Centro di dialettologia e di etnografia

184 DENEDAA DENEDAA poi i biscotti di Natale e, dal momento in cui i vetrai germanici nel xix secolo riuscirono a perfezionare la loro tecnica, le sfere di vetro, antesignane delle attuali bocce. Solo in un secondo tempo furono aggiunte le can- dele che, riprendendo l’antico culto della luce, conden- savano in sé anche quello nuovo di Cristo luce del mondo [419]. – L’usanza di fare regali a Natale (par. 1.13.) ha le sue radici sia nella tradizione degli antichi Romani di scambiarsi doni in occasione del Capodanno – le cosiddette strenne, in onore della dea Strenia, per le quali si coglievano rametti dal bosco a lei sacro: se- condo alcuni il fatto di dare una bacchetta ai bambini ritenuti cattivi (par. 1.13.2.1.) potrebbe essere un’eco di questa pratica [420] – sia nella consuetudine di ap- prontare regali per i morti di ritorno sulla terra; in quest’ottica i bambini e i poveri, visti come compo- nenti marginali della società, sarebbero da conside- rare come loro rappresentanti terreni [421]; analogo ruolo avrebbero gli animali che nella notte di Natale acquisterebbero l’uso della parola e la facoltà di preve- dere il futuro (par. 1.16.10.) [422]. – Per la genesi e la storia di Babbo Natale (par. 1.13.2. 2.), che ha in S. Ni- cola un antenato riconosciuto e un indubbio punto di ri- ferimento, ma che trova la sua origine in figure ance- strali, magiche e precristiane, si rimanda ai numerosi studi pubblicati [423]. – Per il permesso di giocare d’azzardo nel periodo natalizio (par. 1.15.), che ripro- pone una disposizione analoga significativamente già applicata nell’antica Roma nel periodo precedente il solstizio [424], cfr. nei Capitoli della Bagliva di Ga- latina, in provincia di Lecce, della fine del xv secolo: «item che nulla persona … presuma iocare ad anzara né ad altro ioco de dadi proibito o de carte a contrìci, excepto li tre iorni de Natale » [425]. il gioco d’azzardo era originariamente concepito come rituale in onore di Saturno ed era praticato durante le feste a lui de- dicate, i Saturnali; la fortuna dei giocatori non veniva ritenuta casuale bensì considerata espressione della volontà divina, cfr. quanto scrive Cattabiani: «l’at- tuale gioco della tombola nei giorni natalizi è il ricordo sbiadito, come d’altronde lo era quello dei dadi nella Roma imperiale, dell’arcaico gioco-oracolo con il quale anticamente, e non soltanto all’ombra del Campido- glio, si cercava di capire la collocazione di ogni per- sona nel cosmo all’inizio del nuovo anno» [426]. – il racconto di Stabio, secondo cui l’acqua della sorgente dell’ Ulcelina nella notte di Natale si trasformerebbe in vino (par. 1.16.1., 1.22.5.), ha come evidente mo- dello l’episodio biblico delle nozze di Cana [427]. – il canto che narra il viaggio della Sacra Famiglia a Be- tlemme (par. 1.21.) è stato ritenuto particolarmente interessante perché nell’episodio della fontana che si alza per permettere alla Madonna di bere, presente in diverse versioni, fra cui quella di Brione verzasca ( quand l’é staia inanz un tòcch, ar Madòna gh’é vegn® séd, «végn un pò chí verginèla María, una funtana mí gh’ò trovóo», er fontana la s’inalzava, er Madòna la sa sbassava ‘quando è stata in avanti un pezzo, alla Ma- donna è venuta sete, «vieni un po’ qui verginella Ma- ria, una fontana io ho trovato», la fontana si alzava, la Madonna si abbassava’), è stata vista una reinter- pretazione del primo miracolo di Gesù, che, durante la fuga in Egitto, ordinò a una palma di abbassarsi per permettere a sua madre, affamata, di coglierne i frutti [428]. – il fatto che Natale sia stato considerato come data di scadenza, in particolare per il saldo di debiti e prestiti (par. 1.4.), è verosimilmente da ricondurre all’uso, invalso ancora nel corso del xvi secolo, di far riferimento per il calendario allo Stile della Natività, metodo di datazione in base al quale l’inizio dell’anno cadeva a Natale, che veniva così a costituire un mo- mento importante anche da un punto di vista giuri- dico e amministrativo [429]. B i b l.: AiS 4.781,782, C HERUB . 2.9, 3.164,170, Giun- te 116, 5.54, C AMiNADA 234-235, B ATTAGLiA 11.213-214, E MELE , Kirchenfeste 5-32, A LiNEi , BALi 3.19.5-46, T A - GLiAviNi , Storia 179-187,509-514, Schwid. 4.658-661; Fig. 84. Affresco di Pomponio Amalteo ( xvi sec.) nella chiesa di S. Maria dei Battuti a San vito al Taglia- mento, in provincia di Pordenone, raffigurante la Sa- cra Famiglia durante la fuga in Egitto, con la palma che si abbassa per permettere a Gesù di cogliere i suoi frutti (fot. E. Pelli, particolare).

RkJQdWJsaXNoZXIy MTA1MTg=