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244 DESGREISCŒD DESGRÍ DESGREISCŒD (de ¿ gre -}y t) agg. Intiepidito (Chironico). Aqua desgreiscidi , acqua intiepidita. Foneticam. la voce si avvicina al lev. ≠ agréisc ‘ir- ritazione di una parte del corpo infiammata o ferita’ e sembra inserirsi nella scia di alcune forme verbali, attestate fin dal xIV secolo in area gallo-italica e tutt’oggi presenti in alcune parlate piem., lomb., svizz.it. e rom. (cfr. gli ant. piem. angherzè ‘affrettare, spedire’, ant. mil. agrezar ‘invitare con troppa insi- stenza’, ant. ferr. agrezar ‘fare effetto’ e i moderni mil. aggresgià ‘affrettare’, com. gregià ‘metter gara, aiz- zare, gareggiare’, alto valtell. gre z ér ‘insistere, met- tere fretta’, breg. ≠ gregè ‘bramare; stentare, faticare; lamentarsi’ (Castasegna) [1]), nelle quali sono stati ravvisati dei continuatori del lat. * ACRIDI º RE ‘divenir agro; stimolare’ (derivato di º CER , º CRIS ‘agro’) [2]. Il termine potrebbe essere inteso come un deriv. della stessa base con il riflesso del pref. DIS - e metaplasmo di coniugazione. Meno piano ed evidente appare però lo slittamento semantico, per il quale occorrerà par- tire da un valore di ‘stimolare’ (cfr. il bresc. grezà ’l foech [3]) presupponendo un passaggio metaforico al senso di ‘riscaldare’ riferito all’acqua fredda. Pone tuttavia qualche difficoltà la spiegazione del pre- verbo. una recente proposta etimologica ha d’altronde ricondotto alla stessa famiglia lessicale gli allotropi it. grezzo e greggio [4]. Sulla base di questa interpreta- zione verrebbe allora da equiparare desgreiscíd all’a. it. ( xIV sec.) disgreggiato ‘raffinato, elegante’ [5], quale composto deaggettivale con prefisso des- di valore negativo, a partire da un valore originario di ‘non più allo stato naturale’ (quindi ‘freddo’), da cui ‘scrudito, intiepidito’. B i b l .: [1] LEI 1.463-464, cfr. inoltre C hERuB . 1.9, M OntI 106, App. 48, FEw 1.18b, DELt 1.1315, LSI 2.774. [2] REw 92, LEI 1.463-464. [3] M ELCh . 1.307. [4] n OCEntInI , AGI 91.2.244-245, cfr. n OCEntInI 526. [5] B AttAGLIA 4.683. Galfetti DESGR¬ItA (de ¿ gr k- ta) agg. Maldestro (Co- mologno). Voce riportata, con la qualifica grammaticale di ag- gettivo solo ipotizzata, da un repertorio lessicale ons. della metà degli anni Ottanta del novecento [1], della quale non è più stato possibile trovare conferma in una recente indagine. In presenza della sola entrata e senza il supporto di una frase esemplificativa che consentirebbe di accertare la natura morfologica della terminazione, non è dato di sapere se siamo in pre- senza di una forma aggettivale femm. o piuttosto di una forma sostantivata. – Postulando che la g sia di ragione epentetica, vien fatto di domandarsi se il ter- mine non vada agganciato a una famiglia lessicale le cui voci vengono rimandate al lat. tardo * ARRED º RE ‘preparare, provvedere’, a sua volta dal got. ( GA ) R ¶ DAn ‘avere cura’, e che si raccolgono sotto il significato di ‘rendere assai’, fra le quali rientrerebbero anche ≠ re- dá ‘rendere, fruttare, dare buoni risultati’ (a Ros- sura, ad es., radè sül lavór ‘procedere speditamente in un lavoro’), insieme al corrispondente gros. redèr ‘la- vorare di buona lena’, e le retroformazioni avv. ≠ da- réd , darèita ‘molto, in grande quantità’ [2]. Da questo punto di vista la voce potrebbe essere considerata un deriv. costituito dal pref. des- , di valenza negativa, in unione con una forma del tipo * rèita < * redita , deno- min. di ≠ redá ‘rendere, fruttare’, come quella sup- posta per l’avverbio valmagg. ≠ darèita . quanto alla semantica, l’accezione di ‘maldestro’ si spiegherebbe in relazione ad uno scarso rendimento sul lavoro do- vuto a goffaggine. B i b l .: [1] Cultura pop. 188. [2] REw 672, DEI 1. 300, DELI 2 128, LEI 3.1369, DEEG 1103. Galfetti desgripii ≠ gripp DESGRÍ (de ¿ gr G ) nella locuz.v. naa in – , ve- nire a noia, disgustare (Roveredo Grig.). L’è m béll giónn, ma con chèla manéra che l gh’a, el m’è nacc in desgró , è un bel giovane, ma con quell’atteggiamento che ha mi è venuto a noia, angh la tórta la va in desgró per om pòo de témp, se te n fé indigestión , perfino la torta di- sgusta per un po’, se ne fai indigestione [1]. Anche se - Atu > - â nel dial. della località mesolc. (v. tab. 7), il term. corrisponderà a « disgrathu » ‘che su- scita fastidio o disapprovazione, non gradito’ (in un te- sto ravennate del 1180/1210) o, più precisamente, al sost. che compare nelle locuz.v. essere a / in disgrato ‘risultare sgradito, dispiacere’ (in testi tosc. del xIV sec.), venire disgrato ‘id.’ (in Leopardi) [2], formatosi a partire da grato ‘gradito, piacevole’ con il pref. des- di valore privativo [3]. L’esistenza di continuatori pop. del lat. GR º tu ( M ) nella SvIt. è assicurata da ≠ grá (in locuz. come savéi grò ‘essere grato, ricono- scente’ a Mesocco, vèi sul grú ‘avere in simpatia, ap- prezzare’ a Bedretto). B i b l .: [1] R AVEGLIA 62. [2] tLIO s.v. disgrato , B AttAGLIA 4.679. [3] Cfr. DEI 2.1338. Petrini

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