Centro di dialettologia e di etnografia

35 sica della Svizzera italiana in quanto propone forme d’arte pensate, create e realizzate in questo caso nel Cantone Ticino. Si tratta per Gabaglio dello «strumento che effettivamen- te mancava a chiunque volesse capire qualco- sa di più del modo in cui il Ticino e i Ticinesi hanno saputo mettere in musica – cioè nella musica di matrice popolare – loro stessi» 3 . Si può ben definire la realizzatrice del progetto, Silvia Delorenzi-Schenkel, una vera «traghet- tatrice verso una meta difficile come quella di un ritratto oggettivo e comprensivo della musica popolare ticinese», infatti «nel breve volgere delle 18 tracce del disco è miracolo- samente riuscita a comporre un articolato e seducente mosaico di musica vocale, corale e strumentale; nuova e tradizionale; in dialetto (ovvero nei vari dialetti) e in italiano: del So- pra e del Sottoceneri» 4 . Nel panorama sonoro di Vüna bèla! si ascolta anche la bandella I Ba- giöö nei pezzi Sisina e Chitarra ticinese . Domenica 2 aprile 2017 al Teatro sociale di Arogno va in scena il gruppo Chilometro zero con La musica delle bandelle ticinesi nella tra- dizione e nel presente . Il denso programma, con quattordici brani, affascina un pubblico numeroso e appassionato in un incontro che non è un concerto, piuttosto una presentazio- ne da parte di Emanuele Delucchi, suonatore di clarinetto e guida del quintetto, beninteso di fiati come ci si può aspettare da una ban- della. La cadenza dei pezzi prende avvio da Zanett , la marcia che si rifà al tradizionale car- nevale dei bambini di Arogno. E poi, sempre con l’intervento a tratti arguto del maestro, Giovanni Antonio Vanoni, Figura di presepe: pastore che suona la zampogna , 1883 .

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