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La famiglia Morelli

Valeria Pasta Morelli

(Mendrisio 1858 - Milano 1909)

Valeria Pasta nasce in una famiglia patrizia di Mendrisio, figlia del noto dottor Carlo Pasta e nipote del pittore Bernardino. Forse anche in omaggio alla fama artistica e al ricordo di quest’ultimo la ragazza venne iscritta ai corsi dell’Accademia di Brera a Milano, città in cui la famiglia aveva risieduto e in cui, a suo tempo, lo stesso zio Bernardino operò prima di fare ritorno nella originaria Mendrisio. Nel corso degli studi Valeria dimostrò notevole impegno, conseguendo premi e riconoscimenti e continuò poi la sua formazione sotto la guida di Sebastiano De Albertis e Bartolomeo Giuliano. Il matrimonio con Enrico Morelli (1889), alto graduato dell’esercito e la successiva nascita del figlio Valerio non arrestarono l’attività artistica della giovane donna, pur limitandone l’orizzonte nello stretto ambito domestico. Non risulta infatti che Valeria Pasta – anzi, Valeria Morelli, come la pittrice firmò da allora in poi le sue opere – abbia mai preso parte a manifestazioni espositive, né che abbia posto in vendita i suoi quadri. Si può pertanto ritenere a buon diritto che il corpus della sua produzione sia costituito da un numero di dipinti a olio non molto più elevato delle trentaquattro unità oggi appartenenti alla Pinacoteca Züst (donazione Enrica Valeria Morelli, 2015).

Lo studio della figura umana e il ritratto risultano al centro della ricerca dell’artista, che guarda alla lezione di Giuseppe Bertini, mentre rimane estranea, almeno parrebbe, ai generi del paesaggio e della natura morta All’ultimo decennio del diciannovesimo secolo può essere fatto risalire il nucleo di composizioni di genere di soggetto arcadico e pastorale, derivato dal gusto narrativo diffuso ad ampio raggio sul territorio lombardo dopo il 1848 da Domenico e Gerolamo Induno.

Valeria Pasta Morelli si cimentò anche in altri ambiti della creatività artistica, per esempio nella pittura su ceramica: attraverso il legato testamentario disposto dalla nipote si sono aggiunte alle collezioni della Pinacoteca Züst tre anfore biansate istoriate a opera della pittrice.

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