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Piani zone di pericolo - PZP

Allestimento tecnico

Il PZP è allestito sulla base di linee guida elaborate dall’Ufficio federale dell’ambiente e dall’Ufficio federale della pianificazione territoriale, a partire dalla seconda metà degli anni '90.

Per una delimitazione la più accurata possibile dei pericoli naturali vengono considerate:

  • interpretazione di eventi conosciuti;
  • analisi delle tracce sul terreno;
  • simulazioni con modelli numerici.

Sono definite quattro classi di pericolo, definite dalla combinazione di due grandezze: l'intensità e la frequenza con la quale può manifestarsi un determinato evento:

  • l'intensità esprime la grandezza (magnitudo) di un fenomeno ed è specifica per ogni tipologia di pericolo;
  • la frequenza (periodo di ritorno) esprime la probabilità di accadimento di un evento.

I quattro gradi di pericolo sono definiti come segue:

  • pericolo elevato (zona rossa);
  • pericolo medio (zona blu);
  • pericolo basso (zona gialla);
  • pericolo residuo (zona tratteggio bianco-giallo);

Il PZP è un importante strumento pianificatorio, in quanto permette di limitare le costruzioni in zone a rischio, programmare le necessarie misure tecniche di protezione e gestire le emergenze in caso di eventi importanti.

Procedura giuridica

Il Cantone Ticino si è dotato nel 1990 della Legge sui territori soggetti a pericoli naturali (LTPnat), che affida al Dipartimento del territorio il compito di rilevare all’interno dei comprensori comunali le zone minacciate da valanghe, frane, spostamenti permanenti di terreno, crolli di roccia, alluvionamenti, flussi di detrito ed esondazioni.

I PZP sono oggetto di una procedura giuridica di adozione, terminata la quale i limiti delle aree pericolose vengono riportati nei Piani Regolatori dove assumono carattere vincolante.

I PZP vengono di norma aggiornati in seguito a eventi naturali rilevanti, in caso di revisione generale dei Piani Regolatori comunali oppure per l’entrata in vigore di nuove normative tecniche.