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L’incanto del paesaggio

Disegno, arte, tecnologia. Naturalisti, geografi, storici dell’arte nel Ticino del passato prossimo

Paolo Crivelli, Giulio Foletti e Filippo Rampazzi

pp. 198 e pp. 156 (2 volumi), CHF 40.- / EUR 40.-

Tra la metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, il territorio del Cantone Ticino è stato gradualmente scoperto e descritto da naturalisti, geografi, fotografi, pittori, storici dell’arte. Il catalogo è composto da due volumi e riflette il taglio multidisciplinare della mostra, dando conto di questa complessità di sguardi attraverso i saggi dei curatori, specialisti dei vari ambiti di ricerca, e di altri studiosi.

Nel primo volume Paolo Crivelli, geografo, tratta innanzitutto il tema della misurazione del territorio attraverso una selezione di importanti carte geografiche e dei relativi strumenti per realizzarle, per arrivare a una scelta di splendidi panorami e vedute. Si passa quindi alle fotografie, commentate da Gianmarco Talamona in un testo che porta l’emblematico titolo Creare l’identità di un territorio con la fotografia?.
Filippo Rampazzi offre una lettura del paesaggio attraverso i più importanti naturalisti che operarono nel Ticino, in primis Luigi Lavizzari, uomo politico e scien­ziato originario di Mendrisio.
Nella sezione dedicata agli artisti, curata da Giulio Foletti, si è cercato, pur con le inevitabili lacune, di presentare i molti pittori delle terre ticinesi.  Accanto alle opere dei più celebri Filippo Fran­zoni, Gioa­chimo Galbusera, Luigi Rossi, Edoardo Berta e Giuseppe Foglia, si è colta l’occasione per riscoprire artisti oggi meno noti o dimenticati: da Che­rubino Patà di Sonogno, braccio destro di Gustav Courbet, a Danie­le Buzzi, ingegnere oltre che artista, a Luigi Taddei, Emi­lio Maccagni, Attilio Balmelli, Remo Patocchi, il “pittore delle Alpi”, conosciutissimo in Svizzera interna, Isidoro Solari, Augusto Sartori, Camillo Rusconi, Titta Ratti, Ugo Zaccheo, Regina Conti.
Un capitolo apposito è dedicato a indagare la frana che colpì Cimalmotto e Campo Vallemaggia: un esempio emblematico per la lettura del territorio, che coniuga i temi della morfologia, dell’emigrazione e dell’interpretazione artistica di questi luoghi incantevoli.
Carlo Silini invece ha composto una ideale “pinaco­teca letteraria” partendo dai naturalisti che descrissero i nostri paesaggi e poi passeggiando su e giù per il Ticino sulla scia delle parole di Francesco Chiesa, Giuseppe Zop­pi, Plinio Martini, Felice Filippini, non dimenticando figu­re femminili come Anna Gnesa e Alina Borioli.
In chiusura, un intervento di Claudio Ferrata dal titolo provocatorio, che apre ideal­mente a nuove riflessioni: A cosa serve il paesaggio?.

Il secondo volume del catalogo è invece interamente dedicato ad Hermann Fietz (1869-1931), del quale il pronipote Thomas Müller traccia un attento profilo biografico.
Ottimo allievo e seguace del padre della storiografia elvetica Johann Rudolf Rahn, frequentò la nostra regione per più di quarant’anni, realizzando oltre quattrocento disegni e acquerelli che illustrano chiese, case, angoli di vie del Ticino, come anche romantici scorci. Conserva­ti dai discendenti, sono interamente inventariati e illustrati nel catalogo.
Nel 1919 Fietz aveva già pubblicato una selezione di disegni, raccogliendoli e commentandoli in un volume che vantava la prestigiosa prefazione del Consigliere federale Giuseppe Motta. Oggi si è deciso di riproporre il testo integralmente, con la presentazione di un altro Consigliere federale ticinese, Ignazio Cassis.
ltre informazioni possono essere trovate sul seguente sito, aggiornato con le opere che vengono via via rintracciate: https://www.flickr.com/photos/158071446@N03/



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