03.07.2024
Radionuclidi di origine artificiale (Cs-137) e naturale (K-40) nei funghi selvatici ticinesi
Eseguita la campagna annuale
I funghi sono considerati utili bioindicatori della radioattività ambientale poiché sono in grado di assorbire e trattenere il cesio presente nel terreno. Anche quest’anno è stato eseguito un ampio monitoraggio sulla radioattività residua generata dall’incidente di Chernobyl del 1986 e ancora presente nei funghi selvatici commestibili nostrani.
Sono stati 33 i campioni di funghi selvatici appartenenti a quattro specie commestibili, raccolti sul territorio ticinese da membri ticinesi dell’Associazione svizzera dei controllori di funghi VAPKO. Il Cs-137 è presente in tutti i funghi analizzati ma nessuno ha superato il valore massimo per questo radionuclide artificiale. Come già osservato in passato, i livelli più elevati di Cs-137 sono stati misurati nella specie Imleria badia (Xerocomus o Boletus badius). Per contro la Macrolepiota procera o mazza di tamburo, uno dei più vistosi, conosciuti ed apprezzati funghi commestibili che cresce nei prati è risultata di gran lunga la meno contaminata. La contaminazione radioattiva nei funghi commestibili selvatici ticinesi è contenuta. Da un punto di vista radiologico, la presenza di Cs-137 si aggiunge a quella naturale di K-40. Entrambi i nuclidi contribuiscono all’esposizione annua alle radiazioni ionizzanti, ma la rilevanza dosimetrica della contaminazione dovuta al consumo di funghi è in ogni modo di scarsa importanza.