258 fALACiÓS fALBALÁ completa maturazione o sono produttivi (Castasegna), l’é ün frütt sfalaciús, è un frutto fallace, non pienamente formato (Soglio). È da accostare agli eng. (s)fallatschus e surmirano falatchous ‘che non cresce bene, non fruttifica, andato a male (di piante, frutti, terreni, raccolti agricoli ecc.); difettoso (di animale); instabile (del tempo); insidioso, pericoloso, rischioso; ingannevole, fallace’ [1], e al chiavenn. šfalaciùus ‘rovinato’ (na štagiùn šfalaciùä ‘un’annata che ha dato poco fieno e altri raccolti’ [2]), di etimologia discussa: dal lat. fALLACiōSu(M) ‘fallace, ingannevole’ [3], da fALLāCe(M) ‘id.’ mediante il suff. -ōSu(M) [4], oppure prestito dall’it. fallacecon il riflesso del suff. -ōSu(M) [5], proposta foneticam. confacente soprattutto per il dato di Camignolo. B i b l.: [1] DRG 6.59, cfr. feW3.386. [2] GiORGeTTAGhiGGi 630. [3] SALViOni-fARé, Postille 3166b. [4] DRG 6.60, Antonioli in GiORGeTTA-GhiGGi 921. [5] hR 2.307. Galfetti falada, -adísc, -adiscia, -aduru falá FALAIRINA (falarína) s.f. Codirosso (Campo VMa. [1]). Probabilmente da feriröö‘id.’ con abbassamento ad a della proton., normale nella regione, e sostituzione di -öö con il suff. diminutivo -ina; l’infisso -airrappresenta l’esito del suff. -ARiu(M) in una fase che precede lo sviluppo in -ir- [2]. La -l- si deve a dissimilazione di r-r in l-r. – V. anche il sin. ferairóm. B i b l.: [1] AiS 3.491 P. 50. [2] SALViOni, AGi 9.226 n. 1, Scritti 1.51 n. 1, SALViOni, Posch. 493, Scritti 1.269. Arigoni falanta, -lanza, -larésc falá falata fala2 FALBA (fálba) s.f.gerg. Predica, dottrina (VColla). Vocedel rügín, il gergodei calderai ambulanti dell’alta Capriasca e della Val Colla [1]. Origine sconosciuta. il termine, isolato, non permette accostamenti evidenti, salvo forse con il lat. fāBuLA(M) ‘favola, leggenda, racconto’ [2]: il ricorso a cultismi di origine lat. rientranegli espedienti lessicogeni utilizzati dai gerganti, per cui cfr. verbá ‘parlare’ < lat. VĕRBuM‘parola’. Altre ipotesi etimologiche si possono tuttavia prospettare su base semantica: le denominazioni gerg. della predica, tediosa (furb. mil. e it.), solfa (trevis. Piazza) e piagnisteo (furb. ven.) [3], ne sottolineano ingenere il caratteremonotono e noioso; questo valore è condiviso pure dall’it. scialbo e potrebbe pertenere perciò anche al tipo ver. fâlp‘scialbo’ (Garda), var. di falbo‘falso, difettoso’, di etimologia incerta [4], delineando così una pista interpretativa ulteriore: predica e dottrina diventerebbero la falba in quanto ‘(cosa) scialba (= tediosa o falsa?)’, una denominazione che vedrebbe quindi affondare le sue radici nel vernacoloveronese. nel furb.mil. e it. si ha tuttavia galba ‘minestra, zuppa’ [5], equivalente del dial. süpa‘zuppa’, che per traslato significa anche ‘noia, uggia; discorso, racconto lungo, ripetitivo, noioso’. Tenuto conto che fra le caratteristiche fonetiche particolari dei gerghi vi è lo scambio di consonanti specialmente velari (k, g) con dentali (t), labiali (p, b) o labiodentali (f), sia in posizione iniziale che interna (v. ad es. gaia/ baia ‘innamorata’, morchí/ morfire ‘mangiare’) [6], ci si chiede se la voce qui in esame nonpossa rientrare inquesta casistica (galba> falba), con uno trapasso di significato a ‘predica, dottrina’ suggerito proprio dalla metafora dialettale e un camuffamento dettato da intenti eufemistici. B i b l.: [1] LuRATi, Valli di Lugano 239,245,247. [2] ReW 3124. [3] BASSi, Gerghi ital. [4] RiGOBeLLO 180, BOnDARDO 73, v. anche feW 3.403b. [5] PRATi, Voci 92-93, feRReRO, Gerghi 140, BASSi, Gerghi ital. [6] SAn - GA, it.cont. 2.163. Galfetti FALBALÁ (falbalá) s.m. falpalà. V a r.: falbalá(SottoC.), frabalá(Biasca, Chironico, Airolo, Loc., Lug., Balerna, Roveredo Grig., Soazza, Cauco, Poschiavo), frabalán (Sigirino), frabelaa (Lumino), frapalá(Brusino Arsizio). 1. Balza di stoffa increspata o pieghettata della gonna: cutín sótt cul frabalá, sottana con il volant (Bironico), cèrti tusann dal dí d’incöö mangian magari pan inscí, ma vöran frabalá, birlinghitt, bracilitt, anéi, vèst ala mòda, certe ragazze del giorno d’oggi mangiano magari pane senza companatico, ma vogliono balze, fronzoli, braccialetti, anelli, abiti alla moda (Lugano [1]). – A S. Abbondio, mantellina del tabarro. 2. Balza o frangia di coperte o tende: prepónta cor frabalá, trapunta con la frangia (Sonvico), tindói col frabalá, tende con il volant (Tegna). – A Tegna e Cimadera, insieme delle tende del letto a baldacchino. 3. A Lumino, sbieco, lembo di stoffa tagliato obliquamente [2].
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