Da sabato 11 ottobre 2025 a venerdì 30 gennaio 2026, i visitatori sono invitati a immergersi in un alfabeto di linguaggi e sensibilità diversi, di colori diversi, uniti dal desiderio comune di interrogarsi sul rapporto tra memoria e identità, fragilità e resilienza, terra e cosmo. Il lavoro di Prock parla di crescita, maturità e ridefinizione dell'identità, ripercorrendo l'eredità matrilineare della sua famiglia: le immagini vengono tagliate come ferite e ricucite come guarigioni.