Centro di dialettologia e di etnografia

382 DISgrazzIa DISgrazzIa töcc dumá un tè dasgrèzzia da vün , ha sposato solo un gran buono a nulla (airolo [6]); ti sè pròpi n disgrazzia , sei proprio uno sciagurato (Lo- carno), tu pò bé dill da cör che ra tu dòna r’è na disgrazzia , puoi ben dirlo in tutta coscienza che tua moglie è una iattura (grancia); a rossura l’esclamazione maladéto disgrazzia! è segnalata fra i più comuni epiteti ingiuriosi. – Qui anche il soprannome di Disgrazzia assegnato a persona particolarmente spericolata, suggerito peraltro dal suo cognome romando Desgraz (Minusio). 3.2. L’é na dasgrèzzia , è magro, poco svilup- pato: di vitello (Bedretto [7]). – Sul lago Ceresio viene chiamato péss disgrazzia il pesce persico sole, specie importata dall’america settentrio- nale all’inizio del Novecento e da allora ampia- mente diffusasi tanto da risultare infestante in quanto di nessun interesse commerciale e dan- nosa per le altre specie ittiche [8]. 4. Locuzioni, modi di dire, proverbi 4.1. Tí fa cito, che t sè giá in disgrazzia , tu ta- ci, che sei già in disgrazia: fuori dei favori (Locar- no); – se per disgrazzia tu gh burlerèe dént anca tí, varda da mía végh tanti riguard , se malau- guratamente dovessi cascarci anche tu, bada di non avere tanti riguardi (Bedigliora [9]), se per desgrazzi o s lassa vedé, mo l tridi a s’ciopetád , se per caso si fa vedere, lo crivelliamo a fucilate (Landarenca). 4.2. Corbatt di disgrazzi , corvo del malaugurio, persona che porta cattive notizie, che predice sfortuna (torricella-taverne), arágn dela di- sgrazzien , ragno che compare la mattina, consi- derato foriero di sventura (Soazza). – a Poschiavo la denominazione di ann dali disgrazzi , con la quale si ricorda il 1834, è dovuta a una catastro- fica alluvione accompagnata da colate di detriti che, originatasi nella Val Varuna, si abbattè ro- vinosamente sul borgo nell’agosto di quell’anno [10]. 4.3. Da sòlit i dasgrèzzi i végnan isséma , soli- tamente le disgrazie giungono assieme (airolo [11]), una dasgrèzzia la tira l’áutra , una sciagura attira l’altra (Quinto), i disgrazzi inn cumè i scirés: ta n tirat vía vüna, a n végn vía dés , le di- sgrazie sono come le ciliegie: te ne tocca una, te ne arrivano dieci (Morbio Sup.), li disgrazzi li sa có- ran dr∑ , le sventure si rincorrono: a una ne segue un’altra (Poschiavo [12]); i desgrazzi i è preparé, comé i taoi di iòste , le disgrazie sono preparate, come i tavoli degli osti: sono sempre imminenti (Sonvico); i desgrazzi i pròva i amís , le avversità mettono alla prova gli amici (ronco s. ascona); di- sgrazzia dal lúu, furtuna dala pègra , disgrazia del lupo, fortuna della pecora: le sventure degli uni possono favorire gli altri (Cavigliano); i fant i ména mai disgrèzzia , i figli non portano mai di- sgrazia: la loro nascita è sempre motivo di gioia (Olivone); cinquanta mistée e cént disgrazzi , cin- quanta mestieri e cento disgrazie (Savosa [13]), cént mestée, mila disgrazzi , cento mestieri, mille disgrazie (Montecarasso): chi non sa specializ- zarsi e limitare la propria attività all’ambito di sua competenza finisce per combinare pasticci, quéll lí l’è vün che cént mistée, düsént disgrazzi , quello è uno che cento mestieri, duecento di- sgrazie: è incapace, dispersivo, inconcludente (Balerna). 5. Derivati desgrazziass v. acciaccarsi, ferirsi, rovinarsi (Certara). V. inoltre ≠ disgrazziaa 6. Composti tiradisgrazzi s.m. Disgraziato, poco di buono (Sigirino). Fig. 107. Le tracce erosive lasciate dall’alluvione po- schiavina del 1834 (da P araVICINI , QgI 61.44; anno- tazioni sul particolare di una silografia di j. Weber datata 5 settembre 1887).

RkJQdWJsaXNoZXIy MTA1MTg=