Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana - Fascicolo 94

DOLé 433 DÙLAR non c’è modo di poterli cambiare (Morcote [1]). – Riferito principalmente all’unità monetaria degli Stati Uniti, il termine si lega soprattutto all’espe- rienza migratoria ticinese oltreoceano dei secoli scorsi: in América t’é dov® andá, l’éra bé tantu di- stant, ma ul dòlaro al varéva cinch franch , in America sei dovuto andare, era sì molto distante, ma il dollaro valeva cinque franchi (Brè [2]), fai vedée sti dòlar, s l’é véra ch ti é fécc inscé a varga- da! , facceli vedere questi dollari, se è vero che ne hai fatti a palate! (Sonogno [3]), l’è nècc in Améri- ca par portaa i dòlar, ma u i a portaa indrè dumá dolór , è andato in America per racimolare i dolla- ri, ma ha riportato solo dolori (Verscio). It. dollaro [4]. Le var. con accentazione ossitona risentono forse della pronuncia francese. – Per il le- game con l’emigrazione v. ancora lo scherz. ≠ doló- ri . – Il cambio fisso un dollaro = cinque franchi, in vi- gore prima dell’introduzione dei tassi variabili, è probabilm. responsabile dell’estensione di ≠ scüd ‘moneta da cinque franchi’ nel senso di ‘dollaro ame- ricano’ (Biasca, Gerra Verz., Cimadera); l’impiego di quest’ultimo term. è stato documentato ancora di re- cente nel dial. degli emigrati ticinesi residenti negli Stati Uniti [5]. B i b l.: [1] T eTTAMAnTI , Sacociada 85. [2] D eMAR - ChI , Gent 8. [3] L URATI -P InAnA 412. [4] DeI 2.1376, DeLI 2 490. [5] C eCCAReLLI , CollLD 13.31. Galfetti DOLCAMARA (dolkamára) s.f. Dulcamara, Solanum dulcamara L. V a r.: ducamara , dücamara ; ducamare (Breno); dolcamara (Brione Verz.); – zücamara (Leontica, Rossura). Dalla pianta si ricava il decòtt de ducamara , decotto di dolcamara (Brissago), che si assume per curare la tosse (Rossura) o per depurare il sangue, in primavera (Rovio) [1]; radís de düca- mara , radici di dulcamara: ritenute medicinali (Menzonio); – le piantine, raccolte in autunno, si fanno bollire e si mettono nel beverone dei maia- li o nel latte destinato ai vitelli per aiutarli in ca- so di digestione difficile (Cevio [2]). Dal lat. scientifico DULCAMARA [3], già presente negli scritti del botanico fiammingo R. Dodoens (1583) [4]; tale termine, traducibile con ‘dolce-amara’, si ri- ferisce al sapore dei fusti che, dapprima amaro, di- venta in seguito dolce. Il mancato riconoscimento, per i parlanti, dell’agg. ‘dolce’ nel segmento dulca- sarà responsabile della semplificazione in duca- , dü- camara (reperibile in svariati dial. dell’Italia sett. [5]) che elimina la coda -l nella prima delle sillabe, creandone così quattro dall’identica struttura cons. + vocale. Forme con z- (o s- , a seconda delle aree) ritor- nano nel trent. (oltre che nel ven., nel bresc. e, con zü- camara nel senso di ‘felce dolce’, nel chiavenn.) [6]: esse possono certo spiegarsi con l’immistione di züca ‘zucca’ [7], ma non va trascurata la possibilità della contaminazione con zücar ‘zucchero’, cui accenna già Salvioni [8], pienamente realizzata nel caso del comel. É úkar amáru ‘dulcamara’ (alla lettera, ‘zucchero ama- ro’) [9]. B i b l.: [1] Cfr. C hIeSA , Tempo 70, D A L eGnAnO -P O - MInI 145. [2] P OReTTI , Ric.etnobot. 340. [3] Cfr. DeI 2.1400, DRG 5.472. [4] M ARzeLL , Pflanzen 4.351. [5] P enzIG 1.463; ALePO 1.2.236 P. 230, T OneTTI 145, M OLInO -R OMAnO 32, B eLLeTTI , Diz. 1.528, O GLInO 65, G ALLI 81, P ASqUALI 234, P IAnCA 58, T OMASI 54, DeSF 2.646. [6] R ICCI 515; P ASqUALI 776, R IGOBeLLO 168, B eLLò 219; S CUFFI 58,397, G IORGeTTA -G hIGGI 711. [7] P eDROTTI -B eRTOLDI 370-371, DeSF, Flora 2.578. [8] S ALVIOnI -F ARé , Postille 2791. [9] T AGLIAVInI , Comeli- co 134. Petrini dolciús ≠ dólz DOLDÓLL (dold G l) nella locuz.agg. a – , 1. penzolante (Moleno); – 2. traballante: di dente (Preonzo). Col rassétt tutt a doldóll , con la sottana penzo- lante, sbrindellata (Moleno); – a tóchi i dégn, trii i è a doldóll , tocco i denti, tre tentennano (Preon- zo [1]). Sorge forse da ≠ dondolá 1 ‘dondolare’, seguendo il modello che lega dondoná ‘id.’ e a dondón ‘penzolo- ni’, con assimilazione regressiva di n - l in l - l . – Cfr. a ≠ dòla 2 . B i b l.: [1] G ALLInO , Dialett 53; v. anche pag. 37. Genasci DOLé (dol s ) v. Dolere. V a r.: doiée (Intragna), dolé (Ons., Grig.), dolée (Lavizz., CentoV., Roveredo Grig.), dolèe (VMa., Ter- re Ped., Brione Verz.), doléir (SopraP.), doré , dorée (Tic.), dorèe (Gudo, Sementina, Montecarasso, Arbe- do-Castione, Biasca, Cugnasco, Lavertezzo, Gerra Gamb.), dörée (Locarno), dorégn (Brione s. Minusio), doréi (Preonzo, Riv., Lev., Mergoscia), dorèi (Bodio), dulé (Ons., Grig.), dulée (Lavizz., CentoV.), dulèe

RkJQdWJsaXNoZXIy MTA1MTg=