Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana - Fascicolo 94

459 DOMInée DOMInéVUL nuncia riflessa nella formula vocativa nel proverbio di Bironico dònn d’òst, sèrve de prèved, asan de mu- rinée, liberamus Dominée ‘da donne di osti, serve di preti, asini di mugnai, liberaci o Signore’ e in quello di Lumino zòpp e guèrsc e malsegnée, liberamus Do- minée ‘da zoppi, guerci e malsegnati [= portatori di gravi difetti fisici], liberaci o Signore’. nell’accenta- zione ossitona di dominée ‘prete’ potrebbe anche aver influito, come fattore d’appoggio, il suff. -ée , caratte- rizzante i nomi d’agente [5]. – Un ulteriore sviluppo semantico dal valore di ‘prete’ si ha nel valvarr. do- minèe ‘fantoccio, persona che porta vestiti larghi’ (Premana [6]). B i b l.: C heRUB . 2.49, 5.57, A nGIOL . 284. [1] C heRUB . 2.49, G IORGeTTA -G hIGGI 372. [2] C he - RUB . 2.49, 5.57. [3] ReW 2741. [4] S ALVIOnI , Fon.Mil. 279-280, Antonioli in G IORGeTTA -G hIGGI 804. [5] DRG 5.354, B OnFADInI , Latin. 172. [6] B eLLATI 488. Galfetti DòMIne e DOMInAnTe (d ä mine e domi- nánte) locuz.s. Padrona assoluta (Palagnedra). Storpiatura popolare, in parte italianizzata, del sintagma lat. (qui riferito a una donna) Dominus do- minantium ‘Signore dei signori’ che compare nell’Apo- calisse (19.16 « Rex regum et Dominus dominantium ») e di ampia circolazione specialmente nei dial. sett., per cui cfr. i piem. dòminos dominanssiom , mil., bresc. e bologn. dominus dominànzium , biell. domino dominante , cremon. dòmino domiàansi , cam. domi- nus dominatu , venez. domine dominanzium ‘padrone assoluto’, v. anche l’it. dòmino dominànzio ( xVI sec.) ‘id.’ [1]. – V. anche ≠ dòmino e dominòrom e cfr. ≠ d ó mina . B i b l.: [1] ReP 566, C heRUB . 2.49, Giunte 76, Vo- cab.bresc.tosc. 93, F eRRARI 245, Diz.dial.cremon. 90, G OLDAnIGA 1.328, B OeRIO 196, B eCCARIA , Sicuterat 69, DeI 2.1379. Galfetti DòMIne PATRIS (d ä mine pátris) nella lo- cuz.v. végh dal – , essere stravagante, balordo, mattoide (Rovio). V a r.: dòmine patri , dòmine patris. Avvicinamento popolare a Domine del sintagma latineggiante ≠ nòmine patris [1] (cfr. il caso del friul. dominepàtris ‘sentimento o pratica religiosa’ [2]), tratto dall’incipit della formula liturgica con cui si accompagna il segno della croce e che nella tradi- zione popolare è passato a indicare il capo, per il ge- sto iniziale di toccarsi la fronte [3]. Da questa parti- colare accezione si è sviluppata una serie di espres- sioni di larga interdialettalità settentrionale per in- dicare una persona idiota, pazza, balorda, v. ad es. il mil. vess tocch in del nomenepatris ‘non avere tutti i suoi mesi, essere matto, balordo’ (alla lettera ‘essere tocco nel nomine patris ’) e, con lo stesso costrutto del dato di Rovio, il berg. iga ’mpó del nòmine patris ‘non avere tutti i suoi mesi, essere fuori del secolo, essere scemo, pazziccio’ [4]. B i b l.: [1] V. LSI 3.592. [2] DeSF 2.634. [3] B eC - CARIA , Sicuterat 90, B OnFADInI , Latin. 164. [4] C he - RUB . 3.177,178, T IRAB . 851, v. inoltre B eCCARIA , Sicu- terat 90 n. 5. Galfetti DòMIne RePULISTI (d ä mine repulísti) nel- la locuz.v. fá – , fare repulisti, riordinare, fare piazza pulita (Sonvico). Rientra nella variegata serie di espressioni di in- tonazione scherz. e latineggiante che il dialetto ha co- niato ispirandosi a versi salmistici veicolati dalle fun- zioni religiose. Così come l’it. far repulisti ‘fare piazza pulita’, questa locuz., che ha una precisa corrispon- denza nel roman. fà dommine repulisti ‘fare piazza pulita, rubare senza lasciare nulla; mangiare sino all’ultima briciola; sostituire o eliminare quella parte di personale di un’organizzazione che non ha dato buona prova’ [1], origina dal versetto biblico lat. « Quia tu es, Deus, fortitudo mea , quare me repulisti? » ‘poi- ché tu sei, o Dio, la mia fortezza, perché mi hai re- spinto?’ (Salmo 42), recitato dall’officiante all’inizio della messa e nel quale la forma verbale lat. repuli- sti è stata reinterpretata, per attrazione paretimolo- gica, quale forma del verbo ripulire , con conseguente rideterminazione del significato [2]. B i b l.: [1] R AVARO 521. [2] DeI 5.3231, DeLI 2 1347, DeeG 1114, B eCCARIA , Sicuterat 100-101. Galfetti DOMInéVUL (domin s vul) agg. 1. Docile, re- missivo (Mesocco). – 2. Flessibile, pieghevole, ce- devole. V a r.: dominévul (Mesocco), duminèul (Peccia) . Ram duminèul , ramo flessibile (Peccia). – Inol- tre, fuori della Svizzera italiana, l’ossolano pasta duminéula , pasta duttile (Vogogna). Formazione con i riflessi del suff. - ¶ BILe ( M )/ - È BI - Le ( M ) [1], ricavata da uno svolgimento del lat. tardo DOMIn º Re ‘dominare’ (per il classico DOMIn º RI ) [2]. – Cfr. domignévol (≠ domigná ).

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