Spettacolo di narrazione in cui la storia della vita del noto giudice, vittima del terribile attentato del 23 maggio 1992, viene annodata e raccontata in parallelo a quella di Tommaso Buscetta, il primo grande pentito di mafia. Il ritratto dei due personaggi rischiara anche lo sfondo entro cui si muovono: una società siciliana in bilico tra le spinte legalitarie rappresentate da Falcone, la pseudocultura mafiosa e uno Stato italiano spesso colluso o inadempiente.