Parzialmente sì. Mi sono accorto che mentalmente siamo molto più chiusi di quello che pensavo, e che comunque il nostro Paese sta abbastanza bene rispetto a molti altri. Ho quindi imparato ad analizzare e relativizzare le nostre preoccupazioni, perché oggettivamente c'è chi sta molto peggio di noi."

Pensi che prima o poi ti trasferirai definitivamente in Ticino o cercherai un posto di lavoro all'estero?
"Non ho ancora fatto progetti a lungo termine, cerco semplicemente di godermi questa esperienza a massimo delle mie possibilità. Sono inoltre consapevole che con il passare del tempo certe porte si chiudono, ma molte altre si aprono; mi lascerò sorprendere. Devo comunque ammettere che il fattore "cuore" ha un suo peso e, in linea di massima, mi alletta molto la possibilità futura di costruirmi una famiglia e far crescere i miei figli in Svizzera o, ancora meglio, in Ticino".

(Intervista raccolta nel marzo 2013 da Mattia Bertoldi)