Durante la residenza a Poschiavo, Giusy sviluppa Mamma Sina, un assolo coreografico ispirato alle sue nonne: donne forti del Sud Italia, custodi di gesti, silenzi, sacrifici e resilienza. Il progetto indaga come le memorie familiari e le eredità emotive si conservino nel corpo, trasformando il movimento in narrazione. Attraverso una danza sospesa tra fragilità e forza, intimità e distanza, il corpo diventa archivio vivente e ponte tra generazioni.