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Trasparenze

L'acquarello tra Romanticismo e Belle Epoque

Dal 09.10.2011 al 08.01.2012

A cura di Sergio Rebora e Paolo Plebani

La mostra, preceduta da una estesa ricerca negli archivi d’epoca, indaga la fortuna della pittura all’acquarello attraverso una campionatura di oltre cento dipinti, appartenenti a musei e collezioni private, ordinati in un percorso cronologico e tematico. Una suggestiva carrellata che conduce il visitatore, sulle ali di questa tecnica delicata, tra affascinanti interni popolati di eleganti signore, vedute di Milano, Venezia, Londra, Mosca, paesaggi romantici e sguardi sulla vita quotidiana. Per la prima volta si intende dar conto di un fenomeno artistico che coinvolse Lombardia e Ticino tra l’Ottocento e i primissimi anni del Novecento. Sono i decenni in cui esplode la moda dell’acquarello, una moda trasmessa da Vienna e Parigi, rinfocolata da Londra e che tra Milano e il Ticino trova fertile terreno di coltura. Una moda che contagia anche la Regina Elena, acquarellista per diletto e Presidente della Associazione degli Acquarellisti Lombardi.

Immediatamente si è trasportati dal raffinato prologo della mostra nel clima internazionale, colto e salottiero della Milano di questo momento. Alcuni artisti si specializzano nella ritrattistica di piccolo formato - in voga prima dell’avvento della fotografia - e nel raffigurare dettagliatamente i sontuosi interni delle dimore degli esponenti dell’aristocrazia lombardo veneta, come ad esempio il Gabinetto di Cristina Trivulzio di Belgiojoso. La prima sezione della mostra concentra la sua attenzione sull’Accademia di Brera, documentando con lavori di grande fascino l’utilizzo dell’acquarello nelle aule accademiche. All’acquarello nel repertorio dello storicismo tardo romantico è dedicata la seconda sezione, tra i temi della pittura di storia contemporanea, sollecitati dalle vicende dell’Unità d’Italia, e le scene di genere richieste dalla nuova committenza borghese. Protagonisti di questa stagione Francesco Hayez, del quale si espongono tre magnifiche prove all’acquarello, Giuseppe Bertini, Eleuterio Pagliano, Domenico e Gerolamo Induno, Sebastiano De Albertis, Mosè Bianchi. Il momento di svolta per questa tecnica è legato alla stagione della sperimentazione scapigliata, quando il suo uso si rinnova attraverso un approccio disinvolto e meno accademico, grazie al quale il colore assume trasparenze e preziosità inedite.

Accanto a intense opere dei capiscuola, Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, si possono ammirare le prove di Luigi Conconi, Angelo Achini e soprattutto di Giovanni Segantini e di Gaetano Previati. La quarta e ultima sezione dell’esposizione è dedicata all’acquarello naturalista. Alcuni maestri si specializzano nella pittura di paesaggio, acquistando una fama internazionale, come il milanese Paolo Sala e il ticinese Luigi Rossi, ai quali la mostra dedica uno spazio rilevante, presentando per entrambi una decina di grandi acquarelli. La svolta segnata nel 1911 dall’istituzione dell’Associazione degli Acquarellisti Lombardi è rappresentata in mostra attraverso una selezione significativa di opere degli artisti che maggiormente vi contribuirono: oltre a Sala e Rossi, Filippo Carcano, Arturo Ferrari, Renzo Weiss, Leonardo Bazzaro, Emilio Gola, Achille Beltrame, Adolfo Feragutti Visconti, Pompeo Mariani, Emilio Borsa, Giuseppe Mentessi e Teresa Grassi.

 


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