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Fausto Agnelli (1879-1944)

pittore luganese tra ebbrezza e disincanto

Dal 01.04.2012 al 19.08.2012

A cura di Mariangela Agliati Ruggia

Appartenente a una famiglia patrizia luganese, Agnelli sviluppò una personalità originale; si appassionò alla poesia di Charles Baudelaire e agli scritti di Oscar Wilde. La figura alta, dinoccolata ed elegante, il fiore o il fazzoletto nel taschino della giacca e i modi ricercati di un dandy non lo facevano passare inosservato. Elaborò presto uno stile particolare, differenziandosi dal panorama artistico locale. In questo primo periodo si intrecciano nelle sue opere tendenze simboliste, divisioniste e liberty, con alcuni richiami alla pittura secessionista di Gustav Klimt. I soggetti da lui più frequentati sono quelli lugubri (scheletri, scene macabre) e carnevaleschi (maschere): un vivace mondo fantastico, principalmente notturno, pervaso da sottintesi ironici e talvolta sarcastici.

Nella seconda fase della sua carriera Agnelli si dedicò soprattutto alla raffigurazione del paesaggio ticinese, quasi sempre assolato e dai colori brillanti, trasfigurato con uno stile geometrizzante e reso con una materia densa e luminosa. Si tratta soprattutto di scorci delle valli – alta Val Colla, Capriasca, Malcantone, Valle di Muggio –, mentre le città e i laghi, ad eccezione di quello di Origlio, compaiono di rado. La folta serie delle vedute più caratteristiche del Ticino lo fecero conoscere e apprezzare anche a nord delle Alpi, dove trovò un mercato attento e interessato e venne insignito del titolo di Maler des Tessins. Fausto Agnelli praticò, ma in misura decisamente minore, anche la scultura: si ricorda a questo proposito il monumento all’aviatore Adrien Guex sul passo del San Gottardo. Artista oggi dimenticato, ebbe in vita molti onori: espose, oltre che in Svizzera, a Lipsia, Monaco, Firenze e alle Biennali di Venezia (1926). Si occupò pure di critica d’arte e diresse il museo di Villa Ciani. Grazie alla disponibilità di musei e collezionisti la Pinacoteca Züst ha rintracciato un buon numero di sue opere, che permettono di ricostruire per la prima volta compiutamente tutte le fasi del suo percorso artistico, sia in mostra che nel catalogo.


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