363 FASSǗ FASTIDI Dal lat. tardo FOSSōRIUM ‘zappa’ (Isidoro), continuatosi nelle vicine parlate rom., oltreché nel gallo-romanzo e, in forma femm., nell’asturiano fesoria [10]. L’evoluzione della proton. in apuò rientrare fra altri casi it. sett. (come il blen. palmòn‘polmone’, a Ludiano), ai quali non sarà estranea una tendenza dissimilatoria [11], normale in gran parte delle varietà del romancio [12]. D’altra parte, la corrispondenza fra a dialettale, «e» doc. e ĭ lat. etimologica (v. il lev. sadéll ‘secchio’, «sedellum» negli stessi doc. di Deggio e Osoglio succitati e il lat. SĭTELLAMche ne è all’origine) non fanno escludere l’attribuzione a una base *FISSōRIUS ‘che serve a fendere’, già supposta dal REW per l’asturiano fesoria[13]. Lo sviluppo di una funzione diversa dalla zappatura, affidata all’estremità a taglio dell’attrezzo, conferma nell’oggetto stesso la plausibilità del legame con la famiglia del lat. FĭNDERE‘fendere’. – Il tipo di ascia ricordato al par. 2. è conosciuto altrove in Lev. comelisséta(a Quinto anche lissón[14]). – Cfr. fasladuu. B i b l.: [1] Cfr. SChEUERMEIER, Lavoro 1.89 e fig. 238. [2] BEFFA 125. [3] DOSI 3.199. [4] JELMINI, Poesie 74. [5] MDT 3.426. [6] BRENTANI, CDT 3.144, MDT 1.691. [7] MDT 1.1693. [8] MDT 3.1103. [9] Mat. RTT. [10] ThLL 6.1.1215, REW3462, FEW3.742, DRG6.146. [11] SALVIONI, BSSI 23.86, Scritti 1.655, ROhLFS, GrIt. 1.131. [12] EIChENhOFER273, cfr. hUONDER, Disentis 104. [13] REW 3328,3462; v. tuttavia COROMINAS 2.559.3-5. [14] GOBBI, Piotta 64-65, cfr. Raschèr in MDT 1.691.14. Petrini fassurín fassa FASTANDAR (faštándar) s.m. Comprendonio, intelligenza (Airolo [1]). Un pò d fastandar ala tò etè u i var bè véial, un po’ di giudizio alla tua età bisognerebbe pur averlo. Dal ted. Verstand‘intelligenza, ragione’ [2], con riduzione del nesso cons. -rst-; l’uscita, se non si vorrà ravvisarvi il riflesso del suff. at. -ŭLU, sarà stata foggiata sul modello di numerosi altri tedeschismi adottati ad Airolo, quali brödar, chéifar, cramar, claftar ( clafter), fètar ‘cugino’, smèssar ‘coltello’, ecc. B i b l.: [1] BEFFA125. [2] DUDEN8.3720. Moretti FASTÉ (fašt) s.m. Travetto. V a r.: fasté (Semione, Ludiano), festé (Corzoneso). 1. Nell’edilizia tradizionale locale, indica il singolo travetto impiegato per la costruzione delle pareti esterne e interne di fienili e cascine, inserito orizzontalmente nelle scanalature di due ritti laterali. 2. Derivati fastirada(Prugiasco, Ponto Valentino, Aquila, Ghirone), fastürèda (Olivone), festirada (Aquila, Ghirone) s.f. Tavolato, parete di legno. Indica in primo luogo la parete esterna o il tramezzo interno della stalla tradizionale, formati da travetti di legno; ad Aquila anche ogni singolo elemento, asse o trave, che li compone. – A Olivone è lo spazio aperto compreso fra le travi della facciata di una stalla, fra le assi di un tramezzo o fra le mensole che reggono i puntoni del tetto: in sti dò tacch chí ai gh fém nèe sgiǘ ul stróll par stüpèe ra fastürèda, in queste due tacche inseriamo il legno per chiudere l’apertura (Olivone [1]). – A Prugiasco, per estensione, è il vano delimitato da un tramezzo di legno al piano superiore della stalla e provvisto di focolare. Forse dal lat. FASTīGIU(M) ‘frontone, frontespizio di un edificio’ [2], con trasferimento di senso dall’intera struttura al singolo elemento che ne è componente, fenomeno non inusuale in voci di questo ambito e del resto rilevabile anche nel derivato. In alternativa, non va tuttavia escluso un collegamento col germ. FIRST ‘frontone’, cui viene ricondotto l’a.fr. feste, mod. faîte (da taluni parimenti avvicinato a FASTīGIU(M) [3]), indicante la trave di colmo del tetto o altri elementi lignei di carpenteria. In entrambi i casi resta da spiegare l’uscita in -é nel termine dialettale. B i b l.: [1] Voce di Blenio 1973.3.7; v. anche BAER59. [2] REW 3217a. [3] FEW 15.128-131, TLF 8.620-621. Moretti FASTIDI (faštídi) s.m. Fastidio. V a r.: fastidi; fastédia (Ludiano), fastidai (Soglio), fastidia (Ble., Mugena), fastidiu (Poschiavo), festidi (Sementina, Montecarasso, Biasca, Chironico, Menzonio, Crana, Mergoscia, Cugnasco, Verz., Balerna, circ. Mesocco, Landarenca), fistidi (Auressio, Roveredo Grig., Augio, Rossa). 1. Fastidio, sensazione di disturbo, disagio: s’a t dò festidi e t dislibri sübat, se ti do fastidio levo subito il disturbo (Biasca), aprv a r’agua u srǘ ba béll frésch, ma i bés’c i pu miga resist dal festidi, vicino all’acqua sarebbe bello fresco, ma le bestie non possono sopportare il tormento: degli insetti (Brione Verz.); – preoccupazione, dispiacere: las-
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