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Sara Bertoldi

Partire, affinare l'arte della sopravvivenza, tornare

Professione
impiegata bancaria

Anno di nascita
1983

Comune d'origine
Vezia

Ha soggiornato fuori Cantone dal
2010 al 2014

Dove
Singapore, Hong Kong e Svizzera francese (Ginevra)

Attuale residenza
Vezia

"Il momento giusto per tornare in Ticino? È determinato dalla distanza che intercorre tra quello che puoi raccogliere da un'esperienza all'estero e ciò che perdi stando lontano da casa". Comincia così l'intervista con Sara Bertoldi, che dopo oltre dieci anni di lavoro presso un istituto bancario elvetico con diverse esperienze all'estero e in Svizzera francese, è stata assunta da B-Source ed è tornata a casa.

Partiamo dall'inizio. Come è maturata la decisione di lasciare la piazza economica di Lugano?
"Il mio percorso in banca è stato molto graduale. Dopo tre anni di apprendistato e l'ottenimento della maturità commerciale, mi sono iscritta alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) e mi sono diplomata. Solo con questo titolo accademico in tasca ho avuto l’occasione di poter lavorare all’estero e l’opportunità di aprire la mente, pesare i problemi con una bilancia diversa e far un percorso di crescita personale".

Lei ha vissuto a Singapore per alcuni mesi e a Hong Kong per due anni. Quali capacità ha acquisito durante questi periodi?
"Penso che lavorare fuori dal Cantone permette innanzitutto di osservare con maggior razionalità problemi e sfide di diverso tipo; individuare delle soluzioni diventa così più facile. Un esempio: se vivi fuori dal centro di una metropoli come Hong Kong non ti preoccupi dell’orario scelto dal tuo vicino per tagliare l’erba. Ti preoccupi del fatto di riuscire a ordinare o meno qualcosa di commestibile al ristorante e ti chiedi se il cameriere sarà in grado di spiccicare due parole in inglese. Insomma, si affina l'arte della sopravvivenza che il Ticino non mette quasi mai alla prova. Dal punto di vista professionale, una visione internazionale del mondo ti permette di poter guardare oltre la propria scrivania - e questo è sempre un bene. Infine, l'opportunità di conoscere ma sopratutto convivere con culture diverse sia sul posto di lavoro, sia nella vita privata è qualcosa inestimabile".

Come è stato il ritorno in Ticino?
"Il Ticino è sempre stato il luogo di partenza e il luogo di ritorno, avrei potuto fare qualche sosta in più lontana da casa ma sapevo che sarei tornata, prima o poi. Infatti, dopo l’Asia, ho vissuto per qualche anno a Ginevra e infine ho "completato il giro" e sono giunta a Lugano. Da questo punto di vista, l'avvicinamento è stato piuttosto graduale. In merito alle ragioni legate al rientro, molto semplicemente ero alla ricerca di una nuova sfida professionale che, in quel momento, il Ticino mi stava offrendo".

Avendo lavorato in più Paesi e a su più livelli, quali sono a suo parere le caratteristiche che un'azienda dovrebbe avere per attirare i migliori professionisti a lavorare per lei?
"Innanzitutto dovrebbe garantire professionalità e margini di crescita ben definiti, in modo che le prospettive e gli obiettivi (comuni e individuali) siano chiari tanto per il datore di lavoro, quanto per il dipendente. Trovo inoltre importante creare un senso di collettività e appartenenza all'interno della società, dedicando attenzione a tutti i dipendenti. Infine, ma questa è una conseguenza dei punti appena esposti, la struttura e l'organizzazione devono poter fornire certezze e sicurezza a tutti i livelli".

(Intervista raccolta nell'agosto 2015 da Mattia Bertoldi)

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