Centro di dialettologia e di etnografia

423 DÍDaS DÍDaS torricella-taverne, Cal., Breg.), dòdasg (Bondo, So- glio), dóddasg (Soglio, Stampa), dódes (S. antonio, Montecarasso, ravecchia, Lumino, Lodrino, Malva- glia, Leontica, circ. Olivone, Loc., Lug., Mesolc.), dödes (Montecarasso), dódesg (Lodrino, Biasca, Chironico, Soazza, Cal.), dódos (gorduno, Preonzo, Moleno, Claro, Bironico), dódosg (Landarenca), dúades (Isone), dudas (Pianezzo, giubiasco, gudo, Sementina, Bellinzona, arbedo-Castione, Linescio, Brione Verz., Magliaso, Lugano, Meride, Mendrisio), dudasg (Sobrio, Ceren- tino, Someo), dudes (giubiasco, Camorino, robasacco, Cugnasco, roveredo grig.), dúodas (aquila). 1. aggettivo 1.1. Come numerale cardinale: i mis d l’ann i è dódasg , i mesi dell’anno sono dodici (Intragna), dòpu qui dés, dódas dí, a sa ciapava ul crodèll e a l sa metéva in di vasséi , passati quei dieci, do- dici giorni, si prendeva il mosto e lo si metteva nei barili (Pregassona [1]), ó nodri¥ò dódas ca- naia ma tra tücc i m fa gná l cèir d’üm lüsin≤® , ho allevato dodici figli ma tra tutti non mi fanno neppure la luce di una lucciola: non posso conta- re su nessuno di loro (Biasca [2]). 1.2. generalmente, posposto al sostantivo con valore di ordinale: a página dódas , a pagina do- dici: in dodicesima pagina. 2. Sostantivo 2.1. Numero dodici e la sua rappresentazione in cifre: sés pi® sés fa dudas , sei più sei fa dodici (Bellinzona), ≤üntè fign a dódas , contare fino a dodici (airolo), i a tirú s∑ ul dódas? , hanno estrat- to il dodici? (Ludiano). – In espressioni ellittiche, con il sostantivo sottinteso, vale ‘il dodicesimo giorno del mese o il dodicesimo anno di un secolo; il dodicesimo elemento di una serie, elemento contrassegnato con il numero dodici’: la fésta la végn al dódasg , la festa ricorre il 12 (Castasegna). 2.2. Oggetto, entità la cui dimensione, il cui va - lore sono designati dal numero dodici: un ciòl dal dódos , un chiodo di 12 cm (Moleno); – o va a ca- scia cor la s’ciopéta dal dódesg , va a caccia con la doppietta calibro dodici (Lodrino [3]); per meto- nimia l’arma stessa, un dódas, col scalc lungh e strécc, lavorád a man , un dodici, con il calcio lun- go e stretto, lavorato a mano (agno), domán taca a trombiná e dódas e sédas e vintiquatro , doma- ni inizieranno a sparare e dodici e sedici e venti- quattro: denominazione di alcuni fucili da caccia, così chiamati per il tipo di calibro in uso per ar- mi a canna liscia (Morcote [4]). 2.3. Nel Mendrisiotto può essere impiegato con valenza di ordinale: ul Sandru l’a fai ul dó- das , Sandro ha fatto il dodici: è arrivato dodice- simo, l’è rivaa dódas , è arrivato dodicesimo, ta sée l dódas che ma l dumanda , sei il dodicesimo che me lo chiede [5]. 2.4. al plurale, dodici anni di età: andá in di/ pai dódas , andare per il dodicesimo anno di età, fá i dódas , compiere i dodici anni; – qua e là, come sostantivo femminile plurale, sottintendendo il sostantivo ór ‘ore’: l’é i dódasg (Peccia), i è i dódes de dí (S. abbondio), sono le dodici (del giorno): è mezzogiorno, mètt el relòcc in di dudes , regolare l’orologio sulle ore dodici (Cugnasco). 3. Locuzioni 3.1. Métesg sui dódesg ór , mettersi sulle dodi- ci ore: stare pronto (Chironico). – Stá sul dódasg , stare fiero, impettito (Chironico). 3.2. Portá l capèll süi dódas e mèza , portare il cappello sulle dodici e trenta: inclinato da una parte (riva S. Vitale). 3.3. a grancia, andá s® da dódas , aumentare di dodici, andare di bene in meglio: tu sé pròpiu incavigiád, ra t va s® da dódas , sei proprio fortu- nato, ti va a gonfie vele. 4. Derivati antedódes 1. s.m. anticristo, diavolo (Soazza). – 2. Interiezione che esprime rabbia (Soazza). 1. Una pagura de l’antedódes , una paura ma- ledetta. dodasín s.m. Partita a morra che dura fino a un punteggio di dodici (SottoC.). dodeséna s.f. Dozzina (roveredo grig.). 5. Composti dodass’cént agg. e s.m.inv. Milleduecento (circ. giornico, Campo VMa.). Da una forma lat. D ( u ) fi DECI ( M ) ‘dodici’ per il class. D ( u ) Å DECI ( M ) [6]. – I Mat. VSI attestano inoltre, nelle vicinanze della SvIt., un dudas picul ‘un dodici pic- colo: detto di persona di bassa statura’ (Suna). – Per l’uso tipicam. mendr. del cardinale in funzione di or- dinale cit. al par. 2.3., cfr. ≠ dersètt , par. 1.2. – Per il derivato dodeséna cfr., fuori della SvIt., i sin. valtell. doda “ énä (Villa di Chiavenna), piem. dudäina (trau- sella) e gli a.mil . dodhexena e a. it. dodicina [7], men- tre per l’agg. numerale cardinale composto (par. 5.) cfr., con lo stesso significato, il lecch. di Premana do- des-cént e il trent. dodeszènto (Val di Cembra, Val di Non, Val di Sole) [8]. Il deriv. antedódes (par. 4.) è una formazione eufemistica di ≠ antecrist ‘anticristo, dia- volo’: in essa il secondo elemento crist è stato miste- riosamente sostituito con un numerale, così come nell’interiezione bellinz. antedóo (v. ≠ düü ) e nel sost. mesolc. antequatòrdes ‘anticristo, diavolo’ (Soazza), v. ≠ quatòrdas . B i b l.: aIS 2.290, C hEruB . 2.47, giunte 75.

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