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Bed&Bike Osteria Tremola San Gottardo

Probabilmente non tutti sanno che il più lungo monumento viario in Svizzera è la Tremola. Una serpentina in buona parte acciottolata che collega il Passo del San Gottardo con Airolo e legata da tantissimi anni al Tour de Suisse. Forse è anche questo legame stretto con il mondo delle biciclette che ha convinto Hans Bandi ad aprire il Bed&bike / Osteria Tremola San Gottardo ad Airolo. Da un’idea romantica e grazie ad un grande spirito di iniziativa, questo progetto - unico nel suo genere e sostenuto tramite la Legge sul turismo - ha portato una nuova offerta turistica nel nostro cantone.

Come nasce l’idea di creare un Bed&bike? Il legame storico della Tremola con il mondo del ciclismo ha influenzato questa scelta?

Quest’idea nasce dalla volontà di ricostruire: di valorizzare quello che abbiamo sul territorio, di colmare una lacuna nell’offerta turistica della Leventina, di offrire un’alternativa sostenibile agli inverni sempre più miti, di dare nuova vita a un vecchio edificio.
Ma andiamo con ordine. Sono nato ad Airolo, sono cresciuto tra le mura del Tremola San Gottardo e nel corso degli anni ho assistito alla dismissione di diverse attività in paese. Nel 2016, alla partenza degli ultimi gerenti del mio bar, nonché inquilini, mi sono trovato a ripensare all’uso di questa casa secolare. Ho deciso allora di ristrutturarla, di darle una nuova vita e questo senza cancellare la sua storia e il suo carisma. L’idea di creare una struttura orientata ai ciclisti è scaturita da due constatazioni: “sono ai piedi della Tremola -una strada che ogni biker vorrebbe aver scalato - e nella regione non vi è ancora una struttura a vocazione cicloturistica”.
E pensare che l’ultraottantenne Tour de Suisse è passato da qui - se non erro- più di una quarantina di volte. Il Tremola San Gottardo, aperto nel maggio 2018, è stato così il primo Bed&bike dell’Alto Ticino.
 
Come descriverebbe il Bed&bike / Osteria Tremola San Gottardo?


Una finestra che si apre sul territorio. Ogni stanza ha qualcosa da raccontare sulla storica strada del Passo del San Gottardo. A partire dai nomi, presi in prestito dalle curve della Tremola: òut du Fòrt, outòn… In ogni camera vi è anche un’immagine che racconta l’epopea del ciclismo, con protagonisti del calibro di Kübler, Koblet, Coppi, Bartali.
E pure i muri in sasso parlano. Raccontano di come le comunità alpine si sono adattate utilizzando le risorse che il territorio offriva loro. È importante mantenere saldo il legame con il nostro passato, perché è quello che siamo, è quello che ci caratterizza. È attraverso le storie che un paese e la sua gente si fanno conoscere. Ed è per questo che - ancora prima che la struttura aprisse i battenti- attraverso i canali sociali del Tremola San Gottardo si è cominciato a mettere in luce e a promuovere le ricchezze del territorio, le attrazioni, le leggende, le particolarità, le curiosità. Un lavoro che continua tuttora e che viene sempre più apprezzato dagli airolesi, dai ciclisti, dagli escursionisti e da tutti coloro che hanno voglia di andare alla scoperta della regione del massiccio del San Gottardo.
 
Quali sono i vantaggi di un investimento così particolare in una regione montana?

Quando ti muovi su terreni nuovi hai carta bianca. Si apre un nuovo mondo e lo apri anche a chi -come te- ha belle idee nel cassetto. Negli ultimi due anni diverse persone hanno bussato alla mia porta per sapere come ho fatto. E la risposta è sempre stata la stessa: puntare sull’autenticità, sulla valorizzazione di quanto si trova sul territorio. È incredibile, ma lavorando in questo modo, si creano nuovi tasselli, a volte inaspettati, che con il tempo creano puzzle virtuosi. Ma devo ammettere anche che non è stata una passeggiata. Bisogna destreggiarsi nella burocrazia e superare mille difficoltà. Ce l’ho fatta grazie al sostegno e all’aiuto delle persone che hanno creduto in questo progetto e che mi hanno aiutato e incoraggiato a non mollare e che non finirò mai di ringraziare.
 
Quali sono i valori fondamentali della vostra attività?

I valori che sono alla base di questo progetto si possono riassumere in una sola parola: sostenibilità. Già durante la ristrutturazione dell'edificio, si è prestata particolare attenzione all'uso di materiali naturali. Tutto ciò che poteva essere salvato è stato salvato. I pavimenti in legno delle camere al primo piano e della saletta al piano terra sono originali. E nelle camere, così come nel bar, si può osservare – come accennavo prima - la muratura in pietra originale.  Per il riscaldamento sono stati installati pannelli solari e impianto a pellet. E in nome della sostenibilità al Tremola San Gottardo viene servita solo l’acqua delle sorgenti di Airolo, a chilometro zero e con zero emissioni di CO2.
E la sostenibilità passa anche attraverso il dialogo tra gli abitanti e gli ospiti, tra i mountainbiker e i contadini… in altre parole attraverso il consenso attorno al cicloturismo. Ed è così che l’anno scorso abbiamo dato il via a un’iniziativa denominata “Marénda”. Di cosa si tratta? Di punti di ristoro presso contadini o strutture discoste, dove i biker possono fermarsi per una pausa, per assaporare e acquistare i prodotti locali, per avere informazioni. È un’iniziativa che piace e che si rivela vincente per tutti.
 
Il Tremola San Gottardo non è un punto d’arrivo bensì di partenza!
 

Maggiori informazioni: www.tremola-sangottardo.ch

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