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Danni causati dalla selvaggina

Cervi, cinghiali e caprioli alla ricerca di nutrimento scendono lungo i versanti e si avvicinano sempre più alle zone edificate e coltivate, causando danni o disagi alla popolazione e/o agli agricoltori.

Da un lato l'espansione dell'edificazione e dell'urbanizzazione, lo sfruttamento sempre più marcato dei fondovalle e delle aree collinari sottraggono superfici e interrompono corridoi di spostamento degli ungulati, e dall'altro sicuramente diventano luoghi attrattivi per il sostentamento, ricchi di cibo e alimenti variati di facile approvvigionamento.

Per limitare i danni e disagi causati dalla selvaggina alle colture agricole, orti e prati si consigliano una serie di semplici misure preventive, quali il non foraggiare gli animali selvatici, il recintare gli orti o i campi.

Inoltre l'Ufficio della caccia e della pesca organizza ronde di controllo ed eliminazione dei capi viziosi, nonché, in base agli art. 60 e 61 del RALCC, rilascia autorizzazioni speciali di guardiacampicoltura a cacciatori particolarmente fidati per interventi mirati a contenere i danni causati dagli ungulati a condizione che siano rispettate tutte le misure di sicurezza
per l'uso di armi da fuoco.

Si ricorda anche che in base alla legislazione venatoria (regolamento sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici - RALCC dell'11 luglio 2006), coloro che dichiarano un reddito agricolo hanno diritto al risarcimento dei danni causati dalla selvaggina e che le eventuali richieste di indennizzo devono essere tempestivamente presentate dal proprietario o dal danneggiato all'Ufficio della caccia e della pesca.