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Origine e diffusione

La malattia è endemica dell'Africa subsahariana e persiste attraverso un ciclo di infezione tra zecche molli del genere Ornithodoros e suidi selvatici (facoceri e potamoceri). Questi suidi selvatici si sono evoluti con il virus e, se vengono contagiati, non mostrano sintomi di malattia. La malattia è stata descritta per la prima volta dopo che i coloni europei hanno iniziato ad allevare in Africa maiali domestici importati dall’Europa, che si infettavano e si ammalavano se venivano punti da una zecca infetta o si cibavano di resti di suidi selvatici infetti. 

Nel 2007 il virus è arrivato in Georgia, probabilmente attraverso rifiuti alimentari (di navi o aerei) provenienti dall’Africa sudorientale e non smaltiti correttamente. Dalla Georgia la malattia si è gradualmente diffusa tra gli allevamenti di suini domestici e in seguito nei cinghiali di tutto il Caucaso, per colpire poi la Russia, l’Ucraina, la Bielorussia e raggiungendo così i paesi dell’Unione europea. Un altro fronte dell’epidemia si è spostato verso l’Asia; in Cina e nei paesi limitrofi ha provocato negli ultimi anni ingenti perdite negli allevamenti suinicoli.

Nell’UE la malattia è stata notificata per la prima volta nel gennaio 2014 in cinghiali selvatici in Lituania e in Polonia, per poi interessare in giugno e settembre 2014 rispettivamente la Lettonia e l’Estonia con ulteriori casi. La maggior parte dei focolai si è verificata, oltre che nei cinghiali, nei suini di piccole tenute famigliari con scarse o inesistenti misure di biosicurezza*, e in un arco di tempo relativamente breve. Alcuni studi effettuati negli stati baltici hanno evidenziato come gli eventi epidemici siano molto localizzati e il fronte della malattia avanzi molto lentamente (1-2 km/mese), anche in relazione alla densità di popolazione umana, di suini domestici e di cinghiali. 

Nel giugno 2017 la Repubblica Ceca ha notificato il primo caso di PSA in un cinghiale, a più di 400 km dai focolai in Polonia e Ucraina. Questo “salto”, che non è compatibile con una diffusione per continuità del fronte epidemico, è stato con ogni probabilità dovuto all’introduzione del virus da aree infette tramite carni o prodotti a base di carne di suino o cinghiale. È un esempio dell’importanza del cosiddetto “fattore umano”. In seguito pure Romania, Ungheria e Bulgaria sono state colpite dalla malattia.

Il 14 settembre 2018, sono stati confermati i primi casi nei cinghiali in Belgio. Anche in quest’ultimo caso, considerando la notevole distanza dai focolai più vicini, la causa d’introduzione della malattia è da ricondursi all’intervento dell’uomo. Molto probabilmente resti di cibo o imballaggi contaminati sono stati dispersi nell’ambiente infettando i cinghiali che ne sono venuti in contatto. Il Belgio, con sforzi ingenti, è riuscito a debellare la malattia dopo due anni. 

Più vicini in ordine di tempo, nel 2020 e all’inizio del 2022 i focolai in Germania rispettivamente Italia. In Germania la malattia è presente nei cinghiali nei Land Brandeburgo, Sassonia e Meclemburgo Pomerania Anteriore dove sono stati colpiti pure alcuni allevamenti suinicoli. Inoltre alla fine di maggio 2022 la malattia è comparsa in un allevamento di suini nel Baden-Württemberg rispettivamente della Bassa Sassonia, con un salto di diverse centinaia di km dagli altri focolai rilevati. In Italia la malattia è presente nei cinghiali da gennaio 2022 in Piemonte e Liguria a pochi chilometri da Genova. A partire dalla fine di aprile 2022, nell’area nord di Roma sono stati rinvenuti i primi cinghiali positivi al virus della PSA. Alla fine di maggio è stato ritrovato un ulteriore individuo positivo al virus in provincia di Rieti, seguito dal primo ritrovamento di un animale positivo in Abruzzo. La malattia è stata inoltre riscontrata in un allevamento semibrado di suini a nord di Roma ad inizio giugno 2022. In seguito si sono verificati focolai nei cinghiali in Campania e Basilicata, mentre in Calabria vi sono stati diversi focolai pure nelle aziende suinicole.

Nel corso del 2023 si sono verificati i primi focolai nei cinghiali pure in Sardegna. La situazione tra Piemonte e Liguria si è ultimamente aggravata nel corso del 2023, il problema riguarda ora pure l’Emilia-Romagna con la positività di numerosi cinghiali e la Lombardia con 9 aziende suinicole colpite (decine di migliaia di suini abbattuti) e positività riscontrata pure nei cinghiali. A settembre 2023 la malattia è comparsa nei cinghiali pure in Svezia, a Nordovest di Stoccolma.

È quindi più che mai opportuno prepararci per tempo, organizzandoci per far sì che un’eventuale introduzione del virus in Svizzera, non solo nei suini ma anche nelle popolazioni di cinghiali, venga diagnosticato nel più breve tempo possibile.