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Katja Chiesa

Dalla Svizzera interna al Ticino passando per Helsinki

Professione
ricercatrice nel dipartimento di ricerca e sviluppo

Anno di nascita
1976

Comune d'origine
Chiasso

Ha soggiornato fuori Cantone dal
2004 al 2011

Dove
Svizzera tedesca (Zurigo) e Finlandia (Helsinki)

Attuale residenza
Lugano

Un dubbio quasi esistenziale: meglio iscriversi alla facoltà di chimica o di medicina? È partita da questo interrogativo Katja Chiesa che, dopo aver studiato e lavorato oltre Gottardo e nel nord Europa, ha deciso di tornare in Ticino per collaborare con Cerbios-Pharma. "Ho ottenuto la maturità nel 1995, anno in cui ho svolto anche uno stage all’ospedale civico di Lugano. Anche per questo motivo - dopo alcuni dubbi - ho scelto di studiare medicina, ma ormai i termini di iscrizione erano scaduti. Cosi ho deciso di andare tre mesi a Londra a perfezionare l’inglese e, nell’ottobre del 1996, ho iniziato gli studi di medicina all’università di Ginevra".

E come è andata?
"Male, mi sono resa conto che non era quello che mi aspettavo. Gli esami erano pesanti, anche a causa di una selezione estrema per passare al secondo anno. Cosi, nel settembre del 1997, ho deciso di studiare chimica a Como. Ho conseguito la laurea nel 2003 ma, non riuscendo a trovare un lavoro in Ticino per mancanza d’esperienza lavorativa, ho deciso di continuare gli studi".

Sempre a Como?
"No, mi sono spostata. Nel 2004 mi sono iscritta a un programma di dottorato nel gruppo del Prof. Dr. A. Vasella al politecnico di Zurigo, concluso nel giugno 2009. Dopodiché sono andata a Helsinki per un post-dottorato nel gruppo del Prof. Dr. A. Koskinen presso l’Aalto University. A gennaio 2011, infine, sono rientrata in Ticino".

Per quali motivi giudica fondamentale aver studiato e lavorato lontano dal Ticino?
"Ci sono diversi pregi nell'affrontare un’esperienza oltre i confini del Ticino, tra cui la conoscenza di nuovi posti, stili di vita, amicizie, culture, modi di pensare e di lavorare. Esperienze di vita e di ricordi che si portano sempre con sé. Il Ticino lo vedevo sempre come casa, anche se non ne sentivo la mancanza".

Come mai è tornata indietro?
"Era la scelta più facile, poiché una volta concluso il post-dottorato stavo ancora cercando lavoro, senza molto successo".

Sentiva che era il momento giusto per tornare?
"Non c’è un momento giusto per tornare in Ticino, dipende da cosa una persona vuole e dalle occasioni che la vita le offre. Comunque, consiglio di rimanere “all’estero” se si ha la possibilità, dato che la realtà ticinese è molto piccola".

Quali sono infine le tre cose che un’azienda ticinese dovrebbe sempre proporre ai futuri dipendenti, , per garantir loro un futuro professionale proficuo e soddisfacente?
"Innanzitutto un lavoro sempre avvincente, interessante e innovativo, nonché la possibilità di crescere all'interno dell'azienda stessa. Inoltre, passando a un aspetto più pratico, un salario che sia competitivo a livello nazionale".

(Intervista raccolta nel maggio 2015 da Mattia Bertoldi)

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