Centro di dialettologia e di etnografia

368 DISCIODIGå DISCO DISCIODIGå (di } odigá) v. Svegliare (Poschia- vo). V a r.: dasciodigá , dasciudigá , disciodigá , disciu- digá . 1. Nel senso di ‘svegliare, destare’ è attestato principalmente come verbo pronom. intr.: sta nòit i fait un gran brütt sömi e ma sém disciodigú , stanotte ho fatto un gran brutto sogno e mi sono svegliato [1], a sintí sti paròli, al ré, ca fina ilura l’èra stait un indurmentú e un coión, al s’é cumé disciodigú , nel sentire queste parole, il re, che fino ad allora era stato un addormentato e un co- glione, si è come svegliato [2]; in un processo per stregoneria del 1677: «me son disodegata », «mi dasodigeg con quel sömmi» [3]. – In senso tra- slato, rendere attento, avveduto, furbo: tòcch da n mèrlu, disciódigat un pitt! , razza di ingenuo, smaliziati un poco! [4]. 2. Derivati disciódigh agg. 1. Sveglio, desto (Poschiavo). – 2. Intelligente, vispo (Poschiavo). Entra anche nel paragone elativo disciódigh cumè n campanèll , vispo come un campanello: molto vispo [5]. Il term. pare essere isolato nel panorama romanzo. – Salvioni ipotizza un incrocio dei lat. * DE - ExCIT º RE ‘svegliare’, responsabile del tipo ≠ dessedá ben diffuso nell’area circostante Poschiavo, e * DISSONN º RE di ugua- le significato, da cui ≠ dessoná , attestato nelle vallate superiori del Tic., oltre che nell’Ossol. Pare tuttavia pre- feribile pensare a un’evoluzione del lat. AUD Î RE ‘udire, sentire’, con l’aggiunta del pref. * DE Ex - di valore intens. e del suff. - IC º RE . Per la semantica, soccorrono casi di continuatori dallo stesso verbo latino come il deriv. bresc. realdir ‘rinvenire, recuperare gli spiriti’ e il ve- nez. realdirse ne la salute ‘rimettersi in salute; ricupe- rare, riavere la sanità’ [6]. Quanto alla fon., nel posch. non è insolito l’esito | da x lat., ad es. in sciungia < Ax ˘ N - GIA ( M ), sciam < Ex º MEN , asciál < * Ax º LE ( M ) [7]. B i b l.: AIS 4.656,657. [1] P ARAVICINI 94. [2] M ICHAEL , Posch. 68. [3] O L - GIATI , Streghe 157. [4] z ALA P OzzI , Alm.Grig. 1968. 119. [5] G ODENzI -C RAMERI 79. [6] LEI 3.2268. [7] S AL - VIONI , RcILomb. 39.512, Scritti 1.278. Genasci disciódigh ≠ disciodigá discipéri ≠ descipá DISCITA (di } íta) s.f. Sinistro, disastro, perdi- ta (S. Abbondio). Term. isolato nel panorama romanzo e di origine incerta. Si potrebbe forse pensare all’incrocio di un sost. come il fr. dèche ‘povertà, miseria, indigenza’ [1] (attestato ad es. a Comologno nella forma ≠ désc ‘id.’) con desdita ‘fortuna avversa, sfortuna’ (var. lo- cale di ≠ disdèta ). Rimane tuttavia il dubbio che si tratti di un’errata trascrizione, forse proprio del sost. desdita . B i b l.: [1] TLF 6.820. Genasci DIS’CIUN¬ (di }: un k ) v. Togliere, estrarre un legno, un rocchio da una catasta (Ludiano). Il term. è forse un verbo parasintetico dal lat. * CIONUS ‘colonna’ (a sua volta dal gr. kíon ) [1], con il pref. DIS - di valore privativo. Alla stessa base sareb- bero riconducibili, oltre all’agg. ≠ ciunuu ‘allentato, sconnesso: di doga’ di Lavertezzo, anche la voce nord- orient. zón ‘birillo, rullo’ (del ven., del trent. e dell’e- mil., nonché di Poschiavo) e il friul. zòn ‘rocchio, pezzo di tronco o di grosso ramo d’albero; curro, rocchio ci- lindrico adatto a far scorrere pesi; birillo’ [2]. B i b l.: [1] z AMBONI , LN 36.18, M ARCATO , Ric.ven. 188. [2] z AMBONI , LN 36.18, M ARCATO , Ric.ven. 188. Genasci DISCO (dí } ko) s.m. Disco. V a r.: disco , discu ; disch (Crana, Grancia). 1. Disco, elemento circolare a facce piane in di- versi congegni e macchine. 2. Strumento di segnalazione ferroviaria a for- ma di disco, che indica via libera o obbligo di fer- mata. 3. Disco fonografico: ti gh n’è tanti, tí, da di- schi? , ne hai tanti, tu, di dischi? (Locarno); – entra anche nella locuzione vòlta l discu! , gira il disco!: smettila, che mi hai stufato (Morbio Inf.); – con valore trasl., che pata, l’è sémpru l’istéss discu! , che noia, è sempre lo stesso disco: la solita solfa (Mendrisio). 4. Disco orario: gh’u da ná a spustá la máchina e cambiá l discu! , devo andare a spostare l’auto e a modificare l’orario di arrivo del disco! (Mas- sagno). Dall’it. disco [1]. Per la locuz. in 3., cfr. l’it. cam- biare disco ‘variare discorso’ [2].

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