Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

354 FASS FASS …, a i stursgéum e p ligaum i fâss: lassaum fò um töcch iscí, mía stursgiǘ e quèll u serviva da sará l fâss e p l ligaum cur um faragâll o cur quai sarèsc; e dòpo s picava mó inn i lègn par sarâll, a s metév’im pí l fâss e p s picava sgiǘ, i fasci non erano poi legati con le corde, prendevamo dei rami di nocciolo, li torcevamo e poi legavamo i fasci: lasciavamo fuori un capo non ritorto e quello serviva per chiudere il fascio, e poi lo legavamo con un filo di ferro o qualche vermena di salice; e dopo si inserivano ancora dei legni per compattarlo, si metteva il fascio in posizione verticale e li si infilava giù (Prugiasco [2]); a Brusino Arsizio il fass era costituito da una pila di fascine di legna minuta, nella quale venivano infilate due corte stanghe incrociate poi appoggiate sulle spalle per poterla trascinare lungo i canaloni montani. I fasci di fieno venivano approntati soprattutto per effettuarne il trasporto dai monti al piano: sa setavi sgió dapús dal fass, la mía surèla la ma fava passá dént la còrda in dal böcc dal ghiringhèll, puntavi i pée in sül fass da fée par fá fórza a tirá par ligall strénc, drizzaum in pée al fass, cunt i man faum dént un böcc par pugiá al cò e i man a i faum passá in dala còrda e sa tiraum sǘ in pée e vía par al scürtiröö, mi sedevo dietro il fascio, mia sorella faceva passare la corda nel buco dell’ago di legno, puntavo i piedi sul fascio di fieno per tirare con forza e legarlo stretto, mettevamo il fascio in posizione verticale, con le mani facevamo un buco per appoggiare la testa e le mani le facevamo passare nella corda, ci alzavamo in piedi e ci incamminavamo sul sentiero (Cabbio); in Verzasca e in alcune altre località sopracenerine, i fasci per il trasporto del fieno selvatico venivano confezionati infilando diverse bracciate di fieno pressato in un bastone appuntito (a Lodrino detto gügia da fascèe, ago per comporre i fasci), al quale erano pure fissate due ritorte o corde che fungevano da cinghie per il trasporto a spalla (v. fassoéra); un’altra modalità di trasporto consisteva nel conficcare nei fasci due stecche di legno da appoggiare sulle spalle tenendole con le mani, espediente che permetteva di liberarsi immediatamente del carico in situazioni di pericolo [3]. Il trasporto dei fasci di fieno poteva venir effettuato anche tramite teleferiche a gravità o, nella stagione invernale, a mezzo di slitte. In riferimento ad altri materiali: mí m ragòrdi che i favan sǘ di fass cun sti töcch ad péll coiscèda, io mi ricordo che facevano dei fasci con queste pezze di pelle conciata (Quinto). 2. Altri significati 2.1. Il termine veniva usato qua e là come unità di misura per fieno, paglia o legna da ardere, equivalente a circa 80 (Brissago), 100 (Verscio, Cavigliano, circ. Mesocco) o 150 (SottoP.) chilogrammi o a 100 libbre (Moes. [4]). 2.2. Per estensione, a Rovio, al fass di cavii, la massa dei capelli. 3. Modi di dire Gèrl int un fass, gerla rotta, sfasciata (Soazza); naa in fass, andare in rovina, in sfacelo (Vairano). – Parmí l’è cumè náa fá fass, perme è come andare a comporre fasci: di lavoro pesante, faticoso (Riva S. Vitale). – A bòtt ar fass, a un tanto al fascio: in massa, tutto assieme, improvvisamente, di sorpresa (Malc. [5]). – V. anche èrba, par. 4.2.15. 4. Derivati fassaa(Lumino, Verz.), fascèe(Lodrino), infassá(Soazza) v. Riunire, comporre in fasci. fassada s.f. Grosso fascio di legna (Pedrinate). fassadüra s.f. Unità di misura per la legna e il fieno, corrispondente a circa un quintale (Gravesano). fassetina s.f. Fascina, fastello di legna (Torricella-Taverne). fassétt(Medeglia, Isone, Indemini, SottoC.), fassètt (Certara) s.m. 1. Fascina, fastello di legna (Medeglia, Isone, Indemini, Lug., Meride, Muggio). – 2. Fascio di fronde essiccate all’ombra e conservate come foraggio (Certara, Rovio). – 3. Mannello di spighe, covone (SottoC.). – 4. Fascio di fieno (circ. Taverne). Locuz.: fassétt mal cumpundǘ, fascinamal riunita: donna grassa, sfatta (Bironico), fassétt mal ligád, fascina mal legata: donna scarmigliata (Sigirino). fassòtt s.m. Fascina, fastello di legna (Brissago, Brione s. Minusio, Gamb., Astano, Bosco Lug., Viganello, Meride, Stabio). sfasciò agg. Segato in assi e sciaveri e poi ricomposto per la stagionatura: di tronco (S. Domenica). Dal lat. FăSCE(M) ‘fascio’ [6]. L’espressione malc. al par. 3. è anche brianz. ed è segnalata come equivalente al modo di dire mil. on tant al tòcch[7]. B i b l.: ChERUB. 2.93, MONTI 75, App. 36. [1] kELLER, ALug. 195. [2] DOSI 2.101-102. [3] Cfr. BINDA60 n. 44. [4]AMARCA, Legname 254. [5] ChERUB.- FARé 24. [6] REW 3214, FEW 3.428-430. [7] ChERUB., Giunte 82. Moretti FASS2 (fás) s.m. Fucile d’assalto. Indica il fucile d’assalto d’ordinanza dell’esercito svizzero, nei suoi due modelli SIG SG 510, di

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