Note di bandella

37 suonare a memoria motivi e danze tradizionali6. L’origine di queste formazioni non è chiara. La prima ipotesi, formulata dall’etnomusicologo Max Peter Baumann, è che queste nascano come un’emanazione delle bande musicali. «Il diffondersi dei primi ottoni [a pistoni] verso il 1820 portò alla fondazione di diverse formazioni bandistiche. A dipendenza del numero di strumenti a fiato disponibili, numerose bande di paese si unirono in Vierermusig, Sechsermusig o Neunermusig. In Ticino questi complessi erano noti come bandelle e formati per esempio da un clarinetto, una tromba, un trombone, un bombardino, un flicorno e un basso tuba, spesso accompagnati da una grancassa»7. Si può esprimere qualche riserva sulla frequente presenza nella bandella di una grancassa, strumento a percussione, assieme a trombe, tromboni, corni, flicorni e tube. Siamo a conoscenza solo di una fotografia che ne raffigura una identificata dalla dicitura con la «Bandella Vezio», formazione nata nei primi anni del Novecento e sciolta con l’inizio della Prima guerra mondiale8. La seconda ipotesi, invece, è formulata da Marcello Sorce Keller, secondo il quale l’origine delle bandelle risalirebbe alla fine del Settecento, dunque prima della proliferazione bandistica di cui parla Baumann9. Le due proposte comportano una differenza di pochi decenni, proprio nel periodo a cavallo fra Settecento e Ottocento che portò alle terre ticinesi e alla Svizzera tutta rilevanti mutamenti politico-amministrativi. Un testo fondamentale per esplorare il tema delle bandelle è il volume sulle bande musicali nella Svizzera italiana pubblicato nel 1981 da Giuseppe Milani (1936-1997), i cui dati sono stati poi ripresi da Graziano Ballerini nel numero monotematico di Bloc notes dedicato alla musica nella Svizzera italiana dato alle stampe nel 200310. Il volume di Milani si basa su un censimento delle bande effettuato grazie all’invio di questionari alle cancellerie dei comuni del Cantone Ticino e del Grigioni italiano con la richiesta di informazioni sul tema. Ciò gli ha permesso di identificare 63 bande ancora attive nel 1981, che nella pubblicazione presenta ad una ad una in ordine alfabetico per distretto. Milani raccolse numerosa documentazione storica, reperita attraverso il contatto con ogni singola società, e riuscì a risalire a 94 formazioni scomparse, tra cui corpi musicali fondati da ticinesi nella Svizzera interna, alcuni gruppi del Grigioni italiano e anche qualche bandella11. Il progetto editoriale è rimasto purtroppo incompiuto, infatti l’obiettivo dell’autore era quello «di stampare due volumi: il primo sulle bande attive e il secondo sulle bande scomparse, le bande militari, le bande formate da ticinesi nella Svizzera interna, le bandelle e i gruppi di tamburini affiliati alla Federazione cantonale»12. Anche le bandelle quindi! A quegli stessi anni risale il lavoro di ricerca inedito dedicato alla bandella da Gianni Zanotti

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