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Luigi Rossi (1853-1923): corrispondenze

Tra immagine e testo - Daudet, Loti e Lucini

Dal 27.03.2011 al 21.08.2011

A cura di Matteo Bianchi

L’elvetico-milanese-parigino Luigi Rossi (1853-1923) è un artista già studiato, oggetto di libri e mostre, al quale di recente è stata dedicata una casa museo in Capriasca. Questa rassegna, a cura di Matteo Bianchi, mette per la prima volta in relazione due fasi salienti del suo percorso: l’illustratore che traduce in immagini i testi di amici scrittori francesi – Alphonse Daudet e Pierre Loti – e il pittore di figurazioni simboliche che suscita le trascrizioni in versi da parte dell’amico poeta Gian Pietro Lucini.

L’attività di Luigi Rossi illustratore a Parigi inizia nel 1885, quando riceve l’invito a collaborare all’edizione originale di Tartarin sur les Alpes di Alphonse Daudet (1840-1897). Il volume riscuote uno strepitoso successo e vale all’artista la stima e l’amicizia di Daudet, del quale illustrerà anche Sapho. Dall’incontro con Pierre Loti (1850-1923) nascono le illustrazioni per Madame Chrysanthème. Rossi è suo ospite nel 1887 a Rochefort-sur-Mer e trae da quelle atmosfere ispirazione per i quadri a soggetto atlantico legati alla raccolta delle ostriche, alcuni dei quali esposti in mostra. La collaborazione con gli editori francesi prosegue da Milano, dove Rossi mantiene per anni il proprio studio, illustrando fino al 1900 libri di Chateaubriand, Hugo, Keller, Prévost e Longo Sofista.

L’allestimento propone inoltre alcuni grandi capolavori simbolisti di Luigi Rossi: Rêves de Jeunesse, Armée du travail, Il mosto e le varianti della Scuola del dolore. Dipinti che hanno ispirato a Gian Pietro Lucini (1867-1914) versi suggestivi. Poeta dalla cultura ampia e uno dei rappresentanti più originali dell’avanguardia italiana, Lucini era molto apprezzato da Edoardo Sanguineti, che lo riteneva precursore e sperimentatore a livello europeo del simbolismo italiano.

Per la prima volta si realizza il confronto delle vignette con i dipinti, in dialogo con la scrittura: una mostra dunque di inedite corrispondenze, di parole dipinte che illustrano i rapporti imprevedibili fra immagine e testo all’interno dell’opera di Luigi Rossi.


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