Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

347 FASÖÖ FASÖÖ rietà che crescevano avviticchiate ai gambi e ai tralci delle viti e dove le donne ne raccoglievano i baccelli maturi durante il periodo della vendemmia [15]: n’ém fècc tènc, de póm de tèra e de fasi, ne abbiamo raccolti tanti, di patate e di fagioli (Rasa [16]), a Rorè a gh’è de tutt, fasée e póm, póm e fasée, a Roveredo c’è di tutto, fagioli e patate, patate e fagioli (Roveredo Grig. [17]), doc. «fu hordinato … che se si trova alcuni che andase nella Vigna di un altro o a prender Uga o fasoli o altro … di pilgiargeli un fiorino per volta» (S. Vittore 1727 [18]). I semi si cucinano freschi o secchi e si prestano a svariati impieghi culinari: fasöö in dr’aqua(Rivera), … büii (Viganello), … cöcc (Minusio), … imbrügád (Grancia), … a lèss (Pazzallo), fasée dala parfèrza(Brissago), bolliti, lessati; fasée in stüvaa (Brissago), fasi in ümad(Giornico), … in bagnifa (Faido), fagioli stufati, inumido; fasgii coi códigh, fagioli con le cotiche (Lodrino), fasgil rustii, fagioli arrostiti (Soglio), fasöö in minèstra, fagioli in minestra (Viganello), fasgii in l’asgéd, fagioli sottaceto (Lodrino); in quarésima i nòss vécc ara sira i mangiava dumá fasöö in inselata, durante la quaresima i nostri progenitori mangiavano soltanto fagioli in insalata (Grancia); – con essi si realizzano vivande quali ris e fasöö, minestra di riso e fagioli (Vairano), fasgii e patati, fagioli e patate (Menzonio), fasée bonè, fagioli conditi: lessi e conditi, ancora caldi, conburro fresco, prezzemolo, aglio, sale e pepe (Brissago), fas a stǘa, fagioli a stufa: crudi, tagliati a pezzi, fritti nel burro con aglio e cipolla e cotti nell’acqua con l’aggiunta di pasta (Indemini [19]), fasi in bröd, fagioli in brodo: lessati, fritti nel burro con della cipolla e cotti nel brodo con qualche cucchiaio di vino (Losone), menèstra de lècc cui fasöö, minestra di latte con i fagioli (Brione Verz.), fasi sarée sú, fagioli salati: lessati e conditi con burro fuso, sale, pepe, eventualmente anche con semi di finocchio pestati (Losone), tórta da gnücch e fasi, torta di patate e fagioli (Ble. [20]). – Dai fagioli si ricavava pure un tipo di farina, che veniva aggiunta a quella di frumento nella panificazione, mentre a S. Vittore si faceva un tipo di pane contenente fagioli [21]. ACastro, invece, con la farina di fagioli si alimentavano i maiali. Baccelli e fusti della pianta possono essere utilizzati come foraggio; questi ultimi venivano somministrati soprattutto al bestiame ovino quando vi era scarsità di fieno [22]: a i ò fécc föra i fasöö par dagh i sfarfóll ai bés’c, ho sgranato i fagioli per dare i gusci alle vacche (Brione Verz.), varda che u cataa i fasöö, va lá p t la bróia ch’a sa pò dágala ai vacch, s’a l’è mía tròpa séca, guarda che ho raccolto i fagioli, vai poi là a prendere le piante che si possono dare alle vacche, se non sono troppo secche (Cabbio). Le foglie, inoltre, pare fossero un efficace rimedio contro le cimici dei letti, grazie alla loro peluria che tratteneva i parassiti: si ha infatti notizia che a Roveredo Grig., in caso di infestazione, si usava disporne delle corone tutto attorno ai giacigli. 2. Qua e là è usato come termine generico per indicare pianta, frutto e seme di altri legumi. 3. Altri significati 3.1. A Indemini e similmente, fuori della Svizzera italiana, nella limitrofa località di Monteviasco, faso fas da tèra, fagiolo di terra: patata [23]. 3.2. Tipo di confetto o dolce a forma di fagiolo, contenente rosolio, detto anche fasöö da binís(Viganello), … a/ de bombón(Gordevio, Brissago): mí cati föra i fasöö, parchè i è i binís ch’ampias püssée, io scelgo i fagioli, perché sono i confetti che mi piacciono di più (Grancia), «a t pias püssée sti fasöö o qui da camp?» «püssée quist!», «ti piacciono di più questi fagioli o quelli di campo?» «di più questi!»: ovvia risposta di un bambino (Grancia). 3.3. In generale, al plurale, testicoli di animale, specialmente dei galli: tögh föra i fasöö ai gai, capponare i galli (Grancia). 3.4. A Grancia, cacherello di pecora. 3.5. Fagiolo, dente particolare del cavallo (Tic.). 3.6. Qua e là nel Locarnese e nel Sottoceneri, scherz. dente. 3.7. Dolorosa tumefazione provocata per gioco pizzicando o colpendo con il taglio della mano il bicipite di qualcuno (Tic.); lo scherzo, diffuso soprattutto tra i ragazzi e solitamente perpetrato a danno di qualche sprovveduto, era preceduto dalla domanda a bruciapelo: «ta piasan i fasöö?», «ti piacciono i fagioli?», e prima che questi potesse rispondere, veniva sferrato repentinamente il colpo, così da fagh vegní sú un fas, fargli uscire un fagiolo sul braccio (Lopagno). 3.8. A Lopagno, macchia nera nel piumaggio dei lucherini maschi, sotto al gozzo: or fas l’éva r négro che i gh’ava quí sóta r gòss …: quii i éva i mas’cín, il fagiolo era la macchia nera che avevano qui sotto al gozzo: quelli erano i maschietti [24]. 3.9. A Campo Vallemaggia, sgorbio, scarabocchio. 3.10. Babbeo, minchione, sciocco (generalm.): tü sa pròpria un fasǘ!, sei proprio un imbecille! (Semione); – v. anche fasolón, fasòra, fasöròtt al par. 10. 4. Paragoni Gròss cumè un fasöö, grosso come un fagiolo: iron. piccolo (Stabio), grand cumè un bòtt da fasöö, grande come un cespo di fagioli: piccolo (Pe-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTA1MTg=