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Matteo Setter

Tutto è cominciato con un annuncio visto per caso

Professione
Motors Team Leader

Anno di nascita
1979

Comune d'origine
Bedretto

Attuale residenza
Taverne

Ha soggiornato fuori Cantone dal
2000 al 2004 e dal 2005 al 2010

Dove
Svizzera francese (Friburgo e Morat)

"Ad un certo momento della mia vita è nato il desiderio di creare una famiglia". È questo il punto di svolta di Matteo Setter, che dopo aver studiato e lavorato nel canton Friburgo per quasi dieci anni ha approfittato dell'occasione giusta ed è rientrato in Ticino.

La molla è stata quindi la famiglia?
"Direi di sì. Dopo cinque anni di relazione a distanza con la mia compagnia e attuale moglie, era arrivato il momento di decidere: o sarei rientrato io in Ticino oppure sarebbe stata lei a raggiungermi fuori Cantone, a Friburgo. Visto che il mio profilo professionale era molto specifico, eravamo entrambi convinti che sarebbe stato molto difficile o pressoché impossibile che io potessi trovare un’opportunità di lavoro dalle nostre parti".

Come mai?
"Quando nel 2000 avevo terminato la scuola d’arti e mestieri come disegnatore di macchine e deciso di iniziare una scuola universitaria professionale, in Ticino non vi era nessuna possibilità di formazione per quanto riguardava i settori tecnici ed era stato anche per quel motivo che avevo deciso di intraprendere una nuova avventura fuori cantone, iscrivendomi alla scuola universitaria professionale di Friburgo (HES) per studiare ingegneria meccanica. Ed è sempre in questo Cantone che avevo deciso di affrontare la mia prima sfida lavorativa in qualità di ingegnere meccanico progettista di attuatori elettrici per il settore automobilistico. Un’esperienza lavorativa durata poi, come detto, cinque anni".

Un profilo altamente specializzato con pochissimi sbocchi, quindi. Come si è risolta la situazione?
"Per puro caso. Senza nemmeno cercarlo, mia moglie è capitata su un annuncio della Faulhaber Minimotor, una ditta ticinese - molto conosciuta nell’ambito dello sviluppo di micromotori elettrici - alla ricerca di un profilo professionale molto specifico che, fortuna vuole, corrispondeva perfettamente al mio. Mezzora dopo aver inviato il curriculum vitae sono stato contattato per fissare un colloquio. Da quel giorno è iniziata la mia nuova avventura in Ticino".

Una decisione facile, insomma.
"Sì, anche perché sono convinto che bisogna cogliere l’opportunità giusta quando questa si presenta alla porta, e non farsi cogliere troppo impreparati nella presa di una decisione".

Ma se tale opportunità si fosse presentata appena conclusa la scuola, l'avrebbe accettata?
"Non credo. D'accordo, ho sempre considerato il Ticino come la mia “base”, il luogo d’origine dove c’era la famiglia, gli affetti e gli amici più cari. Ero già sicuro che prima o poi sarei rientrato, questo sì, ma solo dopo un’esperienza fuori cantone o all’estero".

Che differenze ha notato tra studiare fuori Cantone e lavorare fuori Cantone?
"Senza ombra di dubbio una formazione fuori cantone ha potuto offrirmi un'ottima qualità e un’esperienza di vita che è stata impagabile. Anche dal punto di vista linguistico è stata molto importante, perché ho potuto apprendere una nuova lingua, il francese. Il fatto di essere lontano da casa, via dalla famiglia, aiuta a crescere ed insegna a cavarsela da soli. Come per la formazione, anche la mia prima esperienza lavorativa fuori cantone è stata più che positiva e fondamentale per il mio percorso di crescita professionale. Innanzitutto, per la possibilità di imparare anche il tedesco. In secondo luogo, per il numero di realtà lavorative e di strutture nel settore della progettazione meccanica. Anche l’organizzazione del lavoro, la formazione continua e le varie offerte a disposizione dei professionisti sono sicuramente più numerose e attraenti nelle aziende oltre Gottardo, considerate le loro dimensioni maggiori rispetto a quelle ticinesi".

Lei ha potuto confrontare il modello d'Oltralpe con quello ticinese; quali caratteristiche deve avere un'azienda per garantire ai suoi dipendenti un futuro professionale proficuo e soddisfacente?
"Come prima cosa un lavoro dinamico, che sia ben organizzato e strutturato all’interno dell’azienda. Ma pure le possibilità legate alla formazione continua e alla crescita professionale del singolo all’interno dell’azienda sono sicuramente dei punti molto importanti che non devono essere sottovalutati".

(Intervista raccolta nel giugno 2015 da Mattia Bertoldi)