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Monica Reggiani

Dai grandi hotel di mezzo mondo alla quiete ticinese

Professione
responsabile pianificazione media (media planner)

Anno di nascita
1986

Comune d'origine
Origlio

Attuale residenza
Tenero

Ha soggiornato fuori Cantone dal
2006 al 2012

Dove
Irlanda, Losanna, Zurigo, Francia, Spagna, Inghilterra

Monica Reggiani ha dormito in alcuni tra i più bei alberghi di Europa non come ospite, ma come professionista del settore alberghiero. Una volta terminato gli studi liceali, nel 2006 è partita per l'Irlanda per un soggiorno linguistico e successivamente è tornata in Svizzera per frequentare l'École Hôtelière de Lausanne. Ha svolto stage professionali a Zurigo e Maiorca e lavorato a Parigi prima di essere assunta nella primavera del 2011 in un albergo a quattro stelle di Birmingham, in Inghilterra. "Ogni destinazione è stata motivata da una precisa intenzione: in Irlanda ho migliorato il mio inglese poiché così esigeva la scuola, a Zurigo mi sono concentrata sul tedesco mentre in Spagna ho perfezionato lo spagnolo. Una volta conclusi gli studi volevo fare un'ulteriore esperienza all'estero, stavolta per un periodo più lungo, e ho accettato l'offerta di Birmingham".

Al di là del perfezionamento linguistico, tuttavia, i tuoi soggiorni hanno soddisfatto anche un altro tipo di necessità...
"Direi di sì, anche perché la realtà ticinese in cui ho vissuto per moltissimi anni non poteva più soddisfare la mia curiosità, la voglia di esplorare il mondo e il desiderio di confrontarmi con altre persone. Questo però vale per qualsiasi Paese: se si conosce una sola realtà, la propria, è difficile capire (e alle volte, accettare) che in altri posti ci si comporta diversamente."

E all'estero hai trovato ciò che cercavi?
"Sicuramente queste esperienze fuori dal Ticino mi hanno fatto aprire gli occhi su nuove realtà, culture, abitudini e tradizioni e mi hanno fatto diventare la persona che sono oggi. Ho allargato i miei orizzonti, sono diventata molto più aperta alle novità e mi adatto più facilmente a situazioni nuove e sconosciute".

Le difficoltà hanno forgiato il tuo carattere?
"Certo, perché la barriera linguistica non è sempre facile da abbattere, ci vuole impegno e forza di volontà. Alle volte si viene anche percepiti come degli intrusi e non tutti sono sempre pronti a darti una mano. Se però si impara ad adattarsi senza imporre i propri bisogni o abitudini e si è disposti a imparare dagli altri, allora questi ostacoli si tramutano in esperienze arricchenti e indimenticabili".

Quali sono le tre cose che ti sono più mancate nel tuo periodo lontano da casa?
"Innanzitutto la versatilità del nostro territorio. In Ticino, a pochi chilometri di distanza l'una dall'altra, è davvero possibile trovare mille attività ricreative, dallo shopping allo sport. La seconda (forse) è la cucina di casa e il formaggio. E la terza credo sia l'efficienza dei nostri servizi di trasporto pubblici. Ci lamentiamo sempre, ma all'estero la situazione è molto diversa e spesso è molto difficile spostarsi senza un mezzo proprio".

Per quale motivo sei tornata in Ticino e non hai proseguito la tua avventura all'estero?
"Avevo voglia di tornare per stare vicino alle persone a me più care e non appena si è presentata una buona opportunità lavorativa l'ho colta. Sono contenta e mi trovo bene anche dopo diversi anni di assenza. Al momento vorrei stare qui per un po' e godermi il nuovo appartamento, ma non escludo in futuro di trasferirmi all'estero per cominciare una nuova avventura".

Oggi osservi la situazione ticinese con maggiore consapevolezza?
"La prima cosa che ho capito è che moltissimi luoghi comuni o pregiudizi non sono fondati, ma semplicemente alimentati da ciò che ci circonda. Ho quindi cercato di distaccarmi da essi formando una mia opinione su molte cose, basata stavolta sull'esperienza e non sul "sentito dire". Mi sono accorta che la mentalità ticinese è spesso molto chiusa su se stessa e con l'età diventa sempre più difficile cambiare idea. Come in ogni posto, il ticinese medio si è creato una sua zona di comfort. Quello che rimane fuori, o non si capisce o si critica. Il Ticino rimane sempre un piccolo paradiso terrestre e non lo critico, anzi, ma io ora sono cambiata e quindi lo vivo in modo diverso da una volta".

(Intervista raccolta nel marzo 2013 da Mattia Bertoldi)