Centro di dialettologia e di etnografia

427 DögIå DÒIa l’antica formula di ringraziamento per un bene- ficio ricevuto desgè l’ánima di vòss pòver mòrt , alla lettera ‘Dio abbia l’anima dei vostri poveri morti: li abbia in gloria’ (≠ Dío 3 , par. 6.), è stata reinterpretata quasi fosse ‘[Dio voglia] sorveglia- re l’anima dei vostri poveri morti’ [7]. 4. a Maggia, garbare: chèll lí u m dógia mía , quello non mi piace, non mi aggrada [8]. 5. Derivati dögiada (Sonvico), dogèda (Cavergno), sdögia- da (giubiasco) s.f. Occhiata, sbirciata. Dal lat. volg. * aDOCuL º rE ‘guardare attentamente’, con quasi generale aferesi di a - e con sostituzione del prefisso con in- in alcune varianti [9], per cui cfr. ad es. i sol. e anaun. endoclar , endociar [10]; le poche var. inizianti per a- risentono dell’influsso dell’it. adoc- chiare . B i b l.: C hEruB . 2.47, 5.57. [1] g IaNDEINI , Lavór 72. [2] L uratI -P INaNa 157. [3] M aggINEttI -L uratI 209. [4] L aMPIEttI B arELLa 87. [5] M OMBELLI , terminol.agric. 102. [6] B uStELLI , alura 25. [7] L aMPIEttI B arELLa 86-87, cfr. 109. [8] Q uaNChI 62. [9] rEW 189, S aLVIONI -F aré , Postille 189, DEI 1.64, DELI 2 61, P ratI , VEI 14, LEI 1.771-774, rEP 563, DVt 341. [10] Q uarESIMa 166. Galfetti dögiada ≠ dögiá DöI (d ¥- ) s.m. Lutto (giornico, Cauco). O pòrta ol döi , porta il lutto (Cauco). Corrisponde all’ant. it. dòglio e al rom. döli ‘dolo- re’, e continua il lat. tardo D Å LIu ( M ) ‘dolore’ (per al- cuni, invece, un’estrapolazione da COrD Å LIu ( M ) ‘cor- doglio’) [1]. La specializzazione semantica nel senso di ‘lutto’ sarà stata determinata da un raccostamen- to a COrD Å LIuM . – Cfr. ≠ döia . B i b l.: [1] B attagLIa 4.901, Drg 5.342-343, cfr. DEI 2.1372, DELI 2 489, N OCENtINI 349 s.v. doglia , rEP 551 s.v. deuja , DESF 2.631 s.v. dòe . Galfetti DÓIa (d G- a) s.f. 1. Occhio, ghiera, foro in cui entra il manico del badile, della forca o del for- cone (Corticiasca, rovio, riva S. Vitale, Soglio). – 2. Punto di intersezione dei rebbi della forca di legno (giubiasco). V a r.: dóia (Soglio), indóia (riva S. Vitale), indöia (giubiasco, Corticiasca), lindóia (rovio). Voce che si confronta con i fr. douille ‘incavo nel quale si immanicano certi strumenti’, sv.rom. dòly Æ , dòy Æ ‘id.’, rom. döglia , doglia , duglia ‘apertura in cui è inserito il manico della scure, della zappa ecc.’, e di cui si hanno precisi riscontri in Italia sett. nei vares. andöia (Malnate), ossol. induia (Vanzone), com. indôja , mil. e pav. indöia , piem. dúya , lig. alp. döya, döglia e bresc. dòia [1]. L’etimologia è controversa: i più rimandano alla base germ. * DuLja ‘beccuccio’ [2], altri al lat. D fi LIu ( M ) ‘botte, giara’, o con maggiore ve- rosimiglianza a una var. tardo lat. * D fi LIa , derivata dalla forma di neutro pl. e reinterpretata come so- stantivo femminile [3]. Più lontana e meno convin- cente, per la difficoltà di cogliervi un chiaro aggancio semantico, è l’ipotesi di Diez (ripresa, seppur dubita- tivamente, anche da Salvioni) di una derivazione dal lat. D ˆ CtILE ( M ) ‘spostabile; dilatabile’, attraverso la mediazione di un antico agg. fr. douille [4]. L’assenza di continuatori diretti di D fi LIu ( M )/ * D fi LIa ‘botte, giara’ in area ticinese (dove la voce qui in esame sarà sicu- ramente un prestito lomb.) e grig., depone a favore della prima ipotesi. – In indöia la voc. -ö- (normal- mente esito di Å lat.) è dovuta all’influsso della i suc- cessiva, cfr. ad es. i valmagg. e loc. fav∑gn ‘favonio’ (< lat. FaV fi NIu ( M ) ‘id.’), bellinz. coröbia ‘rigovernatura, beverone per maiali’ (< COLL ˆ VIE ( M ) ‘risciacquatura, acqua sporca’, v. ≠ colóbia ) [5]. – Le forme del tipo indóia si spiegheranno per concrezione della prep. IN , mentre nella var. di rovio si ha l’ulteriore aggluti- nazione dell’articolo. L’unicità del dato di Soglio all’interno della Bregaglia e i frequenti scambi lessi- cali dal rom. ai dial. breg. portano a credere che si tratti di un termine di importazione adattato. B i b l.: C hEruB . 2.300, M ONtI 395, app. 52. [1] FEW 3.177, gPSr 5.903, Drg 5.337, Mat. VSI, M ONtI 395, app. 52 (cfr. L OCatELLI 58,60), C hEruB . 2. 300, rEP 564, g aLLI 144, M aSSajOLI 123, M aSSajOLI - M OrIaNI 165, P aSQuINI , Lessico 231. [2] rEW 2793b, FEW 3.177-178, 15.80-81, g aMILLSChEg , EWF 330, gPSr 5.903, Drg 5.337, hr 1.265. [3] a SCOLI , agI 1.26, t OPPINO , agI 16.532, rEP 564. [4] D IEz 563, S aLVIONI -F aré , Postille 2788. [5] Cfr. S aLVIONI , BSSI 19.131 n. 1., Scritti 1.538 n. 1. Galfetti DÒIa (d ä- a) nella locuz.avv. a/ in – , a caval- luccio, a cavalcioni sulle spalle (Calpiogna). Locuzione isolata, semanticamente affine alle ti- pologie in ≠ döda e a ≠ dòla 2 . L’interpretazione che ne dà O. Lurati di una var. della locuz. in ≠ giòla ‘id.’

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