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Campagne
23.04.2021

Monitoraggio sulla presenza di Cesio-137, metalli pesanti e virus dell’epatite E nella selvaggina nostrana

È risaputo che la selvaggina, in particolare quella nostrana, può ancora oggi presentare una certa contaminazione da cesio-137 a causa della ricaduta radioattiva generata dall’incidente di Chernobyl del 1986. Inoltre, se la selvaggina viene abbattuta con munizioni di piombo, che nell'impatto si deformano o si scheggiano, nella carne rimangono dei minuscoli frammenti. Con questo monitoraggio si è voluto “fotografare” lo stato della contaminazione radiologica da Cesio-137 e la presenza di piombo e altri elementi nelle carni di cinghiale e di altri ungulati cacciati in Ticino. In aggiunta a questi parametri è stata effettuato un monitoraggio sulla presenza del virus dell’epatite E.  

Sono stati prelevati dalle macellerie distribuite sull’intero territorio cantonale 45 campioni di carne cruda e prodotti derivati di cervo, capriolo, camoscio, e cinghiale catturati in Ticino durante la stagione venatoria 2020. Per aumentare l’ampiezza del monitoraggio è stata analizzata anche carne non destinata al commercio.

Quasi tutta la cacciagione esaminata ha evidenziato tracce di Cs-137 per una contaminazione media molto contenuta di 59 Bq/kg. In un caso (carne di cinghiale) è stato superato il valore massimo di 600 Bq/kg. Da un punto di vista radiologico la rilevanza dosimetrica della contaminazione da cesio 137 dovuta al consumo di selvaggina come quella analizzata è in ogni modo di scarsa importanza.
Tredici campioni di selvaggina presentano tenori di piombo superiori a 0.1 mg/kg, di questi, sette superano 1 mg/kg, con un valore massimo di 427 mg/kg in una carne di capriolo. Si tratta di valori elevati, ma essendo stati inclusi nel monitoraggio campioni di carne non destinata al commercio, questi risultati non sono rappresentativi per quello che consuma la popolazione. Forniscono però uno spunto importante per un approfondimento della situazione rispetto alla carne presente sul mercato. Il monitoraggio del virus dell’epatite E non ha mostrato nessun caso positivo.

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