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Un eroe per pacificare la Nazione

La bufera della Rivoluzione francese aveva soffiato i suoi venti tempestosi in ogni parte d'Europa, senza risparmiare la piccola Svizzera. La vecchia Confederazione dei 13 Cantoni, con i suoi Stati alleati e i baliaggi, retta su un sistema istituzionale e sociale che mal si adattava ai tempi nuovi, era stata spazzata via nel 1798 dall'intervento dei cannoni della Francia repubblicana. Al suo posto era nata la Repubblica Elvetica "una e indivisibile", modellata sul sistema centralizzato francese, che svecchiava antiche e anacronistiche strutture: veniva abolito il protettorato dei Cantoni sovrani su territori vassalli come quelli a sud del San Gottardo, erano proclamate le libertà di pensiero, di circolazione, di commercio, si provvedeva a separare i poteri dello Stato e a promulgare una legislazione comune.

La nuova Costituzione dell'Elvetica mal si conciliava con le antiche tradizioni federaliste e con il sistema dell'autogoverno regionale, e per questo fu odiata e combattuta. Si trascinò fra continui disordini per cinque anni, fino al 1802, quando Napoleone, primo console di Francia, per concordare un nuovo testo costituzionale convocò a Parigi i rappresentanti elvetici, accolti con queste parole: "La nature a fait votre État fédératif: vouloir la vaincre ne serait pas d'un homme sage". Il 19 febbraio 1803 l'"Eroe della Libertà di Europa" concedeva alla Svizzera l'Atto di Mediazione: nasce allora la moderna Confederazione dei 19 cantoni, in cui sono accolti Ticino, Argovia, Turgovia, Vaud, San Gallo e Grigioni.

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