Centro di dialettologia e di etnografia

431 DÒLa DOLaDÓI legnamée a tée om gèrlo de dòll per pizzaa el fégh , vai giù dal falegname a prendere una ger- la di trucioli per accendere il fuoco (roveredo grig. [4]), un sgióan … u pizzava u föi a bass, andó ch’i metévan paia, dòi e légn minüdri , un giovanotto appiccava il fuoco in basso [ai piedi della catasta della legna], dove mettevano pa- glia, trucioli e legna minuta (Quinto [5]). – a Be- dretto e a Comologno il termine designa tanto i riccioli di legno che si intagliano all’estremità di un bastoncino senza staccarli dal pezzo, al fine di facilitarne l’accensione, quanto lo stecco stes- so, cfr. ≠ dolá , par. 1.; – per estensione, a Soaz- za, dòlen , legni minuti, fuscelli. 2. altri significati 2.1. Marchio praticato asportando una porzio- ne di corteccia dal fusto di una pianta destinata al taglio (Palagnedra, Soazza) o che segna il li- mite del taglio del bosco (arbedo-Castione). 2.2. Per estensione, pianta marcata per esse- re risparmiata dal taglio (Sonvico, Davesco-So- ragno) o per segnare il limite del taglio del bosco (Cimadera, Sonvico). 2.3. Per traslato, a Cavergno, al plurale, na- stri dell’abito femminile: al dòi che al dònn i metèva lá in dal bin≤ètt , i nastri che le donne ap- plicavano ai corpetti; v. anche il doc. « al dôi » de- finito «scossali che si mettono là in occasione di matrimoni. Furono proibiti nel 1860 in un ordi- namento di Cavergno» [6]. 2.4. In Mesolcina, il termine designa il vera- tro comune, Veratrum album L. [7]. 3. Locuzioni ad airolo, véss ili dòi , essere nei trucioli: nei pasticci, in difficoltà [8]. 4. Derivati dolina s.f. 1. truciolo (Mesocco). – 2. Fetta sot- tilissima di formaggio (Menzonio). retroformazione di ≠ dolá ‘lavorare un pezzo di le- gno con il coltello o con altro strumento da taglio’. Nell’accezione di ‘truciolo’ la voce emerge in forme di- verse, a volte suffissate, nei dial. lomb. alpini occi- dent. e, sporadicamente, in quelli com., valtell., berg. e bresc. [9]. – Per i significati 2.1. e 2.2., cfr. l’intelv. dóla ‘segno fatto sugli alberi togliendo un pezzo di cor- teccia’, i berg. dóla ‘segno che si fa ad una pianta ta- gliandone un pezzo di scorza’ (Val Brembana), dolô ‘incisione nella corteccia delle piante del bosco per evi- denziare i confini di proprietà: di solito a forma di x’ (Val di Scalve) e il mil. dòla «dicesi così ogni albero che venga scortecciato per lo lungo affinchè serva come segnale di limitazione al taglio stesso» [10]. I Mat. VSI attestano inoltre, a Crealla, in Val Canno- bina, dòi ‘strisce di corteccia che si staccano dai tron- chi, in particolare delle betulle’, per cui cfr. ≠ dolá ‘scortecciare’ (Isone), al par. 1. – La forma lev. dòia è un rifacimento sulla desinenza pl. -òi [11]. – Il fito- nimo al par. 2.4. si motiverà con il fatto che le larghe foglie del veratro, quando appassiscono, ricordano dei trucioli, cfr. ≠ doladói , ≠ dolèdri e doradigh . B i b l.: aIS 2.226, C hEruB . 2.47, a NgIOL . 282. [1] Stat.VMa. 287. [2] QMMoes. 18. [3] L aMPIEttI B arELLa 91. [4] r aVEgLIa 65. [5] K ELLEr , SopraC. 61.272; cfr. j ELMINI 279. [6] Mat. M artINI . [7] rN 2.127. [8] B EFFa 115. [9] aIS 2.226, S aNtuS 86, z ELI , Valcannob. 129, r agOzza , Malesco 242, r agOzza 118, M ONtI 69, DVt 342, t IraB . 470, B attIStI , Valvest. 50. [10] P atOCChI -P uStErLa 262, t IraB . 462, P IFFarI -t a - gLIaFErrI 111 (cfr. t IraB ., app. 72), C hEruB . 2.47. [11] S aLVIONI , r 28.108-109, Scritti 4.908-909. Galfetti DÒLa 2 (d ä la) nella locuz.avv. a – , sulla schie- na, modo di portare una persona (SottoP.). T∑ e dòla , caricarsi sulla schiena (Bondo), portè a dòla , portare sulla schiena qualcuno, il quale si allaccia con le braccia al collo di chi lo porta (Ca- stasegna). Come il chiavenn. a dòllä ‘sulla schiena’, portaa, t∑ a dòllä ‘portare, prendere a tracolla’ (Villa di Chia- venna) [1], si tratterà di una formazione fonosimbolica riconducibile per la fonetica a una base intermedia *dòld(o)la (piuttosto che * dondòla [2]) che si appoggia a ≠ doldóll , a sua volta ricavato da un tema elemen- tare * DOND -, espressivo di un movimento ondeggiante, oscillatorio [3]. – Cfr. ≠ dòia. B i b l.: [1] g IOrgEtta -g hIggI 371, Mat. VSI. [2] antonioli in g IOrgEtta -g hIggI 803. [3] rEW 2748, FEW 3.138, LEI 19.93, rEP 564 s.v. dolanda , cfr. an- che DELt 1.1040 s.v. dondèr , DEI 2.1380, DELI 2 493 e N OCENtINI 352 s.v. dondolare . Galfetti dolabái ≠ dolá DOLaDÓI (dolad G- ) s.m.pl . Spinaci selvatici, Buon Enrico, Chenopodium Bonus henricus L. V a r.: doladói (VMa.), dolorói (Comologno), dordói (Verz.), dorodói (Lodano), duladói (rovana), dulurúi (Vergeletto, Comologno), durdói (Sonogno), durdúi (Brione Verz.).

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