Centro di dialettologia e di etnografia
180 DENEDAA DENEDAA l’é om frécc comè de denedaa , è freddo come in di- cembre (Sonogno), al quindas da natál , il 15 di di- cembre (Giornico). A Leontica e a Olivone, per il mese di dicembre è attestata anche la denomina- zione da Natál [374]. 2.1. Proverbi A denedèe finiss tutt el defèe , in dicembre cessa- no tutte le faccende (iragna). in base alle tradu- zioni date dagli informatori, rientrano qui anche i seguenti proverbi, che si differenziano pertanto da quelli visti ai par. 1.17.3.2. e 1.17.3.5., riferiti al giorno di Natale: quand ch’a piòv da dinadè, a s’a da mètt iént i guènt a nè arè , quando piove in di- cembre [invece di nevicare], si dovranno mettere i guanti quando si andrà ad arare: in primavera, per il freddo (Ludiano), fign a denedaa sém che frècc u pò faa, de denedaa in s® stu grand frècc u pò faa pci® , sino a dicembre sappiamo che freddo può fare, da dicembre in poi non può più fare que- sto gran freddo (Montecarasso). 3. Antroponomastica L’antroponimo compare come specificazione in alcuni nomi di luogo: la Stala dal Natál , stalla (Magadino), al Sprügh Natál , pascolo (Perso- nico), la Cassina dal Natál , zona con cascine (O- sogna); la Vall de Natalún , valle dove un indivi- duo di nome Natale è morto per un incidente (Chironico); ra Câ d Natalégn , casa (Prugiasco), er Stala del Natalígn , stalla diroccata (Gerra verz.); la ≥á e l Tècc ad Natalina , abitazione di Natalina Galeazzi (Lodano) [375]. A Lodano Natèl è il soprannome della famiglia di Natale Franscioni (1869-1942): al Tècc di Na- tèl , edificio diroccato. in altre località si trovano: el Runch di Natèl , podere con cascine (Gerra verz.); er Stala di Natalitt , stalla con fienile, ora trasformata in abitazione (Montecarasso); ul Runch di Natalón , terreno con due stalle abban- donate, di proprietà di un ramo della famiglia Ca- nepa, un membro della quale si chiamava Natale (vira-Mezzovico), l’Ört di Natal∑i , appezzamento cintato e coltivato (Avegno); er Cá di Natalinn , abitazione delle tre sorelle figlie di Natale Foletta (Gerra verz.) [376]. Di Corticiasca e di Biasca sono rispettivamen- te gli ipocoristici Tal∑ e Talígn . A Cademario si distingueva fra Netál , nome di persona, e Natál , denominazione della festa. A Monteggio è atte- stato il cognome Natalini , di famiglia giunta dal- l’italia nel periodo precedente la seconda guerra mondiale [377]. – Doc.: «Martinus fq Natalis de Stevanenco» (Faido 1227), «Alber[tu]s Piadagia filius condam Natallis » (Lugano 1264), «richie- dendo … voler dar et conceder per suo figliolo Natale per Avogadro Tuttore et deffensore il Si- gnor Giovanni Battista Margnio» (Calanca 1675) [378]. 4. Derivati natalín s.m. Bambino nato il giorno di Natale (Bellinzona). Sono state qui tenute unite le trattazioni delle due voci Denedaa e Natál , sia per la comune base etimolo- gica, sia per evitare di riproporre a due riprese una do- cumentazione etnografica e linguistica che presenta numerose sovrapposizioni. Quanto all’origine, entram- be discendono dal lat. NAT º LE ( M ) ‘natalizio’ [379], con cui nella Roma imperiale si indicava il giorno di fonda- zione di una città o di un tempio, quello dell’ascesa al trono di un imperatore o quello dellanascitadi unaper- sona o di una divinità; nella fattispecie il termine è ri- ferito alla nascita di Gesù Cristo (di diverso parere è Alinei che vi vede una motivazione precristiana, insita nel sintagma preesistente NAT º LiS S fi LiS e riconducibi- le pertanto non a Cristo bensì all’astro celeste [380]). Fig. 81. Cartolina della festa nazionale, spedita da Mendrisio il 26 luglio 1917 (proprietà G. Haug, Ca- polago). Pochi anni dopo venne coniata la denomina- zione Natale della Patria per designare il Primo di agosto. L’espressione pare sia stata utilizzata per la prima volta da Giuseppe Motta nel discorso ufficiale del 1921 (L URATi , FS 75.48).
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