Gestione del suolo contaminato da neofite invasive
L'obiettivo della protezione contro il deterioramento biologico del suolo è la conservazione della biocenosi tipica del luogo, ricca di specie biologicamente attive ai sensi dell’art. 2 cpv 1 dell'O suolo.
La diffusione nell’ambiente di organismi modificati geneticamente o specie alloctone invasive elencate nell’allegato 2 dell’Ordinanza sull’emissione deliberata nell’ambiente (OEDA) rappresenta una possibile causa del deterioramento biologico del suolo.
Qualora la zona interessata da un progetto sia soggetta all'invasione di specie neofite invasive, per evitare la loro ulteriore diffusione si devono seguire alcuni semplici accorgimenti:
- Eliminare le neofite invasive prima dell’inizio dei lavori.
- Durante il taglio evitare di disperdere pezzi di pianta e, se del caso, coprire il corso d’acqua con reti (tipo antigrandine o più fine). Gli scarti vegetali devono venire allontanati tempestivamente e venire smaltiti, di regola, presso il termovalorizzatore ICTR di Giubiasco. Per evitare la dispersione di queste specie durante il trasporto, usare contenitori chiusi o coprire gli scarti vegetali con telo o plastiche.
- Il suolo scarificato contaminato da neofite invasive deve venire impiegato solamente nel luogo in cui viene prelevato (art. 15 OEDA). Non va comunque mai mescolato con materiale pulito o depositato provvisoriamente in luoghi non contaminati da queste specie.
- Se il riutilizzo in loco non è possibile va annunciato tramite l’apposito modulo di contatto per ottenere l’autorizzazione a portarlo in una discarica per materiali inerti autorizzata. Anche nella fase dell'esecuzione dei lavori e del trasporto, dovranno essere presi gli accorgimenti necessari per evitare di diffondere materiale contaminato.
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